Operazione “San Cataldo”: Smantellata vasta organizzazione ecocriminale a Taranto
Nella giornata di ieri, 25 maggio 2023, la Capitaneria di Porto – Guardia Costiera di Taranto, in collaborazione con la Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, ha portato a termine un’operazione di grande rilevanza denominata “San Cataldo”. Grazie a un’approfondita indagine condotta per mesi, è stata smantellata un’organizzazione ecocriminale dedita allo smaltimento illecito di rifiuti pericolosi nell’intera provincia di Taranto.
Le attività investigative, incentrate sui lavori di rettifica, allargamento e adeguamento della banchina di levante del molo San Cataldo e sulla consolidamento della calata del porto di Taranto, hanno evidenziato l’esistenza di una complessa rete che si occupava del traffico illegale di rifiuti. Questa organizzazione era composta da tre società che, attraverso varie operazioni e l’impiego di mezzi appropriati, gestivano illegalmente la produzione, il trasporto e lo smaltimento di grandi quantità di rifiuti pericolosi, pari a 16.264,75 tonnellate di terre, rocce da scavo e materiali di demolizione non correttamente trattati.
Le tre società coinvolte e gli otto soggetti indagati sono stati sottoposti a sequestro preventivo dei beni e dei conti correnti, per un valore complessivo di oltre 1.200.000 euro, al fine di garantire la confisca obbligatoria del profitto illecito derivante da queste attività. Durante l’operazione, sono stati anche sequestrati cinque veicoli utilizzati per il trasporto dei rifiuti e una cava dismessa che fungeva da discarica abusiva, occupando circa quattro ettari di terreno e contenendo illegalmente migliaia di tonnellate di rifiuti indiscriminati.
Le indagini svolte dalla Guardia Costiera di Taranto, avvalendosi di mezzi tecnici e documentali, hanno evidenziato la complessità delle responsabilità coinvolte e le gravi ripercussioni ambientali causate da tali attività illecite. L’analisi condotta sulle condotte illegali delle società coinvolte, sui flussi finanziari e sulla documentazione fiscale ha permesso di ipotizzare un significativo profitto ottenuto attraverso il mancato recupero di grandi quantità di rifiuti, con conseguente compromissione e deterioramento dell’ambiente circostante.
Si è appurato che la società appaltatrice dei lavori, responsabile della produzione dei rifiuti derivanti da processi di dragaggio, demolizione ed escavazione, affidava tali rifiuti a una ditta di trasporto che li smaltiva in una cava di tufo dismessa, senza le adeguate caratterizzazioni e senza autorizzazioni. Questo comportamento ha eluso le normative in materia di smaltimento dei rifiuti, riducendo i costi ma causando un grave impatto ambientale.
Il quadro indiziario ricostruito durante l’indagine evidenzia un sistema di smaltimento organizzato, caratterizzato dalla volontà di commettere ripetutamente reati ambientali. Le intercettazioni effettuate dimostrano chiaramente l’intenzione delle imprese coinvolte di violare le norme, come testimoniato dalle loro affermazioni sul fatto che i rifiuti non fossero pericolosi.
La Guardia Costiera di Taranto, in collaborazione con le autorità competenti, continuerà a vigilare attentamente sull’ambiente marittimo e a contrastare qualsiasi forma di ecocriminalità organizzata. L’obiettivo è la protezione del bene ambiente e della salute dei cittadini, preservando i valori costituzionalmente tutelati e prevenendo ogni forma di depredazione e aggressione da parte di questo tipo di criminalità.