Due storie che riscaldano il cuore in una fredda domenica.

In questa fredda domenica di pieno inverno, raccogliamo due storie da libro cuore, a loro modo entrambe legate alla città di Ceglie Messapica. Nella loro drammaticità, esse ci dimostrano valori imperituri: da una parte l’amore che lega una madre alla figlia, dall’altra l’importanza del senso comunitario.
Gioia è una giovane infermiera, che oggi compie 30 anni. Dall’8 ottobre del 2021 è in coma neurovegetativo a causa di un incidente stradale occorsole all’ingresso della cittadina messapica, senza che vi fossero altre vetture coinvolte: si recava con una collega presso il “San Raffaele”, per svolgere il suo turno di lavoro, su una strada a dir poco maledetta, coronata da tante lapidi sul suo bordo. Sua madre ha voluto scrivere, nell’occasione speciale di questa giornata, una lettera a nome della figlia, per ringraziare il personale che si prende cura di lei, familiari e sanitari. Poi scrive: “Io quel maledetto giorno non ero ubriaca, non ero drogata. Dovevo solo andare a lavorare. Oggi compio 30 anni e la mia cartella recita così: “stato neurovegetativo”. Io ci sono, sono viva, vedo, sento, percepisco tutto, soprattutto la mancanza di chi non c’è più, di chi mi ha lasciata per sempre come il mio papà. Come sento la mancanza di chi non c’è perché forse pensa che non vale la pena esserci. Buon compleanno a me”.
Da Gioia a Maria Addolorata, due nomi in un certo senso agli antipodi, due storie diversissime, eppure anche dalla seconda possiamo recuperare un messaggio di riflessione sulla vita, sulle sue infinite vicende umane. Maria Addolorata era una donna di Ceglie di 70 anni, morta in solitudine lo scorso 19 dicembre. Talmente in solitudine che non è stato possibile rintracciare alcun parente.
Il parroco della chiesa matrice di Ceglie ha quindi preso un’iniziativa generosa, che il sindaco Angelo Palmisano ha convintamente sostenuto e rilanciato, quella di invitare la comunità a non fare sentire sola Maria Addolorata nel momento del congedo terreno. Tanti allora i parrocchiani, o le persone comuni, che si sono recate in chiesa per la cerimonia funebre. L’amministrazione comunale, che seguiva tramite i propri servizi sociali la donna, ha voluto farsi carico anche dei costi del funerale.
A presenziare alla messa d’addio un’amica speciale di M.Addolorata c’era, tuttavia: l’amata cagnolina Stella, che le teneva compagnia assieme altri due animali domestici. E mentre noi vediamo Stella ricevere le carezze della cittadinanza accorsa al funerale della sua padrona, ci ricordiamo anche di quanta queste creature finiscano col diventare, a tutti gli effetti, membri delle nostre famiglie, a volte tanto importanti e rappresentative da sostituirsi alle persone che non ci sono. O non ci sono mai state.