La violenza nella violenza. Recrudescenza criminale minorile
La violenza nella violenza. Recrudescenza criminale minorile Sono dati allarmanti quelli che affiorano dalle relazioni dell’apertura dell’anno giudiziario 2023. Donne sempre più vittime e minori sempre più carnefici. Le statistiche parlano di un + 30% per le violenze sessuali, +14% per lo stalking, +19% per il revenge porn e +12% per i maltrattamenti. Sono circa 30mila all’anno le segnalazioni per reati commessi da minori. Ne sono esempi gli atti di bullismo verso i coetanei. Un fenomeno grave e non nuovo, ma che tra le giovani generazioni è reso anche più pervasivo per la diffusione elevata di dispositivi elettronici e strumenti di comunicazione. Il bullismo su internet fa leva sulla maggiore possibilità di anonimato (viene meno il contatto diretto, faccia a faccia, tra bullo e bullizzato) e su un senso di impunità e deresponsabilizzazione di chi partecipa, condividendo un contenuto offensivo. Aspirazioni e frustrazioni, aspettative e ansie, irrequietezza e delusioni sono tutti stati d’animo connaturati alle fasi dello sviluppo che accompagnano la crescita del minore.
- Quando si ha una battaglia cruciale per il futuro della Regione e del proprio Partito ognuno deve fare la sua parte, in relazione alle proprie responsabilità. Chi è Lucia Parchitelli?
Lucia è una mamma innamorata del suo piccolo Giovanni, felice di avere accanto un marito meraviglioso, e con la famiglia come valore imprescindibile nella vita. Sono un avvocato, da sempre la mia passione è la politica, il suo essere vicina alla gente e la professione legale. Questo è per la Nazione, e anche per il mio Partito, un periodo molto difficile della nostra storia recente, e penso che proprio i valori che ci sono stati trasmessi siano fondamentali per percorrere tutti insieme la strada che ci porterà ad uscire da questa grave crisi economica, politica e anche sociale. L’uno con l’altro, non facendo prevalere l’Io ma il Noi.
- Avvocato Parchitelli un fenomeno di particolare allarme sociale ed in continua espansione, è quello delle baby gang. Cosa rappresenta per lei la violenza e come intervenire da un punto precipuamente giuridico per combattere la recrudescenza criminale minorile?
Il senso di appartenenza al gruppo, la sensazione di predominio nei confronti del prossimo, la convinzione che solo usando la violenza si possa diventare qualcuno, fa sì che i minori siano orgogliosi degli attacchi compiuti nei confronti dei loro amici, con conseguente mancanza di percezione del disvalore sociale delle azioni commesse. Un fenomeno grave e non nuovo, ma che tra le giovani generazioni è reso anche più pervasivo per la diffusione elevata di dispositivi elettronici e strumenti di comunicazione. Bisogna favorire idee per far capire che, sempre di violenza trattasi e che, essa va punita senza sè e senza ma. Gli omicidi, le violenze e gli abusi devono essere puniti per legge. La violenza è un fenomeno criminale che vige nella mente malata di chi lo perpetra.
- Quanto incide il ruolo della famiglia e come prevenire e arginare la criminalità minorile?
L’adolescenza è notoriamente un momento delicato che può diventare difficile in presenza di particolari condizioni familiari o personali. La famiglia in linea generale, rappresenta la principale incubatrice di futuri baby criminali. La disattenzione dei genitori, un controllo asfissiante e troppo serrato, un permissivismo eccessivo, possono provocare reazioni violente e di ribellione. L’esigenza di sentirsi parte di un gruppo, rafforzata dalla necessità di affermarsi ed essere accettati, induce l’adolescente a commettere reati. Molti giovani provenienti da ambienti benestanti, scelgono di trasgredire perché troppo annoiati dalla buona famiglia e dalla vita comoda. L’impegno e l’attenzione sociale e personale, devono essere focalizzati su quelle che potrebbero essere le soluzioni per provare a prevenire ed arginare il dilagare ulteriore del fenomeno. In tale ottica è fondamentale il ruolo delle famiglie, includendo elementi di comprensione, severità, affetto e controllo. Non sarà la panacea di tutti i mali, ma sicuramente evita che la devianza attecchisca nell’indole dell’adolescente con estrema facilità. Importante riveste l’attività preventiva a scuola, il primo vero contesto in cui i ragazzi iniziano a costruire le relazioni sociali.
- Consigliera Parchitelli quali interventi sono stati attuati dalla Regione Puglia per contrastare l’escalation del fenomeno?
L’impegno della Regione è costante per combattere il problema in un periodo così anomico, privo di riferimenti certi, dove tutti i sistemi sono in crisi, tranne i social e i videogiochi. E’ importante tornare ad esercitare autorevolezza in casa e tornare ad esercitare il difficile ruolo dei genitori e degli insegnanti. La Regione Puglia ha emanato le “Linee Guida regionali in materia di maltrattamento e violenza nei confronti delle persone minori per età”. La lotta alla violenza attraverso il coinvolgimento di più livelli istituzionali, dell’associazionismo e del terzo settore è da tempo una priorità della Regione Puglia. Si è inteso aggredire il fenomeno della violenza attraverso la presenza qualificata dei servizi, la rete interistituzionale per la presa in carico, i protocolli operativi con le forze dell’ordine, il sistema di monitoraggio, l’emersione del fenomeno e la comunicazione costante, incisiva e pervasiva.
L’obiettivo è quello di incidere sulle variabili dirette, per debellare, nella sua complessità il fenomeno che, spesso, è sommerso. L’amministrazione regionale predispone regolarmente campagne di sensibilizzazione e comunicazione che si indirizzano a segmenti specifici della popolazione, per realizzare interventi tempestivi, uniformi, integrati, nei diversi settori di intervento.
Francesca Branà