Guardiola e Ancelotti: le filosofie di gioco di City e Real
Una finale anticipata. Ecco come potrebbe apparire la doppia sfida tra Manchester City e Real Madrid in programma per le prossime semifinali di Champions League. Le compagini guidate da Pep Guardiola e Carlo Ancelotti erano indubbiamente tra le più temibili del palcoscenico europeo ancora prima di giungere a questo punto. Le filosofie di gioco dei due allenatori, infatti, hanno sempre entusiasmato gli amanti del calcio, a prescindere dai risultati ottenuti dalle squadre plasmate di volta in volta da tecnici tanto quotati. A stupire negli ultimi 15 anni è stato soprattutto Guardiola, che al Barcellona era diventato celebre per il suo “tiki taka”. Ancora oggi il mister spagnolo adotta come modulo di base il 4-3-3, anche se la partecipazione richiesta a tutti i giocatori nelle varie fasi della partita permettono più variazioni a livello tattico.
Il possesso palla delle squadre di Guardiola si sviluppa spesso in via orizzontale, ma il City si distingue anche per una notevole abilità nel recupero immediato del pallone. Pep ha inventato da sé una nuova filosofia di calcio, rivoluzionando il concetto stesso di squadra. Solo Rinus Michels e Arrigo Sacchi erano riusciti in qualcosa di simile nella storia di questo sport. Il Manchester City non è paragonabile al Barcellona di Messi, Xavi e Iniesta, ma i fondamenti sui quali si basa il gioco sono gli stessi di quella formazione, sebbene meno accentuati. In Inghilterra, infatti, Guardiola ha iniziato a far verticalizzare i suoi molto più frequentemente rispetto alle precedenti esperienze.
Ancelotti, invece, corrisponde ad un profilo di allenatore diverso. Stiamo parlando di un allenatore che spesso e volentieri si rivela aziendalista, facendosi apprezzare anche dal punto di vista puramente relazionale. Il rapporto con i calciatori non cambia, che si tratti di un top player o di un gregario della rosa. Ancelotti ha sempre trovato soluzioni utili per far convivere giocatori con caratteristiche differenti, vincendo almeno un trofeo in quasi tutte le società in cui ha lavorato. L’avventura sfortunata al Napoli sembrava aver macchiato la carriera di “Carletto”, ma dopo un anno e mezzo all’Everton il mondo del calcio ha dimostrato di credere ancora molto in lui, tanto che a giugno del 2021 gli è stata affidata per la seconda volta la prestigiosa panchina del Real Madrid.
Ancelotti ha abbandonato gradualmente il 4-4-2, prediligendo fondamentalmente il 4-3-3. Nonostante l’assenza di Cristiano Ronaldo, che aveva trascinato il Real alla conquista di 3 Champions di fila tra il 2016 e il 2018, i madridisti hanno riscoperto un nuovo bomber in Karim Benzema, che dopo la partenza del portoghese ha puntualmente superato quota 20 gol in ogni stagione. A differenza delle squadre di Guardiola, il Real Madrid punta molto meno sul gioco corale e si affida di più ai guizzi dei singoli. Era così anche ai tempi di CR7, ma d’altro canto anche la magia di Modric che ha contribuito a risolvere l’ultimo quarto di finale con il Chelsea ne è la prova.
Citizens e Blancos si affronteranno in Inghilterra il 26 aprile e in Spagna il 4 maggio. Il bilancio tra Manchester City e Real Madrid in Champions League è straordinariamente equilibrato: 6 partite, 2 vittorie a testa, 2 pareggi, 7 gol all’attivo per entrambe, ed anche questo aspetto statistico rende difficile mettere a punto un pronostico oggi. L’altra semifinale dell’edizione attuale della Champions League sarà disputata tra Liverpool e Villarreal. Va da sé che chi avrà la meglio tra Guardiola e Ancelotti sarà probabilmente il favorito assoluto per la vittoria finale della coppa. Guardiola è a Manchester da 6 anni ed è già arrivato una volta in finale. Ancelotti, però, ha già conquistato l’Europa che più conta con il Real Madrid, nel 2014.