Dopo il parere della Commissione europea, la Regione ferma momentaneamente l’ampliamento della “Nardò Tecnical Center”
Ad agosto 2023 la firma di un accordo di programma, firmato dalla Regione Puglia, dal Consorzio Asi di Lecce e dai Comuni di Nardò e Porto Cesareo, volto a realizzare un piano di sviluppo per la Nardò Tecnical Center, centro di collaudo delle automobili Porsche e non solo. Nella giornata di ieri, tuttavia, è giunto inatteso lo stop, per opera di un comunicato del presidente della Regione Michele Emiliano.
Dopo le veementi contestazioni di molte associazioni ambientaliste locali, che paventavano come l’ampliamento della pista avrebbe portato alla perdita di un bosco di notevole estensione di grande valore naturalistico, sfociate poi in un ricorso alla giustizia amministrativa con un ricorso al Tar da parte di Italia Nostra e anche in una interrogazione al Parlamento Europeo, e dopo che la stessa questione era stata al centro discussa nel comune di Stoccarda, città nella quale è posta la sede centrale della Porsche, la Regione Puglia ha scelto di fermarsi.
Dichiarando di voler “coniugare l’interesse pubblico sotteso alla realizzazione dell’intervento con la tutela dell’ambiente, abbiamo preso una decisione in linea con il ministero, al fine di riconsiderare alcuni aspetti del procedimento a seguito delle specifiche indicazioni fornite dalla Commissione europea”.
L’interesse pubblico al quale si fa riferimento nella nota emanata da Michele Emiliano, consiste essenzialmente nella costruzione di un eliporto all’interno della suddetta pista.
Rispondendo all’interrogazione parlamentare, la Commissione europea aveva infatti mostrato un atteggiamento di cautela, riconoscendo come la questione del rispetto degli habitat naturali, giudicata assolutamente dirimente, meritasse un approfondimento ed una interlocuzione con le autorità italiane.
Sulla questione è intervenuto il consigliere regionale e capogruppo de “La Puglia Domani”, Paolo Pagliaro: “Una decisione dovuta, che abbiamo sollecitato da tempo, quella finalmente presa dal governatore Emiliano di sospendere l’accordo di programma con Porsche per l’ampliamento della pista di Nardò. Siamo lieti che il presidente della Regione abbia fatto un passo indietro, per tutelare l’ambiente e rispettare la volontà del territorio salentino, contrario ad un patto calato dall’alto sulla base di un presunto interesse pubblico. Una forzatura che abbiamo contestato da subito, evidenziando tutte le opacità dell’accordo. Ad agosto scorso abbiamo presentato un’interrogazione urgente, chiedendo di sospendere le procedure di esproprio dei suoli interessati dal piano di ampliamento per tutelare i legittimi interessi dei proprietari dei suoli da requisire. Contestavamo il tracciato disegnato alla cieca, senza verificare o senza preoccuparsi dei danni all’ambiente e all’economia locale. E chiedevamo di aprire un tavolo di confronto con le associazioni agricole e ambientaliste, in modo da individuare possibili percorsi che non penalizzassero le attività produttive insediate nella zona individuata per l’espansione del Nardò Technical Center Porsche.”
Restando in argomento, un doveroso aggiornamento sulle indagini riguardanti la morte di Mattia Ottaviano, il collaudatore di moto 36enne di Tuglie morto tragicamente durante un test sulla pista di Nardò il 21 febbraio scorso, nove persone sono state iscritte sul registro degli indagati con l’accusa di omicidio stradale e omicidio colposo.
Tra di essi ci sono i legali rappresentanti del centro prove, un manager Porsche e il pilota che quel giorno guidava l’auto che tamponò la moto guidata da Ottaviano, facendola incendiare. Il prossimo 10 aprile saranno compiuti degli accertamenti tecnici irripetibili per indagare le cause dell’incidente.
In questi giorni la Guardia di Finanza ha già provveduto ad acquisire le immagini delle telecamere di sorveglianza del circuito ed è stata disposta la perizia dei mezzi incidentati.