Masseria Galeone nella riserva naturale delle Murge Orientali a Martina Franca

Masseria Galeone nella riserva naturale delle Murge Orientali a Martina Franca. La Masseria è il cuore della Riserva Naturale gestita dal Reparto Carabinieri Biodiversità di Martina Franca in provincia di Taranto.
Un reparto dell’Arma dei Carabinieri che esercita funzioni di direzione, di coordinamento e di controllo dei Raggruppamenti Carabinieri Biodiversità, Parchi e CITES (Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione).
Vita Agricola a tutela del territorio
Alle attività del presente si affiancano le memorie del passato. La masseria è un modello di vita agricola in un territorio selvaggio ma elegante, armonioso e paziente. Come i cavalli simbolo delle Murge.

Questo paesaggio fa da sfondo al lavoro dei e dei civili della Masseria Galeone. Qui allevano il cavallo Murgese, la razza autoctona che rischiava l’estinzione. Nel 1926 a Foggia, su iniziativa, prima del “Deposito Stalloni” e poi dell’ “Istituto di Incremento Ippico per la Puglia”, si avviò la selezione di cavalli da riproduzione ma, soltanto nel 1991, è stato istituito un libro genealogico della razza Murgese. Abolita la cavalleria pesante, l’uso principale dei cavalli era per i lavori agricoli o come animali da carne e nel dopoguerra, con la crescente motorizzazione rischiarono perfino l’estinzione.
Fortunatamente di recente questi animali godono di un vero e proprio revival. La Puglia vanta una propria razza cavallina, la Murgese, certamente una fra le più pregiate anticamente incontaminata.
Il cavallo Murgese
L’origine del cavallo delle Murge che prende il nome dalla omonima regione situata tra Bari, Brindisi e Taranto. La storia del cavallo Murgese nasce con la dominazione spagnola e con il sangue degli stallone arabi berberi andalusi.

Il cavallo si è poi evoluto, seguendo poi la conformazione del territorio allevato allo stato brado, in cavalli di stazza forti e robusti e allo stesso tempo resistenti alle malattie e sicuri sui percorsi accidentati. Il manto morello sembra luccicare sotto i raggi del sole, il cavallo Murgese è versatile, rustico e collaborativo, eccelle in tutte le attività, dal lavoro nei campi al dressage.
Nella masseria i cavalli nascono e crescono in un ambiente ideale e protetto. Tutto il ciclo di vita segue i ritmi naturali e proprio un equilibrio nel branco che permette l’addestramento con l’uomo.
Lo scopo è tutelare è allevare
Le tecniche dolci di addestramento abituano il puledro alla condivisione del lavoro. Ci vuole tempo per costruire fiducia reciproca. Tutte le attività della masseria ruotano attorno al benessere degli animali, lo scopo è allevare i migliori cavalli per il corpo dello Stato. Le pattuglie forestali a cavallo assicurano il controllo del territorio con particolare riferimento alle aree rurali e montane del Paese non accessibili, con il compito prioritario di gestire e salvaguardare il patrimonio boschivo nazionale. Ma soprattutto difendere biodiversità preziose e insostituibili.

Dal 2017 i Murgesi fanno parte perfino delle Scuderie dei Corazzieri del Quirinale. Si tratta di un fatto straordinario poiché in precedenza i soggetti montati da questo prestigioso squadrone erano esclusivamente provenienti dall’estero. Si può dire che questa meravigliosa razza sia stata acciuffata per… la criniera prima di svanire nell’abisso della memoria.
Resta un mistero come una razza equina tanto pregiata abbia potuto rischiare l’estinzione. Eppure, nonostante tanto passato, nonostante gli sforzi eroici di chi si è adoperato perché il murgese non si estinguesse, esso rimane a rischio per colpo di una miope politica zootecnica.
A sostegno della razza
I carabinieri del reparto biodiversità e i civili della Masseria Galeone sono dei beni culturali viventi, nelle loro mani la cura del cavallo diventa cura del territorio, questa è la più grande qualità.

A sostegno della razza autoctona italiana del cavallo Murgese che, soltanto fino a pochi decenni fa, rischiò di scomparire del tutto dalla nostra penisola.
Proprio nella cittadina, nei tempi in cui il cavallo era apprezzato esisteva un luogo dove veniva spesso esposto con l’interesse non solo dei cittadini locali, ma dell’intera Italia, Europa e mondo. Ma questo ormai non è più importante con l’avvento del lusso.
Un’angolo prezioso di natura che lo Stato custodisce e valorizza tra villaggi di trulli e chilometri di muretti a secco in un territorio aspro ma ricco. Con fragni, la quercia caratteristica della zona, l’atica carbonaia dove si bruciava la legna per ricavare carbone e la calcara dove si cuocevano le rocce per ottenere la calce.