“Non mi trovo”, Pinuccio porta in scena la famiglia 4.0 L’intervista
“Non mi trovo”, Pinuccio porta in scena la famiglia 4.0. L’intervista Prosegue con costante successo il II appuntamento della ricca e accattivante Stagione invernale presso il Cineteatro Guerrieri di Matera che ospita dal 26 gennaio al 19 aprile la rassegna “Guerrieri in scena 2024.
Venerdì 02 febbraio 2024, alle 20:30, il comico e attore pugliese PINUCCIO, alter ego di Alessio Giannone, dal 2015 inviato del tg satirico “Striscia la notizia” e collaboratore di programmi televisivi e radiofonici come “La guerra dei Mondi” (Rai3), “Tg Zero” (Radio Capital) e “La Zanzara” (Radio 24), con il suo spettacolo che sta sbancando tutti i teatri d’Italia, ha registrato anche nella Città Capitale della Cultura il sold out. Un artista capace di innescare la miccia della libertà mentale e dello spirito critico nello spettatore.
Un mix esplosivo di monologhi, un viaggio attraverso gag irresistibili, racconti di vita vissuta degli italiani ai tempi dei social network. La curiosità di migliaia di persone che hanno fatto la fila per vederlo (ma soprattutto per sentirlo) ed il risultato: è stato un vero successo.
Facebook, Twitter, Instagram… sono solo alcuni dei social più famosi ed utilizzati che registrano giornalmente condivisioni, aggiornamenti ed apprezzamenti da tutte le parti del mondo. Se ci facciamo caso, nemmeno radio e televisione si sono imposti come mezzi di comunicazione così rapidamente nelle nostre vite. Facebook è ancora il principale social per il mondo adulto e per chi non ha altri social. Viene usato per condividere racconti e informazioni, link a siti esterni, eventi, fotografie e video, per fare dirette e ricevere domande o commenti, per essere individuati facilmente.
Pinuccio con la sua comicità ha condotto gli spettatori nei meandri del mondo social, invitandoli ad una profonda riflessione sull’influenza che hanno avuto sulle loro vite.
- Pinuccio, Mirco Stefanon asseriva: “Continuiamo a bere del pessimo vino preoccupati che i calici siano di cristallo”. Secondo Lei quanto in questo momento storico apparire abbia una valenza di gran lunga maggiore rispetto all’essere?
Siamo tutti d’accordo sul fatto che l’immagine sia la prima cosa che si usa nell’interagire con l’altro. E’ logico che, vivendo di relazioni, l’apparenza diventi una manifestazione necessaria.
Da sempre l’uomo, in quanto essere sociale, ha avuto bisogno di essere accettato, amato e stimato. Con l’avvento dei social media, la possibilità di realizzare maschere destinate a mettere in mostra o modificare la nostra identità, ci viene servita su un piatto d’argento, al punto da arrivare a presentare sempre più frequentemente un’immagine di noi che è solo illusione e distorsione rispetto alla realtà.
- Pinuccio ma la loro vita è davvero così perfetta come sembra?
La nostra società basata sull’immagine sicuramente non aiuta, proponendo una cultura fatta di icone generate dal mondo della moda, dello sport, dello spettacolo e della televisione che si mostrano sempre al meglio nelle loro ville lussuose o a bordo di yacht costosissimi, mentre sfoggiano facce sempre sorridenti come se per loro la vita fosse ogni giorno una festa. In realtà Facebook può diventare deprimente perché le vite degli altri sembrano sempre migliori della nostra, con l’obiettivo di dare agli altri e a noi stessi un’immagine il più appagante possibile.
- Dal momento che manca la certezza del proprio valore, inizia la ricerca di notorietà e di consenso? Ma ora non staremo esagerando a proiettarci con così tanta insistenza in un mondo virtuale per il quale l’apparenza è un aspetto fondamentale?
Apparire sui social network, assomiglia un po’ al bisogno di gloria. Siamo tutti un pò narcisisti e i social rappresentano attualmente il palcoscenico ideale sul quale il narcisista può mettersi in mostra dando il meglio di sé. La parola chiave diventa “condividere”.
Condividere particolari della propria vita privata, anche se banali e ripetitivi, per cercare costanti attenzioni e conferme, sulla propria bellezza e simpatia, ma soprattutto sulla possibilità di piacere e di sentirsi desiderati e/o invidiati. Si fa di tutto per stare sempre sul palco, sulla scena, per essere e rimanere protagonisti a tutti i costi. Maggiori sono le approvazioni, i like, i commenti che ricevono, tanto più le persone si sentono gratificate, adulate, e desiderate.
Apparendo meglio di altri forse si sentiamo meno soli, o credendosi migliori si illudono e si costruiscono una maschera in cui credono veramente.
- Com’è cambiata la comunicazione dagli anni ’60 ad oggi?
In Italia, oltre 39 milioni di utenti utilizzano internet e 31 milioni sono attivi sui social media, ovvero il 52% del totale. Di questi, 28 milioni accedono ai propri social evidenziando come questi strumenti siano sempre più parte integrante della quotidianità. Negli anni ’60 per esempio, erano ancora pochi a possedere una TV, nonostante l’Italia fosse in pieno boom economico. Per i social network è stato diverso.
Non sempre però si fa uso consapevole di questi strumenti e spesso si sottovalutano alcuni aspetti che vanno conosciuti se si vogliono evitare spiacevoli conseguenze sia a livello personale che generale. Dovremmo ormai aver capito che condividere foto di sorrisi non ci rende più felici e nemmeno immortalare un bacio rende il nostro amore più vero e profondo. Quando vediamo un tramonto incantevole o un paesaggio emozionante e decidiamo di aspettare e di godercelo in tutta la sua bellezza prima di allungare la mano verso il cellulare per immortalare il momento, forse proprio allora stiamo davvero facendo un passo verso l’autenticità, la felicità non esibita.
- Quale parte viene postata sui social secondo Lei?
Si utilizzano i social per esternare liberamente i propri stati d’animo con la speranza di essere compresi o come semplice valvola di sfogo. Navigando su qualunque social network, è facile imbattersi nei post di conoscenti che viaggiano per il mondo mentre sfoggiano sorrisi smaglianti o magari nelle foto di quell’amico, che non sentiamo da tempo, ritratto con la sua fidanzata, tremendamente felici e innamorati come in un film. Il contenuto pubblicato ha lo scopo di dare un’immagine di felicità contagiosa. Lo scopo è quello di dimostrare agli altri che sono felici, sebbene non sia davvero così o non ne sono davvero convinti.
- Pinuccio perché “Non si trova” in questo nuovo modo di comunicare?
Mi sento inadeguato ai mutevoli cambiamenti della società. Non mi riconosco in questo mondo, preferisco essere condannato all’ergastolo, così senza cellulare potrò nascondermi da questo mondo sempre in mostra. Comunicare sui social network sembra essere una cosa semplice e facile, che in realtà merita cura, attenzione. Negli ultimi anni, forse anche a seguito della forte spinta nel mondo digitale per via della pandemia da Covid-19, i social network sono esplosi fin troppo.
Michele Ciaramella è “l’appuntato-cancelliere” con la divisa dei Carabinieri che interrompe il monologo del protagonista con una serie di grandi successi del passato, interpretati con chitarra e voce in cui è il nuovo testo a far divertire e riflettere il pubblico.
Non è mancato durante lo spettacolo l’inseparabile compagno di viaggio, Sabino e anche a teatro Sabino è solo una voce fuori campo.
Alla fine la voce di Sabino assolverà Pinuccio e gli consiglierà cosa fare per disintossicarsi dal delirante mondo virtuale raccontato sui social.