Le cose belle della vita – Storie di mamme e di pettole
Tratto da “Il mare. Tragedie, passioni ed amori impossibili” Camminando una notte d’estate. Di Francesco Leggieri.
Le storie sono tutte belle. Qualcuna può affascinare più di un’altra ma, quel che conta, è che contengano sentimento, amore, passione.
Per noi tarantini, il 22 Novembre è una sorta di Natale tutto nostro. Lo viviamo forse più del Natale stesso e le mamme, nell’occasione, diventano le star di questa giornata. Le mamme, quelle signore a cui non dimostriamo mai tutto l’affetto che meriterebbero. Le mamme, quei donnoni pieni di vita che sono sempre dalla nostra parte, pronti a farci da scudo in ogni occasione.
Un po’ di anni fa, ma non troppi, decisi di scrivere due righe per la mia mamma che poi riportai nel primo dei miei libri. Spero che questo scritto possa piacervi.
A MIA MADRE (scritto il 22 novembre del 2009)
“Tra le cose vecchie quel vestito lungo dei vent’anni tuoi come allora bello coi merletti non più bianchi per l’età. Donna tu mia madre scopro per la prima volta io a spiarti dalla porta tra le vecchie cose tue. L’emozione cade nei pensieri della stanca tua realtà chiaro quel ricordo si fa strada tra la fantasia e l’età”. Recitava così una canzone dei Pooh, Eleonora mia madre. Scritta da Roby Facchinetti e Stefano D’Orazio. Una poesia senza pari, una dedica speciale, un vero omaggio a chi, sulla terra, dobbiamo la vita. A chi per noi ha sacrificato la gioventù: mamme vere, quelle di un tempo, uniche nel loro genere, perché capaci di sacrificarsi per noi, dal fiocchettino dell’asilo al pranzetto fuggente di qualche giorno malinconico, dove, anche da adulti, ci si rifugiava. Parlo e scrivo per me, è chiaro, ma credo che in tanti si possano riconoscere in questa storia di vita. Questo è il primo anno che la mia mamma non è più qui (Novembre 2009). E’ Domenica 22 novembre, Santa Cecilia, ed ho scelto la via della fuga da tutto e tutti. Complice la trasferta a Lanciano della squadra di calcio della mia città, Taranto, sono partito al seguito dei rossoblu. Non potevo immaginare una Santa Cecilia senza “le pettole”, classiche frittelle delle nostre parti, senza che le avesse fatto la mia Mamma: l’odore dell’olio caldo, il sapore del miele (che non tutte le mamme usano), lo zucchero sul prodotto finito, generato con sapienza, da una pasta particolare, che solo le anziane sanno far lievitare come si deve. E’ questo il mio pensiero, non voglio che vi giunga un messaggio di tristezza, anzi deve essere il più gioioso possibile: fate in modo che le mamme e le nonne non restino mai sole, soprattutto durante le festività natalizie che stanno per arrivare, rendetele partecipi di ogni momento, fate che si sentano sempre regine, per non dover mai rimpiangere un giorno di non averle fatto sorridere. Ciao Mamma.