PUGLIA – UIL Taranto alla Mobilitazione di Bari: “Meno campagne elettorali, più progetti, più politiche attive e fatti. Taranto è una polveriera”
Una partecipazione massiccia di lavoratori e lavoratrici, pensionati e pensionate quella che nella giornata del 20 dicembre ha permesso, nei pressi della Regione Puglia, di affermare con forza e vigore le ragioni del nostro NO a una legge di Bilancio del Governo. Manovra ritenuta ingiusta secondo la UIL e che aumenta le disuguaglianze sociali; che non offre risposte occupazionali; che penalizza le pensioni e il Mezzogiorno; che non garantisce investimenti per i servizi essenziali e che non affrontabile deve il dramma delle morti sul lavoro.
Per la seconda volta, la prima giorno 13 dicembre davanti alle prefetture pugliesi, la UIL ha colto anche l’occasione per palesare una situazione vertenziale regionale che preoccupa e non poco, consegnando un documento unico riassuntivo di tutte le criticità industriali e lavorative della Puglia al Presidente della Regione Michele Emiliano, alla Presidente del Consiglio Regionale Loredana Capone e al Presidente Anci Antonio Decaro.
In questo scenario la UIL di Taranto ancora una volta ha rappresentato al Governo pugliese una situazione ionica “esplosiva”. Il quadro esposto dal Coordinatore provinciale Pietro Pallini è risultato essere complesso e grave sia per la portata delle vertenze (35 delle 51 di tutta la Puglia sono proprio nel capoluogo ionico), sia per il numero dei cassintegrati coinvolti: “Su Taranto la Regione annuncia progetti per diversificare l’economia del territorio. Bene, però ancora non è chiaro come ciò avverrà e quanto tempo ci vorrà, visto che lo stesso Ente è indietro nelle politiche attive del lavoro e il tempo non è certo dalla nostra parte; di Taranto in particolar modo. Noi chiediamo che non si parli più per slogan ma che si affrontino una volta per sempre i problemi: meno campagne elettorali, più progetti, più politiche attive, più protezione sociale. Le istituzioni locali si facciano autorevoli portavoce delle rimostranze del sindacato e ci ascoltino se davvero intendono governare il complesso e lungo processo di transizione che Taranto e il Paese si apprestano ad affrontare, in uno dei periodo più bui dal secondo dopoguerra“.