Vito Chimenti e l’indimenticabile bicicletta goal che infiammava gli stadi
Oggi Vito Chimenti è volato in cielo.
Avevo preparato questo scritto che avevo inserito nel mio nuovo libro. Purtroppo, lui non lo leggerà mai. Ma sarà felice che tutti i possano conoscere parte della sua storia.
Vito è rimasto nel cuore dei tarantini e, quando poteva, tornava in città e tutte le volte che lo faceva, non mancava di far visita agli amici del calcio, i quali lo adorano come allora.
Molti sono i campioni che sono passati da Taranto durante gli anni d’oro della serie B e nei campionati di vertice di serie C. La maggior parte di essi, però, ha costruito la propria carriere in altre squadre, in altre piazze.
Anche un campione del mondo come Selvaggi, ha vestito per tanti anni la maglia rossoblù, e alla medesima stregua lo hanno fatto attaccanti e centrocampisti del calibro di Benetti, Maiellaro, Turrini e Riganò.
È il destino di una tifoseria che non ha mai provato l’ebbrezza della serie A e che, da due decenni ormai, percepisce la serie B come un miraggio quasi irraggiungibile navigando, purtroppo, nell’inferno della quarta serie, quasi rassegnata. Anche per questo Taranto è una piazza che si infiamma con i grandi nomi. I giocatori che hanno il ‘curriculum’ attirano la gente allo stadio, giusto per la curiosità di vedere il ‘colpo del campione’. Il calciatore di serie A, cioè con trascorsi più o meno recenti nella massima serie, rende meno distante il calcio d’élite da una città che storicamente deve accontentarsi delle briciole. Esempi del genere sono stati i vari Muro, Cappioli, Lima, Dionigi, e altri che il popolo rossoblù ha potuto ammirare nell’ultimo ventennio, ovvero quello della terza serie.
Altri calciatori, come il grande Vito Chimenti, meritano una menzione speciale.
Nativo di Bari, Chimenti arrivò dall’Avellino, dopo un’annata non entusiasmante in serie A. Solo un anno prima Vito fece nove goals con la Pistoiese, nell’unica stagione nella massima serie disputata dai toscani. Era un giocatore forse in parabola discendente, ma la sua fama, almeno a Taranto, non era stata scalfita. La sua carriera l’aveva vissuta quasi tutta in serie B. Fu con la maglia del Palermo che si fece conoscere dal grande pubblico, soprattutto quando, nel 1979, i rosanero (allora in B), contesero la coppa Italia alla Juventus. Goal in finale per lui, e gara che si decise ai supplementari a favore dei più titolati bianconeri.
Il Taranto veniva da un campionato anonimo di serie C1, dopo 12 anni consecutivi in B. La società del presidente Buonfrate voleva vincere subito e, per riuscirci, si affidò ad un allenatore esperto come Toneatto e, tra gli altri, al centravanti dalla bicicletta facile.
La bicicletta. La bicicletta era quella magia da funambolo brasiliano in cui Chimenti si esibiva spesso e, della quale, ne aveva fatto un marchio di fabbrica, un colpo da circo che lo rese celebre. A Taranto Chimenti, ormai trentenne, visse una nuova giovinezza. Centravanti brevilineo, che aveva nella rapidità di esecuzione e nella furbizia le sue doti migliori, conquistò la platea immediatamente. Fu un campionato esaltante quello di C1 1982-83, col finale amaro in quel di Salerno. La delusione di una città intera: in quegli anni si era tutti tifosi del Taranto. Chimenti fece tredici goals, ma non furono sufficienti ai fini della promozione. Il più bello, però, lo fece l’anno dopo, nel derby col Bari.
Realizzò il 2-1 decisivo con una girata al volo di destro. Un goal che a vederlo oggi, verrebbe giù lo Iacovone (covid a parte, ovviamente parliamo di stadio pieno come nelle migliori stagioni). A fine campionato, le due pugliesi salirono a braccetto in serie B. Era il Taranto del Cavalier Pignatelli e del grande Giammarinaro e di un gruppo di calciatori che vinse il titolo all’ultima gara, nonostante la sconfitta di Benevento.
Chimenti realizzò in quella seconda stagione otto goals. Spesso il pubblico lo acclamava: “Vito, Vito” – era lui l’idolo dei tifosi rossoblù.
La stagione di serie B 1984-85 andò decisamente male, sia per il Taranto che per Chimenti. Un solo goal e poche presenze. Poi il ‘caso Padova’ che portò a dure squalifiche: i cinque anni inflitti a Vito Chimenti ne sancirono la fine della carriera. Francesco Leggieri
Oggi, 29 Gennaio 2023. Addio all’inventore della bicicletta calcistica. Il calcio piange la morte di Vito Chimenti: l’ex attaccante si è spento a 69 anni, vittima di un malore negli spogliatoi del Pomarico (squadra di Eccellenza in Basilicata in cui lavorava come allenatore delle giovanili e preparatore dei portieri). Il Pomarico stava giocando contro il Real Senise. Immediati i tentativi di soccorso, che però si sono rivelati vani. Era stato calciatore anche del Taranto negli anni 80.