Imputato numero uno della fragilità attuale dei manti d’asfalto è la posa durante i mesi invernali.
Imputato numero uno della fragilità attuale dei manti d’asfalto è la posa durante i mesi invernali. Se le strade sono piene di buche la colpa è del bitume più leggero e delle asfaltature fatte d’inverno.
Ad influire è anche il fatto che i materiali usati per la miscela, in particolar modo il bitume liquido, si è impoverito. Secondo alcuni specialisti, dal 2000 ad oggi tutte le vie di collegamento del territorio sono piene di buche, anche profonde diversi centimetri, e che dopo ogni nevicata spuntano nuovi “crateri” qua e là. Una volta non era così. In passato si asfaltava solo nella bella stagione, si cominciava a maggio e si andava avanti al massimo fino a ottobre. Adesso invece si stende il tappeto, cioè lo strato più sottile, tutto l’anno, anche a novembre, a dicembre e già questo di per sé costituisce un problema. Una volta l’asfaltatura di una strada poteva durare anche 8-10 anni, mentre adesso dopo 5 anni si rende già necessario un nuovo intervento.
Per asfaltare una strada si usano sabbia, materiale ghiaioso-macinato, materiale arido spaccato, il filler (un indurente) e bitume liquido. Il tutto viene impastato ad alta temperatura e poi steso. Il bitume liquido non è più lo stesso prodotto di un tempo, arriva così dai nostri fornitori di materie prime. È uno scarto del petrolio, tra i meno nobili, e adesso è più povero. A garantire un buon manto di asfalto contribuisce poi anche il sottofondo di una strada, non tanto lo spessore dell’asfalto. È determinante. Se il sottofondo non è buono, il tappeto non dura e per avere un sottofondo buono ci vuole una ghiaia di qualità. Adesso però anche le ghiaie sono sparite, non si può scavare in alveo e così si usano materiali riciclati e non più compatti, oppure uno strano massetto di cemento.
Il problema delle buche è l’acqua che penetra nelle piccole crepe che si formano nell’asfalto. L’acqua va in profondità poi con il gelo si gonfia e crea le buche. Inoltre c’è l’effetto del sale, che è un corrosivo e di certo non aiuta.
La fragilità degli asfalti non si può imputare agli enti locali o all’Anas. È vero che hanno sempre meno soldi a disposizione e che i prezzi sono sempre più tirati ma alle aziende forniscono un dettagliato capitolato da rispettare, con l’indicazione delle formule e delle quantità di materiali richiesti. Sta alle ditte rispettarlo, agli amministratori controllare e programmare gli interveti nei periodi idonei.