Pagliaro : “No alle trivelle nelle acque del Salento”
Posted On 11/11/2022
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Pagliaro (La Puglia Domani): “No alle trivelle nelle acque del Salento, sarebbero inutile e dannose. Solo il 5 o 6% di gas non vale la devastazione del mare e del paesaggio”.
L’ombra delle trivelle torna a riecheggiare sulle acque del Salento e della Puglia. “Siamo sempre stati contrari e continueremo ad esserlo – ha dichiarato il Consigliere Regionale Paolo Pagliaro– ad una imposizione calata dall’alto di un metodo devastante di ricerca degli idrocarburi in mare. Tutto questo per ricavare appena il 5-6% per cento del gas che serve al Paese.
Minacciare il nostro mare, secondo il Consigliere regionale, per pochi barili di petrolio, peraltro di pessima qualità, sarebbe un delitto. L’impresa non varrebbe la candela, come recita una famosa espressione che ben si addice alla circostanza. Non si può mettere in crisi un intero ecosistema nel tentativo di ricavare una quantità di idrocarburi insignificante che potrebbe avere forti impatti ambientali come la subsidenza, scoppi di pozzi, dispersione nel mare di rifiuti speciali, anche tossici.
“Siamo una regione ad alta vocazione turistica, e il paesaggio ha una valenza fondamentale-continua il Consigliere regionale salentino – chi verrebbe a passare le vacanze su una costa salentina e pugliese, se all’orizzonte si stagliasse l’obbrobrio di una enorme piattaforma petrolifera?”. Già, chi ci verrebbe, soprattutto quando l’economia non solo del Salento, ma dell’intera regione si basa sul turismo e soprattutto sulla inalterata purezza del proprio mare?”
C’è un no ormai assodato contro le trivellazioni offshore. I Salentini e i pugliesi si sono espressi in modo inequivocabile nel referendum del 2016: il 95% dei votanti ha detto no.
I salentini, ma i pugliesi tutti a quanto pare a fronte di un incremento dell’offerta di gas di produzione nazionale che sarebbe davvero irrisorio metterebbe a rischio di dispersione in mare di rifiuti speciali, anche tossici, o danni alla flora e alla fauna determinati dalle tecniche di trivellazioni airgun, senza considerare i danni irreversibili che un incidente potrebbe causare in un mare chiuso come l’Adriatico o lo Jonio. L’airgun è una tecnica utilizzata dai geofisici per l’ispezione geosismica dei fondali marini. Di fatto viene sparata dell’aria compressa in acqua, in modo tale da produrre delle onde che si propagano nel fondale, venendo poi riflesse dagli strati della crosta terreste.
“La mozione contro le trivelle in mare, approvata all’unanimità a febbraio 2021 – conclude Pagliaro – è stato uno dei miei primi atti da consigliere regionale, e ha cristallizzato l’impegno della Regione a prorogare lo stop ai permessi a trivellare nei nostri mari per la ricerca di idrocarburi e gas da parte di multinazionali senza scrupoli. La minaccia che i motori delle trivelle possano riaccendersi incombe di nuovo, e allora siamo pronti ad una nuova battaglia. Come nel 2014 quando organizzammo insieme ai partiti che oggi sono al Governo, convegni a Lecce, Gallipoli, Porto Cesareo e una imponente manifestazione a Santa Maria di Leuca, e poi innumerevoli iniziative che hanno costellato una campagna di sensibilizzazione anche sulle spiagge, come nel marzo 2016 per il sì al referendum No Triv, coinvolgendo e motivando i cittadini ad un’opposizione ferma e consapevole a questa iniziativa voluta dal Governo Renzi. Quel no vale oggi come allora”.
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