Terza missione per rafforzare l’Università all’inaugurazione dell’anno accademico del Politecnico

Terza missione per rafforzare l’Università all’inaugurazione dell’anno accademico del Politecnico di Bari. Guardare al territorio e puntare alla ricerca e all’innovazione è questo l’obiettivo del Politecnico di Bari e della Regione Puglia che hanno voluto sottoscrivere un protocollo proprio per coniugare mondo del lavoro, impresa e università e offrire così anche agli studenti un’occasione di crescita.
L’Università è chiamata a rispondere in maniera pro-attiva sia alla necessità di dare risposte a problematiche che interessano nell’immediato il tessuto sociale e imprenditoriale, che a guidare lo sviluppo stesso dell’innovazione nel medio-lungo termine. La logica, infatti, non è semplicemente quello dello stimolo-risposta; l’Università deve essere in grado di individuare quelle che potrebbero essere le difficoltà e le criticità di domani, lavorando per evitarle o, quanto meno, per arrivare preparati nel momento in cui tali difficoltà si paleseranno.
Una reale innovazione, dunque, è possibile solo se viene promosso e incentivato il confronto e la cooperazione tra tutti gli attori del territorio, creando una community in grado di valorizzare e mettere al centro di tutto il processo i bisogni e l’identità stessa del soggetto, la sua creatività e la sua capacità di relazionarsi con altri portatori d’interesse e con organizzazioni sociali.
L’idea è quella di superare l’idea di “trasferimento” tecnologico per adottare strategie di community building in grado di sviluppare progetti di innovazione tra il mondo della ricerca – favorendo un approccio transdisciplinare – e i portatori di interesse del territorio (imprese, istituzioni, associazioni, organizzazioni etc.).
Terza missione per rafforzare l’Università all’inaugurazione dell’anno accademico del Politecnico

Temi centrali per il Politecnico di Bari, che questa mattina ha inaugurato l’anno accademico nel corso di una cerimonia al teatro Piccinni.
“Dedichiamo questa inaugurazione al rapporto tra Università e territori – ha detto il rettore del Poliba, Francesco Cupertino – Abbiamo davanti a noi alcuni problemi importanti, legati ad esempio al calo demografico, al fatto che i ragazzi pugliesi decidono di studiare fuori dalla nostra regione. Di fronte a questi fenomeni dobbiamo puntare sulla qualità di quello che facciamo, sulla qualità dei luoghi di studio e di quelle che sono le iniziative a supporto dello studio”. Sfide e obiettivi per un Politecnico come quello di Bari che, ha ricordato Cupertino, “si sta aprendo a nuovi ambiti di studio e di ricerca, in linea con una regione sempre più attrattiva verso le imprese che guardano ai settori dell’information technology, dell’aerospazio, dell’energia e del made in Italy come settori-chiave in cui investire, perché l’Italia possa costituire, attraverso la Puglia, un avamposto in Europa e nel bacino del Mediterraneo”. “La capacità delle università di formare le nuove professionalità, sviluppare attività di ricerca di frontiera e trasferire innovazione verso le aziende, pubbliche e private, determina la capacità attrattiva dei territori, ha detto Cupertino che nel corso del suo intervento ha ricordato i nuovi corsi di laurea magistrale attivati di recente dal Poliba, ovvero quelli in Ingegneria energetica, Gestione delle infrastrutture civili e Trasformazione digitale, annunciando per il nuovo anno la nascita di un nuovo corso in Ingegneria dei sistemi navali, in collaborazione con la Marina militare, “che sarà offerto sia agli allievi marescialli ma anche a studenti civili”. Ma in un’ottica di attrattività sempre crescente, anche “nei confronti di territori del Mediterraneo, del Nord Africa e del Medio Oriente, nei confronti dei quali possiamo diventare un punto di riferimento”,”un tema di grande interesse”, ha evidenziato il rettore, è rivestita anche dal tema dell’edilizia residenziale, con le residenze universitarie che possono diventare dei veri e propri ‘community hub’ per le città. Cupertino si è poi soffermato sul rapporto con le imprese e sull’importanza di attivare percorsi efficaci di trasferimento tecnologico, ricordando, tra le altre, l’esperienza dei laboratori pubblico-privati (16 quelli attivati dal Politecnico di Bari, dall’aerospazio alle energie rinnovabili). E poi la grande sfida del Pnrr: “Nell’immediato – ha detto Cupertino – si potrebbe attivare un osservatorio permanente che coinvolga la Conferenza dei rettori, il ministero dell’Università e della Ricerca e gli altri ministeri interessati, a cominciare da quello per il Sud. L’osservatorio dovrebbe monitorare le dinamiche in atto, fornendo strumenti di valutazione dell’efficacia del Pnrr e proponendo, eventualmente, correzioni e miglioramenti delle azioni, per una maggiore efficacia del Piano stesso”, è stata la proposta di Cupertino che ha ricordato anche la costituzione, nell’ambito della quarta missione del Pnrr, ‘Istruzione e Ricerca’, di “un partenariato esteso che si intitola Nest – Network 4 Energy Sustainable Transition – a cui aderiscono 25 partner pubblici e privati tra università, enti di ricerca e imprese con due grandi obiettivi: sviluppare, attraverso la ricerca scientifica, nuove tecnologie per la produzione di energie pulite e utilizzare i risultati della ricerca per favorire la nascita di startup e imprese innovative”. “Questo significa – ha detto Cupertino – che nei prossimi anni il Politecnico di Bari, nel ruolo di hub nazionale, avrà la responsabilità di guidare la ricerca per dare un contributo alla conversione energetica del Paese“.
Nel futuro del Politecnico di Bari, anche un progetto per la caserma Magrone, in via Amendola, che attraverso un intervento di riqualificazione e riconversione, il Poliba vorrebbe trasformare nel Parco dell’Innovazione, attraverso la localizzazione di sedi e laboratori già finanziati in ambito Pnrr. Un progetto che potrebbe innescare un processo di rigenerazione urbana di un’area significativa per la città.
Terza missione per rafforzare l’Università all’inaugurazione dell’anno accademico del Politecnico
Alla cerimonia di questa mattina ha preso parte anche, collegata in videoconferenza, la ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, che ha elogiato i risultati raggiunti negli dal Politecnico di Bari: “Siete giovani, proattivi, avete un tasso di occupazione dalla laurea brillante, avete fatto crescere il numero di iscrizioni e l’offerta formativa, avete avuto la capacità di mettere insieme l’ingegneria, l’architettura”, ha detto la ministra che ha poi ricordato gli impegni presi dal governo sul fronte della ricerca ma anche dell’edilizia universitaria, anche grazie ai fondi del Pnrr: “Abbiamo un target sfidante, – ha detto Bernini – vogliamo creare 52mila posti in letto in più oltre a quelli già attivati, per farlo possiamo valorizzare immobili pubblici”.
Ospite della cerimonia inaugurale del Politecnico anche il professor Carlo Ratti, ingegnere e architetto, direttore del Senseable City Lab al Massachusetts Institute of Technology, che ha tenuto una lectio sulle ‘Senseable Cities’.
Terza missione per rafforzare l’Università all’inaugurazione dell’anno accademico del Politecnico
Presenti all’inaugurazione il presidente della Regione, Michele Emiliano, e il sindaco di Bari Antonio Decaro, che hanno sottolineato il ruolo strategico del Politecnico come fattore di attrattività sul territorio. “Avete trasformato questa terra in luogo di sperimentazione e ricerca, tante aziende vengono qui perché c’è il Politecnico con le sue eccellenze”, ha detto il primo cittadino. “La Puglia è la prima regione italiana nella capacità di investire i fondi europei – ha affermato Emiliano – Le imprese hanno una relazione intensa con il Politecnico e con tutte le Università del territorio, che hanno avuto un ruolo decisivo nel costruire la nostra capacità di attrazione“.
