Bari, imprenditore in crisi tenta colpo in banca con arma giocattolo
BARI – Un imprenditore in crisi tenta una rapina con pistole giocattolo e parrucche, ma la giustizia non ride.
La mattina del 25 settembre, due uomini, armati fino ai denti con pistole giocattolo, decisero di trasformare una tranquilla filiale bancaria in un set cinematografico.
L’obiettivo? Due guardie giurate, un paio di pacchi contenenti 350mila euro e, ovviamente, un’uscita trionfale.
Questa tragicommedia ha avuto luogo fuori all’Unicredit di via Buozzi a Bari.
Un imprenditore di Spinazzola, 52 anni, ha tentato di risollevare le sorti della sua azienda di cereali con una rapina.
Lui e il suo complice pregiudicato si sono avvicinati alle guardie giurate con l’eleganza di due ladri dilettanti in cerca di fortuna.
La sfortuna, però, era dalla loro parte. Un’occhiata sospettosa da parte di agenti in borghese ha trasformato l’epico colpo in una farsa.
Una pattuglia della squadra mobile di Bari è intervenuta prontamente, arrestando il primo criminale e, dopo un inseguimento degno di una soap opera, anche il secondo.
Ma l’auto dell’imprenditore, come ogni buona storia di rapina, riservava ulteriori sorprese.
Oltre alla pistola giocattolo, gli agenti hanno trovato attrezzi per lo scasso, due cellulari, una parrucca, e addirittura ricetrasmittenti da veri esperti del crimine.
La moto usata per la fuga? Una Honda SH, rubata pochi giorni prima.
L’imprenditore, incensurato, ha confessato il folle piano. Crisi aziendale, giocattoli e una rapina da manuale che si trasforma in un fiasco.
Per lui pena sospesa e libertà dopo aver trascorso cinque mesi tra carcere e domiciliari. Il complice ha patteggiato tre anni.
Insomma, la disperazione imprenditoriale ha spinto questi due signori a tentare la via della criminalità, armati di tutto tranne che di buonsenso.
La morale della storia? Quando il tuo piano B include pistole giocattolo e parrucche, è meglio tornare al disegno originale.
Un piano tanto assurdo quanto triste: l’imprenditore in crisi tenta una rapina. La giustizia interviene, ma la disperazione della classe imprenditoriale resta senza risposta.