Orrore al Don Uva di Foggia: violenze e maltrattamenti su pazienti
Orrore al Don Uva di Foggia: violenze e maltrattamenti su pazienti. Un costo sociale altissimo a fronte del quale l’unico “antidoto” è la prevenzione contro ogni forma di violenza.
La violenza su donne, bambini, anziani e persone che versano in stato di inferiorità psichica, si vince solo attraverso una sempre maggiore e radicata consapevolezza. Una cultura che si costruisce attraverso i confronti, le testimonianze.
Va da sé che i pazienti psichiatrici residenti in struttura, in una società tronfia di inclinazioni utilitariste, è il soggetto più indifeso, spesso meno seguito e meno ascoltato. Di casi di gravi maltrattamenti, purtroppo, negli anni ne abbiamo visti e sentiti tanti, da far accapponare la pelle. Per tanti che ne sono usciti, altrettanti e anzi di più esisteranno nell’omertà e nel silenzio di molti. Questo non per dire che tutte le residenze psichiatriche sono dei lager: assolutamente no.
In data odierna nella struttura socio sanitaria Don Uva di Foggia, sono state emesse circa 30 misure cautelari (obbligo di dimora e divieto di avvicinamento alle vittime) tra Oss e infermieri. 15 tra operatori sanitari, infermieri e ausiliari sono stati arrestati, con le accuse di maltrattamenti e abusi sessuali nei confronti di 25 pazienti psichiatrici ricoverati.
Le indagini sono state avviate la scorsa estate. Perquisiti, oltre alle abitazioni dei 30 indagati, anche gli uffici ed i locali della struttura sanitaria oggetto di indagini. I vertici della struttura non risultano indagati. L’indagine, coordinata dalla Procura di Foggia, è stata condotta da carabinieri Nucleo Investigativo dei Nas.
Le accuse sono di maltrattamenti aggravati, sequestro di persona, violenza sessuale, favoreggiamento personale nei confronti di almeno 25 pazienti ricoverati. Si tratta di degenti che si trovano in condizioni di incapacità e o di inferiorità fisica o psichica ricoverate nel reparto femminile di psichiatria di lunga degenza ed hanno tutte tra i 40 ed i 60 anni.
Il gip Marialuisa Bencivenga nelle 314 pagine del provvedimento cautelare, ha definito lo scenario “agghiacciante“. Dei 30 indagati, 7 sono finiti in carcere, 8 ai domiciliari e 15 sono stati colpiti dal divieto di dimora e di avvicinamento alle vittime della struttura.
Agli indagati sono contestati a vario titolo, 2 episodi di violenza sessuale, 19 episodi di maltrattamenti, 13 sequestri di persona e 1 di favoreggiamento personale.
Avrebbero chiuso a chiave nelle stanze le pazienti, le avrebbero legate a letto e sedie con le lenzuola. Umiliate, picchiate, strattonate, prese per capelli, schiaffeggiate, prese a pugni e calci e violentate.