Il vicepresidente della Commissione parlamentare Antimafia D’Attis (FI) e il filo sottile dello scioglimento del Comune di Bari per infiltrazioni mafiose
Il vicepresidente della Commissione parlamentare Antimafia D’Attis (FI) e il filo sottile dello scioglimento del comune di Bari per infiltrazioni mafiose Il genio di Samo, Pitagora, disse: “Le scelte sono le cerniere del destino. Se non facciamo scelte, le porte del destino resteranno chiuse, fate attenzione a chi inserite nelle liste elettorali, fate attenzione alle parentele, fate attenzione alle condizioni per le quali alcuni contesti potrebbero diventare “controindicazioni”.
Ci saranno delle elezioni a breve nella Città Metropolitana di Bari, ma la città sta subendo l’onta di un probabile e presunto scioglimento per infiltrazione mafiosa.
Un vero e proprio terremoto politico con un considerevole impatto nell’opinione pubblica e nel contesto mediatico, dove sono in corso attacchi da parte del Centrosinistra nei confronti del Centrodestra.
Come un tumore in metastasi l’ondata degli eventuali estremi provvedimenti non si ferma e anzi, colpisce duramente commissariando la democrazia.
Dopo l’inaspettata telefonata del Ministro Piantedosi al sindaco della Città Metropolitana di Bari Antonio Decaro, con un eventuale scioglimento del Comune, arriva puntualmente il riferimento a Bari in ogni organo di stampa.
Il vicepresidente della Commissione parlamentare Antimafia Mauro D’attis ha replicato al sindaco Decaro: “L’inchiesta in corso riguarda un periodo molto ampio che indubbiamente prende più fasi amministrative e più elezioni, comprese quelle regionali, quando ha vinto Michele Emiliano e quando, spesso, i protagonisti sono prima consiglieri comunali e poi regionali, come ad esempio l’assessore regionale ai Trasporti Anita Maurodinoia, eletto nella lista Emiliano.
Si tratta di consiglieri che in molti casi sono in grado di raccogliere anche 3-4 mila preferenze e francamente non si capisce bene come facciamo a prendere tutti questi voti.
Artatamente si sta spostando l’interesse dell’inchiesta su un aspetto che ritengo sia marginale ovvero quella di Maria Carmen Lorusso, consigliera comunale eletta con il Centrodestra e poi passata al Centrosinistra che è finita ai domiciliari e di Giacomo Olivieri, suo marito, che invece è stato arrestato. Nessuno però sta parlando e sottolineando con la dovuta forza del provvedimento di amministrazione giudiziaria della Procura nei confronti dell’Amtab (Amtab S.P.A. Azienda Mobilità E Trasporti Bari Servizio S.P.A. – ndr) gestita dai clan mafiosi. Nessuno parla delle indagini in corso sul controllo da parte della Mafia di settori importanti della vita economica della città di Bari.
Quello che sta avvenendo è il minimo. Il Viminale ha disposto una commissione di accesso per verificare gli atti come accaduto in tanti comuni. Parlo ad esempio della mia provincia, Brindisi, quando la stessa cosa il ministero dell’Interno l’ha fatta ad Ostuni e Carovigno, inviando una commissione di accesso, Decaro, presidente dell’Anci, non ha urlato allo scandalo difendendo quei comuni. Dopo la regolare attività della commissione si è arrivati allo scioglimento di quei comuni per Mafia ma è emerso che i sindaci non avessero alcuna responsabilità e uno addirittura è stato rieletto. Insomma, si sta facendo un caso mediatico per nascondere e distorcere la verità e cioè che Amtab, la società dei Trasporti controllata dal comune di Bari, è in mano ai clan mafiosi. E questo lo dice la Procura, non Mauro D’Attis.
C’è un’aggravante in tutta questa vicenda. Nel 2019 per le elezioni comunali a Bari avevamo fatto le primarie del Centrodestra per scegliere il candidato sindaco. Fratelli d’Italia aveva il suo nome, la Lega il suo e noi come Forza Italia avevamo deciso di appoggiare il candidato civico Pasquale Di Rella, che si era avvicinato al Centrodestra. Vinciamo le primarie e poi quando inizia la campagna elettorale di Di Rella scompare e abbiamo addirittura difficoltà a reperirlo. Allora eravamo ignari di tutto ma oggi posso affermare che siamo stati vittime di un tranello organizzato con una regia chiara, una truffa politica ed elettorale.
La regione Puglia è interessata da un numero interminabile di inchieste e arresti di uomini e donne vicini a Decaro e a Emiliano. Sono anni che queste cose accadono, che gente viene indagata e arrestata e come è possibile che nessuno nel Centrosinistra se ne sia accorto? Fare chiarezza è certamente compito della Magistratura e noi ci affidiamo ai magistrati, consapevoli però del ruolo che abbiamo e non trascuriamo nulla. Qui la questione non è politica, Bari è un caso vero e proprio di Mafia con i clan che controllano pezzi importanti della società e dell’economia del capoluogo pugliese.
Ritengo innanzitutto che siano i presupposti per la commissione di accesso per verificare il grado di infiltrazione, come ha ben fatto il ministero dell’Interno. Un grado di infiltrazione definito dal giudice che ha disposto la custodia cautelare “abbondante”. Poi certamente posso affermare che per molto meno tanti altri comuni in tutta Italia sono stati sciolti per infiltrazioni mafiose“.
La legge è legge! Dura lex, sed lex soprattutto se lo spettro dietro l’angolo c’è, specie se la permeabilità delle mafie e clan locali è sospetta!