Aforisma: in Puglia aumentata l’aspettativa di vita ma diminuita drasticamente la natalità. Tutti i dati.
I dati dell’Osservatorio Aforisma sulla demografia in Italia e nelle diverse regioni, non lasciano adito a dubbi. Il Paese invecchia costantemente, con un’età media dei suoi residenti che ha superato i 46 anni, e vede calare, altrettanto costantemente, il numero dei nuovi nati.
Aforisma ha fornito, con la sua ultima pubblicazione, le serie storiche per tutta una serie di indicatori demografici nel periodo compreso fra il 2002 ed il 2023. Essi manifestano una tendenza pressoché uniforme, il cui dato più inquietante è il numero dei bambini nati ogni 1000 abitanti, diminuito in 21 anni da 10 a 6,6, senza differenze di rilievo fra il dato nazionale e quello pugliese.
11 ogni mille abitanti è invece il rapporto fra morti e residenti, il che dimostra quanto grande sia il contributo del saldo naturale (differenza fra nascite e morti) alla base del decremento della popolazione italiana. Anche questo dato è fortemente cresciuto nel periodo 2002-2023, per via dell’invecchiamento progressivo della popolazione, ma giova sottolineare come sia cresciuto in proporzione molto più per la Puglia che per l’Italia (di tre punti contro uno)
In questi 20 anni abitanti è anche crollato, di circa due punti, il numero di matrimoni ogni 1000 abitanti, attestandosi a quota 3,4 per la Puglia e a 3,1 per l’Italia in generale.
Il saldo migratorio interno, cioè il numero di pugliesi spostatisi a vivere in altre regioni italiane rispetto a quelli che si sono stabiliti in Puglia, pur essendo costantemente negativo, presenta valori assai diversi nel corso degli anni in esame, toccando il minimo (0,9 ogni mille abitanti) ed il massimo (4,5 ogni 1000 abitanti) nel giro di soli due anni, fra il 2010 ed il 2012.
Il saldo migratorio con l’estero, in virtù del maggior numero di immigrati tanto in Italia quanto in Puglia rispetto alle persone che hanno lasciato il Belpaese per andare a vivere in altri Stati, è invece positivo lungo tutta la serie storica, ma presenza notevoli differenze fra la nostra regione e l’Italia: 2,6 contro 4,6.
La differenza fra due saldi migratori pone la Puglia esattamente in equilibrio, mentre il dato nazionale è di più 4,6, sempre ogni 1000 abitanti, ed è stato l’unico modo tramite il quale è stato contenuta la perdita di popolazione complessiva, vista la grande differenza fra nascite e morti (saldo naturale)
Il tasso di fecondità descrive invece una curva sinusoidale, più accentuata per l’Italia di quanto lo sia per la Puglia, ma dello stesso aspetto: cresciuto nel primo decennio del nuovo millennio da 1,27 figli per mamma a 1,44 ma poi drasticamente crollato fino agli attuali 1,2 figli per mamma, dato che pone il dato regionale in perfetta sintonia con quello nazionale. Anche l’età media del primo parto è esattamente la stessa 32,5 anni, cresciuta di circa due anni nel ventennio in esame.
L’aspettativa media di vita, è questo l’unico dato realmente positivo, è salita di più di 5 anni fra il 2002 ed il 2023, passando per la Puglia da 77,2 a 82,8 anni (83,1 per l’Italia nel complesso), restando ferma l’ampia differenza nell’aspettativa media di vita fra donne e uomini (85 contro 81)
Si tratta di dati in linea con gli scenari a medio e lungo periodo, delineati dall’ espressione coniata dai demografi per l’Italia di inverno demografico, che prevedono una discesa della popolazione complessiva sotto i 50 milioni di abitanti già entro metà secolo, visto che, in virtù delle nascite sempre calanti nel presente lasso temporale, saranno sempre meno le donne in età riproduttiva.