Anche Confcommercio Brindisi contro la pista ciclabile in centro. Lunedì seduta monotematica del Consiglio comunale.
La questione era stata posta all’ordine del giorno del consiglio comunale tenutosi l’altro ieri, ma la mancanza del numero legale al momento della discussione dell’interrogazione, firmata dal consigliere di Fratelli d’Italia Roberto Quarta, ha fatto sì che il Consiglio fosse riaggiornato a lunedì mattina alle ore 9.
La pista ciclabile sorta lungo viale Aldo Moro e viale Palmiro Togliatti, due arterie che sono l’una la prosecuzione dell’altra e che dall’ingresso della città, provenendo dalla direzione Taranto, conduce verso il centro di Brindisi, continua a far discutere animatamente la cittadinanza, le parti politiche e quelle sociali.
Voluta dalla precedente amministrazione di centro-sinistra, per mezzo di un finanziamento ministeriale, l’infrastruttura rappresenta una grande ed invisibile questione non risolta non solo dal punto di vista dei disagi che essa ha creato, che poi è il motivo per il quale di essa si discuterà, ancora, in Consiglio comunale, ma anche dal punto di vista del suo iter di costruzione.
Infatti, la ditta appaltatrice, ha rimediato gravi ritardi rispetto alla tabella di marcia dei lavori esecutivi prestabilita, motivo per il quale le è stata revocata la concessione dalla nuova giunta di centro-destra insediatasi meno di un anno fa a Palazzo Nervegna. Quindi sono molte le incognite legate alla stessa: se portare a termine la sua costruzione, affidandola nel caso alla azienda municipale “Brindisi Multiservizi”, se effettuare delle modifiche rispetto alla sua progettazione originaria (ad esempio riducendone l’altezza o eliminando i cordoli) se non portarla a termine implicherebbe dei rischi di danno erariale per il Comune.
Di tutte queste domande si farà latore l’interrogazione preparata dal consigliere Roberto Quarta. Fra l’altro, c’è un fatto nuovo: per i lavori di rifacimento del manto stradale, dissestato anche a causa dei lavori di installazione dei cavi per la fibra, lavori che Enel sta portando avanti, su una delle due carreggiate il cordolo della pista è stato rimosso. Il consigliere Quarta ne ha approfittato per chiedere, con una piccola provocazione, se non sia il caso di prendere la palla al balzo per non rimontarlo più il cordolo, manifestando così nuovamente la sua nota contrarietà all’opera, la cui rimozione non comporterebbe a suo parere neppure dei rischi erariali, dal momento che gli stessi verrebbero coperti dai danni che sono stati chiesti alla ditta napoletana, vincitrice dell’appalto, per non avere portato a termine i lavori con le tempistiche dovute.
A dare man forte al consigliere scende ora in campo, con un comunicato ufficiale, anche Confcommercio Brindisi, per la quale l’opera, restringendo i margini della strada in entrambi i sensi di marcia, rappresenta un problema per i parcheggi, ha inciso già molto negativamente sulle attività commerciali della zona:
“I commercianti non svolgono semplicemente la propria attività imprenditoriale. Sono protagonisti del livello di vivibilità di un quartiere, di una strada, di un qualsiasi agglomerato urbano ed offrono servizi ai cittadini residenti. Anche per questo, meritano la dovuta considerazione nelle scelte che interessano l’intera comunità. E’ il caso, nella città di Brindisi, della pista ciclabile in corso di realizzazione sui viali Aldo Moro e Palmiro Togliatti. L’argomento, in ogni caso, sarà discusso lunedì 25 marzo in consiglio comunale. Da qui l’invito che Confcommercio rivolge a chiunque ha interesse ad essere coinvolto nelle scelte cittadine a far sentire la propria voce. Ai consiglieri comunali, invece, l’invito a non fermarsi alla valutazione di semplici aspetti procedurali. Quella pista – se realizzata – arrecherà certamente danni irreparabili ai commercianti della zona e disagi a non finire ai residenti.“
I disagi si sono infatti manifestati ripetutamente anche negli orari di punta legati agli ingressi ed alle uscite dalle scuole che si trovano nelle vicinanza, per non parlare dell’intralcio che la pista rappresenta per i mezzi di soccorso in caso di emergenza. Un’opera che, con tutta evidenza, non aveva i requisiti logistici per essere piazzata dove è stata inserita.