Fango melmoso ostruisce gli impianti irrigui delle aziende agricole tarantine
Cia Due Mari: «Il Consorzio di Bonifica intervenga»
Taranto – «Si segnala che l’acqua erogata tramite il canale adduttore proveniente dalla diga di San Giuliano contiene fango melmoso che ostruisce gli impianti irrigui delle aziende agricole».
Con una lettera formale, inviata ai vertici del consorzio di bonifica Stornara e Tara, l’area Due Mari di Cia Agricoltori Italiani di Puglia fa nuovamente luce sulle ripetute problematiche che negli ultimi mesi stanno attanagliando senza sosta gli agricoltori del Tarantino.
Si tratta di fango e mucillagine che portano inesorabilmente all’ostruzione degli impianti irrigui delle aziende agricole che ricadono nei territori di Castellaneta, Palagianello e Ginosa.
In particolare, i filtri posti a monte degli impianti irrigui aziendali si intaserebbero continuamente e necessiterebbero di pulizia costante: un quadro drammatico che nelle ultime settimane sta compromettendo le irrigazioni alle colture.
Del resto, i riflettori sulla vicenda li accese più di un mese fa proprio l’area Due Mari di Cia Agricoltori Italiani di Puglia: lungo il canale adduttore che dalla Basilicata raggiunge il Tarantino, dopo circa 35 chilometri di percorso, l’acqua viaggia in una infrastruttura vetusta, risalente agli anni ’60 e progettata a cielo aperto quando le irrigazioni nei campi si effettuavano a scorrimento. Da un po’ di anni, invece, con l’evoluzione dell’agricoltura e degli impianti sempre più tecnologici utilizzati sulle colture, la struttura è divenuta inadeguata rispetto alle nuove esigenze irrigue delle aziende agricole.
Il vero problema, oltre alla presenza di fango, deriva infatti dal contatto dell’acqua con l’aria; un fattore che, a causa del caldo eccessivo, contribuirebbe notevolmente alla formazione di fastidiose mucillagini, evento straordinario che crea disagio e difficoltà perché alle normali spese che le aziende agricole quotidianamente affrontano, andrebbero aggiunti ulteriori esborsi per dotare gli impianti di filtri aggiuntivi.
Per tali ragioni gli agricoltori sono anche costretti a dedicare diverse ore di lavoro alla pulizia di quei filtri, dilatando i tempi che occorrono per effettuare regolari irrigazioni, indispensabili per vincere il gran caldo di questa estate ed evitare danni irreversibili alle piante.
«In tali condizioni diventa difficile effettuare le irrigazioni, poiché i filtri posti a monte degli impianti irrigui aziendali si intasano continuamente e necessitano di manutenzione h24 – ha spiegato Cia Due Mari – Si prega di intervenire con cortese sollecitudine al fine di consentire alle aziende agricole il regolare utilizzo dell’acqua prenotata tramite domanda. In caso di persistenza di questa problematica ci vedremo costretti a sollecitare le imprese agricole che chiederanno al consorzio di bonifica Stornara e Tara, tramite il nostro ufficio legale, i danni arrecati a coloro i quali hanno fatto domanda di prenotazione irrigua utilizzando l’acqua della diga di San Giuliano».
Intanto, sarebbero imminenti specifici lavori sulla condotta: lungo il percorso, infatti, sarebbe stata individuata una rottura che potrebbe aver determinato la presenza di terriccio e fango a valle e quindi nel territorio occidentale della provincia di Taranto.
Su quest’ultimo argomento è intervenuto il direttore dell’area Due Mari della Cia Vito Rubino: «La rottura, mi auguro in tempi brevi, verrà risolta senza dubbio ma i problemi resteranno perché parliamo di una infrastruttura realizzata negli anni ’60 mai oggetto di ammodernamento. Sarebbe opportuno reperire fondi (un esempio sono gli 8 milioni di euro derivanti da una delibera CIPE mai revocata fermi al ministero) per intubare l’intero canale adduttore. A nostro avviso, bisognerebbe concentrare maggiori sforzi economici per realizzare nuove infrastrutture su gran parte del territorio occidentale della provincia di Taranto. L’agricoltura avanzata ha bisogno di infrastrutture irrigue moderne e per questo è necessario, prima che sia troppo tardi, metterci subito al passo con i tempi».