Coldiretti Puglia: “grano; è allarme globale su certezza e salibrità del cibo che spinge gli italiani all’autosufficienza a tavola”
L’allarme globale provocato dalla guerra in Ucraina sulla certezza e salubrità del cibo ha fatto emergere una maggior consapevolezza sul valore strategico rappresentato dal cibo e dalle necessarie garanzie di qualità e sicurezza. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, in relazione al fermo amministrativo per motivi di sicurezza a cui è stata sottoposta la nave ‘Triumph IV’ arrivata lo scorso 9 settembre nel porto di Bari con un carico di 6mila tonnellate di grano ucraino. La crisi ucraina e i suoi contraccolpi globali hanno messo in evidenza quanto l’Italia sia deficitaria su molti fronti per quando riguarda il cibo ed è costretta ad importare i 3/4 (73%) della soia, il 62% del grano tenero per biscotti e pane e il 35% del grano duro per la pasta.
“L’Italia è costretta ad importare materie prime agricole a causa dei bassi compensi riconosciuti agli agricoltori” afferma il presidente della Coldiretti Puglia, Savino Muraglia, nel sottolineare “l’importanza di intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione. Ci sono le condizioni per rispondere alla domanda dei consumatori ed investire sull’agricoltura del nostro territorio che è in grado di offrire produzione di qualità realizzando rapporti di filiera virtuosi con accordi che valorizzino i primati del Made in Italy e garantiscano la sostenibilità della produzione in Italia con impegni pluriennali e il riconoscimento di un prezzo di acquisto “equo”, basato sugli effettivi costi sostenuti. Dobbiamo riscoprire la tradizione agricola per puntare all’obiettivo della autosufficienza a tavola per difendersi dalle turbolenze provocate dal conflitto che ha scatenato corse agli accaparramenti e guerre commerciali con tensioni e nuove povertà”
La Puglia è il principale produttore italiano di grano duro, con 360.000 ettari coltivati e 10milioni di quintali prodotti in media all’anno. La domanda di grano 100% Made in Italy si scontra con anni di disattenzione e di concorrenza sleale delle importazioni dall’estero, soprattutto da aree del pianeta che non rispettano le stesse regole di sicurezza alimentare e ambientale in vigore in Puglia ed in Italia, che nell’ultimo decennio hanno portato alla scomparsa di 1 campo su 5 con la perdita di quasi mezzo milione di ettari coltivati, con effetti dirompenti sull’economia, sull’occupazione e sull’ambiente. Occorre lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali ma è necessario investire per aumentare produzione e le rese dei terreni con bacini di accumulo delle acque piovane per combattere la siccità ma serve anche contrastare seriamente l’invasione della fauna selvatica che sta costringendo in molte zone interne all’abbandono nei terreni e sostenere la ricerca pubblica con l’innovazione tecnologica a supporto delle produzioni, della tutela della biodiversità e come strumento in risposta ai cambiamenti climatici. Bisogna invertire la tendenza ed investire per rendere il Paese il più possibile autosufficiente per le risorse alimentari facendo tornare l’agricoltura centrale negli obiettivi nazionali ed europei, conclude Coldiretti nel sottolineare che nell’immediato occorre salvare le aziende agricole da una insostenibile crisi finanziaria per poi investire per aumentare produzione e le rese dei terreni.
Federazione Regionale Coldiretti Puglia