Investì l’ex con l’autovettura: il cellulare di A.G. potrebbe rivelare nuovi dettagli scioccanti nell’attentato passionale

Si è svolto nella mattinata odierna presso l’ufficio del Pubblico Ministero Enrico Bruschi il cosiddetto “accertamento tecnico irripetibile” che metterà un tassello importante nella intricata vicenda che ha visto un 54enne, L.M., essere protagonista di un triste fatto di cronaca.
L’uomo, un tarantino, venne investito nel pomeriggio del 22 marzo scorso mentre passeggiava con l’attuale compagna in via Mazzini nel capoluogo ionico. A travolgerlo con la sua autovettura fu una donna di Taranto di 45 anni, A.G.
Quello che all’inizio era apparso come un tragico incidente stradale in poco tempo si rivelò, invece, un atto voluto da parte della 45enne che avrebbe intenzionalmente investito il malcapitato per una “questione di cuore”: i due, pur essendo impegnati rispettivamente, avrebbero avuto una relazione parallela finita per volontà del 54enne.
Lo sfortunato, nel pomeriggio del 22 marzo, venne investito dall’ex morosa, sembra, per questo motivo. I testimoni oculari avrebbero raccontato ai carabinieri intervenuti sul posto, e che hanno poi acquisito le immagini dei vari sistemi di videosorveglianza della zona, che la donna, uscendo dall’autovettura dopo l’incidente, avrebbe proferito parole del tipo: “Come mai non sei morto?”
La donna, dopo aver lasciato l’auto con il malcapitato agonizzante, venne identificata in un secondo momento e posta agli arresti domiciliari per tentato omicidio. Mentre L.M., soccorso e trasportato in ospedale, fu dichiarato guaribile in 20 giorni: gli furono applicati 50 punti di sutura agli arti inferiori.
Adesso, come dicevamo, il PM Bruschi nella mattinata di oggi ha nominato un tecnico, l’ingegnere Caforio di Sava, con il compito di estrapolare dal cellulare, sim card e SD, della 45enne materiale probatorio importante che potrebbe addirittura aggravare la posizione della donna.
L’ipotesi caldeggiata, difatti, potrebbe essere quella di un’azione delittuosa premeditata (se ad esempio dovessero emergere messaggi pregressi di minacce e simili) e non dettata dall’impeto del momento.
Gli avvocati, Gianluca Gaspardone per L.M. e Paolo La Gioia per A.G., dovranno attendere 35 giorni, tempo utile per il deposito della relazione peritale dall’ingegnere Caforio.