Domani altro corteo, a Brindisi, del Movimento spontaneo degli agricoltori.
Dopo la riuscita manifestazione indetta ieri a Lecce dal Movimento spontaneo degli agricoltori in lotta, con sit in in tre zone periferiche della città, domani sarà la volta di Brindisi, con un altro presidio spontaneo e autoconvocato, che si terrà presso il parcheggio del Centro commerciale “Le Colonne”, appena all’inizio della ss7 in direzione Mesagne.
Le ragioni nazionali della protesta le abbiamo espresse ieri, con un contributo che articolava la protesta di agricoltori, e allevatori, in 4 “NO”. (https://www.pugliapress.org/2024/01/30/il-movimento-spontaneo-agricoltori-salentini-marcia-oggi-ed-in-presidio-di-protesta-a-lecce/)
Chiaramente, nei diversi territori d’Italia, essa acquisisce sfaccettature che rispecchiano le difficoltà del mondo agricolo locale cosicché, fermo restando quelle generali, potremmo dire che in Puglia, e in special modo nel Salento, la protesta si colora di altre due specifiche problematiche: la questione dei consorzi di bonifica e la piaga della Xylella.
Sul primo tema si sono espressi a favore di un rigetto delle notifiche di pagamento inviate dalla società “Arneo” anche tantissimi comuni delle tre province jonico-salentine, anche sulla scorta di una recente pronuncia della Cassazione, mentre sulla questione Xylella il comparto olivicolo chiede risorse per sostenere il costo del reimpianto, di specie di Ulivo resistenti al batterio o di altre colture. La questione è al centro anche del Piano paesaggistico regionale, pensato anche per ridisegnare l’aspetto della Puglia rurale al cospetto con questa catastrofe naturale che ha colpito la zona sud, anche favorendo una diversificazione delle colture di un paesaggio, una volta, mono-olivicolo o mono-vitilico.
La lotta degli agricoltori, poiché fenomeno nazionale ed europeo, è al centro anche del dibattito politico. Un partito come la Lega, ad esempio, lega le rimostranze degli agricoltori contro le politiche comunitarie alla questione della direttiva Bolkenstein e delle sue ricadute sulla messa a gara delle licenze balneari, sulla quale si è spesa molto e pure quella al centro delle polemiche politiche. Lo fa anche per finalità elettorali, naturalmente, così come il PD, partito certamente molto più europeista, prova a barcamenarsi, sostenendo che le ragioni di chi protesta vanno ascoltate ma che le politiche ambientali elaborate in sede europea abbiano una sorta di “prevalenza” sulle lamentele.
Il rischio cui va incontro questo movimento spontaneo è, al di là di ogni altra considerazione, quello di ripetere la stagione dei “Forconi”: in assenza di un coordinamento unitario, perdersi nello spontaneismo, per quanto generoso, ma effimero. E sarebbe un peccato, perché pone questioni che meritano di essere discusse una ad una.