Dopo la sentenza della Cassazione, i sindaci salentini all’assalto delle cartelle Arneo.
Quello dei consorzi di bonifica, e delle cartelle esattoriali collegate ai servizi che essi dovrebbero prestare, essenzialmente la pulizia dei canali di scolo delle acque dalle erbe e dai purtroppo tantissimi rifiuti che tanti, troppi incivili disseminano in maniera criminale ai lati delle arterie stradali, è un tema da sempre molto dibattuto. Molti cittadini si sentono vessati da un’imposta che, per quanto non particolarmente elevata, trovano iniqua, sostenendo che o essi non ricevono alcun beneficio dai suddetti lavori di bonifica, oppure che essi non vengono svolti neppure.
Vero o no che questo sia, il termine consorzio implica che ogni proprietario di un suolo ricadente all’interno dell’ambito geografico stabilito, deve versare una quota per lo svolgimento del servizio di pulizia, una quota che è proporzionale all’estensione della proprietà da questi posseduta. Per la zona centro-settentrionale del Salento, compresa fra le province di Lecce e Brindisi, con l’aggiunta di alcuni comuni del tarantino, il consorzio di riferimento è Arneo, con sede nella città di Nardò.
I massimi rappresentanti istituzionali di 7 comuni della provincia di Lecce, ovvero i Sindaci di Campi Salentina, Guagnano, Novoli, Salice Salentino, Squinzano, Surbo e Trepuzzi, facenti parte l’Unione dei comuni del nord Salento, hanno in questi giorni concordato di dare mandato, al proprio Consiglio, di emanare una deliberazione che inviti gli organi competenti a sospendere, o annullare, le ingiunzioni di pagamento che Arneo continua ad inviare ai cittadini. Tale risoluzione è forte di un recentissimo pronunciamento da parte della Corte di Cassazione, la quale ha statuito che le ingiunzioni di pagamento non avesse ragion d’essere, stante il fatto che spetta all’ente consortile l’onere di dimostrare di aver arrecato vantaggi al cittadino ricorrente.