Associazione a delinquere smantellata: 51 indagati, 21 misure cautelari e 50 perquisizioni eseguite dai Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale
In un’operazione congiunta che ha coinvolto i Carabinieri del Comando per la Tutela del Patrimonio Culturale, il R.O.S. di Roma, l’Arma territoriale competente e lo Squadrone eliportato Carabinieri “Cacciatori Puglia”, è stata eseguita un’ordinanza di applicazione di misure cautelari a carico di 21 soggetti, tutti coinvolti in un’associazione a delinquere finalizzata allo scavo clandestino, furto, ricettazione ed esportazione illecita di reperti archeologici e numismatici. L’operazione, denominata convenzionalmente “Canusium”, ha portato anche all’esecuzione di 50 perquisizioni disposte dall’ufficio giudiziario inquirente di Trani.
L’indagine, avviata nel 2022 dopo la scoperta di diversi scavi clandestini nell’agro di Canosa, ha visto un ampliamento delle attività a livello internazionale negli ultimi mesi. Grazie a metodi investigativi tecnici e telematici, è stata individuata un’organizzazione criminale strutturata che coinvolgeva tombaroli, ricettatori di zona e areali, nonché trafficanti internazionali. La base operativa di questa associazione era situata nella provincia di B.A.T. con diramazioni in Campania, Lazio e altre parti della Puglia. Il loro obiettivo era creare un fiorente canale commerciale per la vendita di monete archeologiche, frutto di scavi illegali eseguiti in Puglia e Campania, che venivano poi cedute ai trafficanti internazionali e immesse sul mercato illecito globale attraverso case d’asta estere.
Durante le indagini, sono stati recuperati e sequestrati diverse migliaia di reperti archeologici, tra cui ceramiche e monete in oro, argento e bronzo. Sono stati confiscati anche 60 rilevatori di metalli e attrezzi utilizzati per lo scavo clandestino, oltre a documentazione contabile che testimoniava le transazioni illegali in Italia e all’estero. Le misure cautelari e le perquisizioni sono state eseguite in numerosi comuni dell’Abruzzo, Basilicata, Campania, Lazio e Puglia.
Durante le investigazioni, è stata di fondamentale importanza la consultazione della “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti” gestita dai Carabinieri dell’Arte per identificare le opere rubate. Questo database, il più grande al mondo nel suo genere, contiene oltre 1,3 milioni di file relativi a opere d’arte oggetto di ricerca.
L’operazione dimostra l’impegno costante dei Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale e la lotta al traffico illecito di reperti archeologici, preservando così la storia e l’identità culturale del nostro paese.