La Città di Altamura celebra U Puen Nest, insignito del prestigioso riconoscimento DOP

La Città di Altamura celebra U Puen Nest, insignito del prestigioso riconoscimento DOP Sulle rive del Mare Nostrum, dalla Mesopotamia alle tavole del mondo intero, il pane è stato il sigillo della cultura. “La poetica del pane è dispersa come i chicchi nello spazio e nel tempo, fra i paesi e i popoli, nella quotidianità e nell’eternità. Ne scopriamo la presenza nella poesia, nelle immagini, nella preghiera, negli attimi brevi della vita e nella «lunga durata» della storia. Ce la portiamo dentro di noi, ricordandola e dimenticandocela nello stesso tempo”. [Predrag Matvejević, Pane nostro, 2015].
Acqua, farina e un buon lievito, tre semplici ingredienti per un prodotto unico nel suo genere. Il pane è l’architrave del Mediterraneo. Il mangiarlo ha sempre diviso la sua cultura dalle altre.
All’epoca dell’Impero Romano il pane era l’alimento base per gran parte della popolazione e bisognava assicurarlo a tutti. Per questo vigeva un editto che stabiliva: “il pane di frumento fosse più sano e preferibile alla sorta di polenta (puls) e agli altri impasti di cereali in uso, e che era consentito acquistare frumento in pubblici granai ad un prezzo inferiore a quello di mercato”.
Per secoli, il pane è stato l’unico elemento in grado di separare la sopravvivenza dal baratro della fame. Il pane è un luogo della tolleranza e del confronto tra genti diverse, è quello che ci si mangiava insieme era un’aggiunta, un accessorio: il companatico.
Il pane fresco artigianale ha una storia, poiché è fatto per lo più con farine del territorio e non conosce additivi per migliorarlo, spesso viene impiegato il lievito madre, che può essere un pezzetto di pasta della precedente lavorazione oppure un impasto a base di farina, acqua e zuccheri che, mescolati tra di loro, fermentano spontaneamente, producendo anidride carbonica, da cui la lievitazione naturale.
Da sempre il pane ha ricevuto molte attenzioni sia per la sua importanza alimentare, che per il suo valore simbolico. I nostri anziani ci hanno insegnato a non buttarlo mai, buttarlo significa quasi un sacrilegio, data l’importanza che ricopre all’interno della fede religiosa. Nutriente, profumato e buono, il pane accende i quattro sensi e nel corso dei secoli ha assunto forme e tipologie che l’hanno reso un cibo fondamentale per la nostra dieta.
Il pane, come elemento base del regime alimentare delle popolazioni dell’Alta Murgia, prodotto tradizionalmente in grandi pezzature, nella sua forma caratteristica, denominata “u sckuanète”, rappresentava un atto corale, sul piano sociale e culturale, nel quale la sfera familiare e privata si incrociava con quella pubblica.
Immutati nel corso dei secoli sono gli ingredienti: semola rimacinata di grano duro, lievito madre, sale e acqua, così come il processo di lavorazione, articolato in cinque fasi: impastamento, formatura, lievitazione, modellatura, cottura nel forno a legna.
La qualità del Pane di Altamura D.O.P. è garantita dal Consorzio di Tutela, investito delle funzioni di controllo, promozione e valorizzazione della DOP. Il pane di Altamura conosciuto in tutto il mondo, ha ottenuto nel 2003 la prestigiosa certificazione europea D.O.P (Denominazione d’ Origine Protetta).
E’ il primo prodotto della categoria merceologica Panetteria e prodotti da forno a vantare questo bollino europeo di qualità. Il pane di Altamura, frutto di una tradizione secolare, si ottiene mescolando la semola rimacinata di grano duro 100% locale e certificata, con acqua e lievito naturale rigenerato ormai da decenni, detto “lievito madre”.
Il pane di Altamura, oltre ad essere un volano di sviluppo della comunità murgiana, è diventato nel corso degli anni un brand internazionale del “Made in Italy”.

Venerdì 3 maggio 2024 a partire dalle ore 18:00, è partita la manifestazione “U Puèn Nest”, in occasione della Festa di Sant’Irene, organizzata dal Comune di Altamura.
Un incontro celebrativo per parlare di pane e prodotti della filiera, organizzato dal Comune di Altamura, seguita da un momento di confronto e discussione con gli operatori del settore.
Durante la conferenza sono intervenuti il sindaco di Altamura prof. Vitantonio Petronella, il Presidente dell’Associazione Panificatori Altamurani sig. Nicola Anselmo, il Vescovo della Diocesi di Altamura, Gravina e Acquaviva delle Fonti Mons. Giuseppe Russo, il Direttore Scientifico dell’Istituto tumori “Giovanni Paolo II” dott. Loreto Gesualdo, la Presidente del Consorzio per la Tutela e la Valorizzazione e del Pane DOP dott.ssa Lucia Forte e l’assessore del Comune astante Gravina in Puglia Arch. Vito Stimolo.
Una manifestazione importante che se da un lato inorgoglisce la Città e premia l’ennesima capacità produttiva di questo territorio, dall’altro deve continuare ad impegnare tutti, cittadini e Istituzioni, a seguire la strada verso la riscoperta e valorizzazione delle radici storiche e culturali. Le riconosciute eccellenze della terra murgiana, dal pane DOP, alle lenticchie IGP, rappresentano le radici del nostro futuro.
Predrag Matvejevic scrisse: “Ci ha donato il sapore del suo pane. Quando il destino ci spinge o ci esilia in un’altra terra, ce lo portiamo con noi, in noi. Chi perde questo sapore, perde una parte del proprio paese e di sé stesso”.

Le origini del pane, uno dei prodotti alimentari più consumati nel mondo, sono avvolte nel mistero. Un capitolo decisivo l’hanno scritto gli Egizi, eccellenti agricoltori, i primi veri panettieri che hanno posto le basi affinché il pane potesse conoscere un successo “mondiale”. Pane è cultura e nutrizione, in dosi ridotte è anche un toccasana.
Ma il pane oggi, a tavola, fa bene o fa male?
Il Direttore Scientifico dell’Istituto tumori “Giovanni Paolo II” dott. Loreto Gesualdo, ha chiarito che: “Una corretta e regolare alimentazione è il primo fattore di una vita salutare, di una condizione salutistica con meno problemi di malattie endemiche. Quattro sono i determinanti per il benessere salutistico: – genetica (20%), – ambiente (20%), – accesso alle cure (10%), – stile di vita (50%). Il pane di Altamura rientra nella filiera della dieta mediterranea soprattutto per i grani antichi, semola rimacinata di grano duro. Il lievito madre è il microbiota del pane che contiene i lactobacilli, nel loro insieme creano la bioversità che, inserita nella semola rimacinata, rendono il prodotto digeribile e il buon transito intestinale.
Una dieta salutare si basa su due elementi: variabilità e quantità giornaliera. Poi anche la qualità diretta dell’alimento, il modo di assumerlo e la distribuzione corretta della alimentazione sono altri fattori fondamentali per mettere in stretto legame cibo-salute.
Inoltre non esiste in natura un cibo assolutamente dannoso o assolutamente perfetto per alimentarsi. Fra gli alimenti salutistici, sani, necessari e anche piacevoli per la gamma diversa dei sapori e della “creatività”, c’è il pane, utilizzato da sempre nella dieta italiana e mediterranea. Il pane è alimento antichissimo, per secoli in tante popolazioni (e ancora oggi) ha svolto la funzione iniziate di contenitore e piatto, oltre che di alimento“.
Subito dopo l’incontro in Comune, sono stati accesi i forni del borgo ed offerti i prodotti ai partecipanti.
Al pane è dedicato inoltre un museo, il Museo del Pane di Vito Forte che nasce per volontà del fondatore della Oropan S.p.A, il sig. Vito Forte, al fine di consacrare l’Antico Forno Forte, quale luogo, di “CONDIVISIONE DEL SAPERE”, circa la storia del pane, il legame di Altamura con il suo pane, e del legame che unisce, da sempre, la sua figura, la sua azienda, al pane e ad Altamura, per dare dimora e diffusione alla storia del Pane di Altamura. Il museo è testimone della cultura contadina locale.
Il primo riferimento al territorio di origine del Pane di Altamura si ritrova nelle “Satire” del poeta latino Orazio, che nella primavera del 37 a.C., tornato nei luoghi della sua infanzia (era nato a Venosa, in provincia di Potenza, 28 anni prima), celebrava “il pane migliore del mondo, tanto che il viaggiatore diligente se ne porta una provvista per il prosieguo del viaggio”. E d’altronde non brilla solo per il suo pane Altamura, fucina di storia adagiata là dove la Puglia si imparenta con la Lucania (Matera si staglia infatti misteriosa a poco più di 21 chilometri).
Il sindaco Vitantonio Petronella ha espresso grande apprezzamento per questo prodotto identitario, a riprova del grande impegno profuso nelle attività di promozione delle eccellenze gastronomiche locali.
Quello che più inorgoglisce non è soltanto il dato emblematico della qualità del pane DOP e dei numerosi prodotti altamurani. È, invece, la capacità di aver tutelato, con tanti sacrifici, l’antica ricetta e di aver conservato integri, a dispetto delle nuove tecnologie, gli antichi metodi della lavorazione che oggi fa sì che, emerga un’eccellenza di straordinaria qualità.
Certo non è sicuramente un punto di arrivo. È da qui che bisogna partire per creare, una sinergia produttiva virtuosa anche con la città di Gravina in Puglia, tra le unicità enogastronomiche offerte dalla nostra Città e dal suo territorio. Il pane e le lenticchie devono continuare a formare quell’appeal.
Nei giorni di festa domani 4 e domenica 5 maggio, si alterneranno celebrazioni religiose ad attività, laboratori, convegni, mostre e tanto altro.
È volontà dell’Amministrazione coniugare, in questi momenti, tutto il tessuto produttivo e di artigianato, aprendo spazi di collaborazione dai più piccoli ai più grandi, in questa che potrà essere considerata un vero e proprio appuntamento di festa della Città.
Viva soddisfazione del sindaco Vitantonio Petronella per questa prima edizione della manifestazione “U Puen Nest” di Altamura: ”E’ un evento che cresce in tutti i sensi per diffondere ancora di più il nome e le tradizioni di Altamura e del suo rinomato pane DOP, emblema tradizionale del territorio comunale.
E’ per questo che l’Amministrazione ha deciso di intraprendere il percorso di sviluppo e di marketing territoriale il quale sta dando già i primi risultati, grazie alla rinnovata rete di prodotti, produttori e Comuni limitrofi che fanno parte dell’Alta Murgia barese. Si arricchisce così il paniere dei veri prodotti a marchio DOP , tramite i quali diventa concreta la valorizzazione di quelle produzioni identitarie e di nicchia, fortemente legate al territorio ed importante fattore di attrazione turistica”.
