VITA E VITE A BRINDISI
di Daniela D’Anna
“Trash we trust- Racconti per un mondo peggiore”, è il titolo dell’ultima fatica letteraria edita da Ergot di Ennio Ciotta. L’autore ha presentato il libro a Trepuzzi in Piazza Municipio nell’ambito dell’appuntamento con la Rassegna “Leggere per vivere”. Dopo i saluti istituzionali del primo cittadino Giuseppe Taurino che ha introdotto l’evento che ha come oggetto “le storie e i vissuti trascorsi nella città di Brindisi”, ha dialogato con l’autore Giacomo Fronzi, consigliere comunale delegato alle Politiche culturali, Patron della VII edizione della manifestazione che ospita varie personalità nazionali di spessore intellettuale alla presenza di un pubblico selezionato. Non nuovo a questa realtà locale in cui oltre a tenere a battesimo nella cittadina del nord Salento altre sue pubblicazioni si è già esibito anche con la musica, sua passione importante quanto l’arte della scrittura. Il personaggio Ciotta conosciuto altresì come dj e agitatore controcorrente nel recente saggio si è occupato di ri-generazione tramite l’arte urbana. Il lavoro letterario abbraccia il periodo pandemico, che ha interessato in particolare la sua famiglia, ovvero la madre dello scrittore che fortunatamente ne è uscita indenne e in toto per sommi capi ciò che ha significato per gli effetti caratterizzanti il suo generale svolgimento nella cittadina. Ciotta si è rimesso in gioco ancora una volta, forte anche del suo essere giornalista del Nuovo quotidiano di Puglia, e ora propone a chi lo segue in tale sede 17 racconti aventi come interesse gli squarci degli anni 80 e 90 e il rapporto nostalgico, pur rifiutando questa etichettatura, con il passato scandito da esperienze basiche ben lontane dal modus vivendi della generazione Zeta. Tiene inoltre a puntualizzare che il suo proprio habitat di indagine e vita sia musicale che di speculazione umanistica si dipana in un “metro quadro” in cui tutto vede la luce. Fronzi lo riporta ad evidenziare realtà di quando era bambino, vita condominiale ed eventuale ouverture che narri una vita romanzata anche se dietro lo sfondo e implacabile di una realtà che riconosce le regole della strada, quantunque il proprio ménage sia altro. Lo invita peraltro a fare il punto sulla situazione della vita del Centro Sociale di Brindisi, capitale d’Italia nel 1943. La risposta di Ciotta si circoscrive nella sua “monade”, posto da cui dà e trae linfa vitale e in cui ha potuto fantasticare e ancora ha tenuto ivi una mostra alternativa in epoca di digitalizzazione , dove sono stati effettuati murales ai posteri. Oggi il Centro è trasformato in Città della musica, altresì crogiolo di allestimenti artistici. Gradisce parlare lo scrittore di una città che in sostanza si fa “rispettare” e poi la nuova veste del quartiere Paradiso e del mondo circostante questa città portuale, in cui si inscrive il suo giro-vagare nel poetarla, come in definitiva volesse dire “io son io”, e “rapeggiando” calandosi in un contesto, fucina di “bellezza, ispiratrice di buoni sentimenti”.