Dott. Garavelli: “Temo un virus molto letale ed estremamente diffusibile”
Dott. Garavelli: “Temo un virus molto letale ed estremamente diffusibile”.
Pier Luigi Garavelli è primario di malattie infettive dell’Ospedale Maggiore della Carità di Novara. E’ stato tra i medici più lungimiranti durante la prima fase dell’epidemia.
Pioniere delle cure domiciliari per il Covid con l’idrossiclorichina, è sempre stato favorevole ai vaccini, ma non all’uso del Green Pass che, come è stato dimostrato recentemente, anche chi era vaccinato poteva contagiare.
Dott. Garavelli: “Temo un virus molto letale ed estremamente diffusibile”
Dott. Pier Luigi Garavelli, da quanto stiamo vedendo accadere in Cina e contando i contagiati che arrivano dal Paese asiatico, tra i quali uno su due ha contratto il Covid, ci viene in mente il film “Dalla Cina con Furore”
Io direi piuttosto “Dall’Italia con furore” vedendo quello che sta accadendo nel nostro paese.
Dopo anni di artificiale separazione, tramite i due lockdown, l’uso della mascherina, ecc., non poteva essere fatto altro che una artificiale separazione delle centinaia di virus respiratori.
Il ritorno ad una condizione di apparente normalità ha fatto sì che il nostro sistema immunitario fosse di nuovo esposto a centinaia di virus che sono artificialmente stati separati da noi per anni.
L’immunità nei confronti delle virosi respiratorie è estraneamente particolare: deve essere continuamente vivificata e mantenuta efficace dai continui contatti che noi abbiamo con queste centinaia di virus.
Se questi contatti vengono meno, l’immunità scema progressivamente.
Cosa vuol dire vuol dire questo? Che adesso ci si sta confrontando con diversi virus respiratori, non solo sarscovid 2, l’agente eziologico di covid, ma anche il virus influenzale, quello respiratorio sinciziale anche parainfluenzale.
Tutti questi virus ci stanno aggredendo durante la stagione tipica di queste patologie e noi abbiamo un immunità carente perché non più stimolata e quindi siamo sottoposti a pressione da parte di molteplici agenti patogeni che possono dar luogo a forme di tipo influenzale a raffreddore, laringite e così via.
Insomma, non solo dobbiamo confrontarci con SARS COvid2 o con il virus influenzale “l’australiana” che è particolarmente aggressivo in questo momento, ma con tutta una serie di parenti più o meno stretti.
Ecco quindi il grande numero di infezioni respiratorie che stiamo osservando in questo periodo, soprattutto in queste ultime settimane.
D’altro lato perché ho parlato di “In Italia con furore?”
Perché c’è un sistema sanitario nazionale e lo dico da sindacalista, in difficoltà.
Sappiamo che sempre di più c’è carenza di medici sul territorio, dove queste patologie dovrebbero essere affrontate immediatamente.
Sempre di più ci sono carenze di medici negli ospedali e, nello specifico, nei pronti soccorsi.
Questo significa che i pazienti per le virosi respiratorie vengono in ospedale dove la situazione, in poco tempo, potrebbe diventare critica.
Quanto emanato pochi giorni fa dal Ministero della Salute è assolutamente corretto.
Attenzione a quello che sta accadendo perché c’è una grande attività di tutte le virosi respiratorie e non solo il covid o l’influenza che messe insieme possono mettere in difficoltà il nostro sistema sanitario nazionale.
Quindi si richiedono provvedimenti drastici a causa del grande numero di pazienti che si ammalano in questo periodo.
E’ un po’ la legge dei grandi numeri anche per la Cina, non dimentichiamo che questa conta un miliardo e mezzo di abitanti e per quanto possa essere questa patologia di sarscovid 2 grave, ha una mortalità inferiore ampiamente inferiore al 1% rispetto ad un Paese che ha un miliardo e mezzo di abitanti. Tuttavia, con trecento milioni di anziani, si rischiano, in termini di numeri assoluti, anche un milione di morti.
Cosa può accadere se, come si ipotizza, arriveranno dalla Cina centinaia di migliaia di persone, così come dall’Europa, ora che sono state riaperte le frontiere, partiranno molti europei per affari per poi ritornare in patria magari contagiati?
All’inizio della pandemia addirittura venne definito “paziente zero” il primo che portò in Italia il contagio proprio dalla Cina
Onestamente anticipare cosa accadrà non me la sento di dire. Forse sarà meglio risentirci fra qualche giorno, dopo aver ragionato con dati più concreti.
Però a naso Gryphon fa parte della famiglia del gruppo omicron e comunque un virus già ampiamente visto anche in Europa.
Sicuramente dovrebbero esserci meno problemi rispetto alla Cina, in quanto loro non sono stati vaccinati, mentre da noi il virus si è diffuso ampiamente.
Non dimentichiamo che oltre ai vaccini abbiamo potenti ed efficaci antivirali. Quindi, se mai questa patologia dovesse diffondersi ulteriormente, abbiamo dei potenziali rimedi
Dott. Garavelli: “Temo un virus molto letale ed estremamente diffusibile”
Soffermiamoci sulle cure. Iniziamo dagli antibiotici
Nessun loro utilizzo; nessuna utilità nei confronti di una patologia virale, anche se una modica attività antivirale sarebbe stata dimostrata dall’ azitromicina. Lasciamo perdere il vecchio discorso controverso sull’efficacia dell’idrossiclorichina e dell’ivermectina. Ci sono dati oramai ampiamente noti alla letteratura internazionale. Però è un problema molto combattuto e controverso che sicuramente viene superato dalla disponibilità di tre antivirali. Dov’è la scienza è univocamente d’accordo sulla loro efficacia
In questo periodo potremmo dover combattere nello stesso tempo due virus diversi: quello influenzale (Australiana) e il Gryphon. Possiamo trovare dei sintomi differenti tra i due?
Bisognerà vedere qual è la sintomatologia di Gryphon. Però al momento con le varianti che stanno predominando in Italia: covid e mal di gola; raffreddore e febbricola; influenza e febbre immediatamente a 40; dolori articolari e muscolari estremamente forti; La differenza è clinica ed è un bravo medico sarà in grado di diagnosticare se è influenza o covid.
Sempre che quest’ultimo faccia parte delle varianti che stanno girando adesso. In questo momento è predominante l’influenza
Per quanto riguarda il picco del covid in Cina si parla dovrebbe avvenire intorno alla metà di gennaio.
Per l’influenza l’Australiana siamo meno fortunati che per il covid. Nel senso che per quest’ultimo abbiamo due farmaci ed uno è ospedaliero. Invece per l’influenza ne abbiamo solo uno ad uso ospedaliero.
“Siamo più sfortunati per il virus anti influenzale”, lo metto tra virgolette rispetto al covid, in quanto abbiamo un armamentario terapeutico più di ridotto, anche se sicuramente efficace e la terapia va riservata alle complicanze gravi dell’influenza, quali soprattutto la polmonite.
Terapia che va somministrata unicamente in ospedale
Quindi, se uno ha il virus l’australiana cosa deve fare?
I soliti trattamenti sintomatici. Se invece l’Influenza vira verso la complicanza più rilevante, cioè da polmonite influenzale, beh, allora c’è l’ospedale con farmaci specifici
I bambini, sono stati quelli maggiormente aggrediti dall’influenza
Il virus deve per forza girare, e in questo momento, gira molto di più quello influenzale.
I bambini lo portano a casa ai nonni ed alle persone fragili, ma sia i nonni che le persone fragili spero si siano già protetti per tempo
La notte di San Silvestro le piazze d’Italia sono state gremite di gente. Cosa dobbiamo aspettarci?
Un picco tra una decina di giorni dopo il Capodanno.
Potrebbe esserci il rischio di un’altra chiusura?
Dipende sempre dal numero dei pazienti rilevanti da ospedalizzare e soprattutto da quanti di loro si vuole evitare che si ospedalizzino.
Sostanzialmente è una misura presa nei confronti delle virosi respiratorie più rilevanti, la stessa che avevamo avuto all’inizio del covid. E’ praticamente quella di questo periodo.
Dott. Garavelli: “Temo un virus molto letale ed estremamente diffusibile”
Torneremo mai alla normalità?
Il problema è sempre e comunque lo stesso. Si teme che prima o poi comparirà un nuovo virus respiratorio più probabilmente di tipo influenzale piuttosto di tipo coronavirus, il quale avrà due caratteristiche perniciose: da un lato l’estrema diffusibilità; dall’alto l’estrema aggressività e mortalità.
Questo è un rischio che dobbiamo tenere conto e dobbiamo tenerci preparati.
Il grande timore dell’infettologia è che prima o poi comparirà per mutazioni e combinazioni fra uccelli, maiali e uomo un nuovo virus influenzale molto letale esternamente diffusibile. Lo sto anticipando magari di qualche anno
Vengono i brividi a sentire questo, ma la medicina che cosa potrà fare a riguardo?
Può fare tante cose. La medicina ci ha messo a disposizione un potente farmaco antinfluenzale. Ricerche ulteriori sono in corso. Si si sta studiando un panvaccino contro tutti i virus influenzali.
Speriamo bene. Buon anno dott. Garavelli
Buon anno a te direttore e a tutti i tuoi lettori