Mafia a Bari: il gruppo Fratelli d’Italia in Regione Puglia risponde alle dichiarazioni di Decaro
Di seguito la dichiarazione congiunta del gruppo regionale Fratelli d’Italia (il capogruppo Francesco Ventola e i consiglieri Luigi Caroli, Giannicola De Leonardis, Antonio Gabellone, Renato Perrini e Michele Picaro)
“Da una parte le lacrime del sindaco Decaro, che sono le stesse di tanti sindaci di centrodestra che hanno subito la stessa sorte, dall’altro un atto amministrativo (che nulla a che fare con l’inchiesta penale) sul quale è necessario fare chiarezza: la verifica dello Stato sul Comune di Bari non è contro i baresi ma è in favore della città e della legalità. C’è una legge, l’art. 143 del TUEL, che OBBLIGA il Ministero degli Interni all’indagine sul Comune, dopo quanto accaduto nell’ultimo mese. Ci sono elementi univoci, concreti e rilevanti che portano all’istituzione della Commissione d’accesso, tra cui l’amministrazione giudiziale di una partecipata totalmente dal Comune (AMTAB), senza contare l’arresto, nel corso di questi anni, di due consiglieri comunali per voto di scambio con esponenti mafiosi”.
“Nei giorni scorsi abbiamo ascoltato tante inesattezze su dove e come sono stati eletti i consiglieri comunali arrestati, ma, forse, non è chiaro che la legge non fa una questione di maggioranza o minoranza, di destra o sinistra. La norma che ha già colpito 27 Comuni della Puglia, coinvolge il Consiglio comunale intero e non distingue politicamente i consiglieri. Dopo un’operazione antimafia come Codice Interno era inevitabile una verifica da parte dello Stato. Diversi Comuni in Puglia sono stati commissariati per molto meno. Ma in quelle occasioni il centrodestra non ha mai accusato Ministri di golpe o peggio di dichiarazione di guerra”.
“Il Ministro dell’Interno, Piantedosi, ha solo seguito la Legge dello Stato. La crociata contro lo Stato del centrosinistra è stucchevole oltre che pericoloso per la democrazia. Uno stato giusto non può fare due pesi e due misure rispetto a quanto accaduto negli ultimi anni in altri Comuni della Puglia. Diversi protagonisti che oggi gridano al complotto in altre circostanze hanno sempre parlato di legalità, sostenendo il lavoro delle Prefetture e delle forze dell’ordine.
“Non si può stare dalla parte dello Stato a corrente alternata, in questo momento è pericolosa la pressione sulla Prefettura e sul Ministro dell’Interno a cui va la nostra solidarietà. È la norma che impone la verifica non la politica. Probabilmente andrebbe modificata. Non a caso, a ottobre scorso una novantina di sindaci si erano rivolti proprio a Decaro perché sollecitasse al Parlamento la modifica della suddetta legge”.