Donne coraggiose contro il mostro di Taranto. La video intervista
Donne coraggiose contro il mostro di Taranto. La video intervista.
Le donne coraggiose per garantire la protezione del diritto alla salute dei tarantini.
La Video intervista alla prof.ssa Lina Ambrogi Melle presidente di “Donne e futuro per Taranto libera” comitato promotore di due ricorsi collettivi alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo contro lo Stato italiano per la questione dell’ex-Ilva.
Ecco la video intervista
COME COMBATTERE IL MOSTRO DI TARANTO
Attraverso gli avvocati dello studio legale internazionale di Roma Saccucci e partners è stato inviata una nuova comunicazione al Comitato dei Ministri del Consiglio europeo che controlla l’esecuzione di queste sentenze, per informarlo (come se non ne fosse ancora a conoscenza) che i cittadini di Taranto e dei comuni limitrofi, non solo continuano a subire gli effetti delle emissioni nocive del siderurgico, ma addirittura stanno assistendo ad un aumento dei rischi a causa del decreto-legge del 5 gennaio 2023 trasformato in legge in questi giorni.
Inoltre non sono state realizzate ancora tutte le bonifiche della zona coinvolta dall’inquinamento. Questa legge garantisce la continuità dell’attività produttiva anche quando dovessero emergere criticità ed emergenze dal punto di vista dell’inquinamento.
IL MOSTRO DI TARANTO POTRA’ CONTINUARE RESTANDO IMPUNITO
A fronte di un nuovo sequestro da parte della magistratura il Siderurgico di Taranto potrà continuare la sua attività produttiva con l’affidamento della gestione ad un commissario.
Vengono poi sottratte alcune decisioni al Tribunale di Taranto spostandole a quello di Roma. E questo in presenza di una situazione impiantistica che ha portato la Corte d’Assise, a maggio del 2022, a negare il dissequestro degli impianti perché, attualmente lo stabilimento produce ancora immissioni che mettono in pericolo la salute pubblica.
I RISCHI DELLO SCUDO PENALE
E’ stato inoltre reintrodotto lo scudo penale che salva coloro che continueranno a danneggiare la salute pubblica.
I cittadini di Taranto ed i lavoratori dello stabilimento perdono ogni garanzia circa i reati che potrebbero danneggiarli, anche gravemente.