C’era una volta il Mobilificio Carbotti, oggi Via Fratelli Carbotti
Erano i primi anni del ‘900 quando a Martina Franca i fratelli Silvestro e Giuseppe Carbotti,
più o meno che ventenni, andarono a bottega per imparare il mestiere di falegname, come si era solito fare allora. Ciascuno per proprio conto, impararono il mestiere da dei maestri artigiani dell’epoca. Il primo ebbe come maestri Totonne Buonfrate, Eugenio Semeraro e Pietro Raguso, mentre Giuseppe andò a bottega da Eligio Pizzigallo e Leonardo Lacarbonara.
Nel 1920 decisero di fondare una ditta denominandola “Fratelli Carbotti”. In pratica era una piccola attività che realizzava mobili artigianali.
Inizia così la storia di una azienda di famiglia alla quale, dopo oltre un secolo, l’Amministrazione Comunale della loro città gli ha dedicato una via.
Ma andiamo per gradi. Per differenziarsi dai tanti artigiani del legno di allora che vendevano mobili solo su ordinazione, Silvestro e Giuseppe decisero di mettere su un laboratorio nel quale venivano prodotti ed assemblati i primi mobili e, dopo pochissimo tempo, aprirono uno spazio espositivo nel quale i clienti potevano liberamente ammirare e scegliere i vari componenti di arredamento realizzati artigianalmente.
E’ nata così la prima industria di mobili di Martina Franca. Fu addirittura tra le prime ad essere iscritte presso la Camera di Commercio di Taranto. Il primo laboratorio sorse in Via Arco Valente nel centro storico della cittadina della Valle d’Itria, in seguito si trasferì in Via Ignazio Ciaia, sempre nella città vecchia, con esposizioni in Via Garibaldi, dove oggi sorge la Società Operaia. I Carbotti, fin dall’inizio si distinsero per serietà e puntualità nelle consegne, tanto che il brand “MOBILIFICIO CARBOTTI” si diffuse ben presto nei paesi limitrofi. A quei tempi il mobiliere era il primo punto di riferimento degli sposi che dovevano scegliere il “Mobilio”, ai quali suggerivano come arredare la nuova casa, tenendo conto anche delle disponibilità finanziarie. Insieme alle sarte che confezionavano l’abito da sposa, era tra i pochi estranei che venivano invitati al pranzo nuziale. Nel 1953 viene a mancare Giuseppe. Dopo la morte del fratello anche Silvestro decise di passare la mano, ma l’humus che i due avevano coltivato con la loro grande capacità e i valori che avevano saputo trasferire ai loro figli, permisero che Domenico, Oronzo, Martino, Francesco, Arcangelo, ai quali si aggiunsero successivamente Giuseppe, Silvestro, Gennaro ereditassero la maestria dei loro genitori dando vita ad una nuova società che oggi sarebbe piuttosto rara, in quanto nove persone, tra fratelli e cugini in comunione e condivisione sono andati in perfetto accordo fino alla chiusura della società avvenuta nel dicembre 1999 per sopraggiunti limiti d’età della maggior parte dei componenti Una generazione d’altri tempi, quando le decisioni venivano prese per alzata di mano ed in comune accordo. I fratelli Carbotti hanno rappresentato un raro esempio di impresa, con una costante crescita di spazi espositivi: prima in Via Paisiello (nella sede attuale del Bar Adua)
successivamente in via Ceglie, fino a realizzare il primo “Palazzo del Mobile” del meridione, allacciando rapporti commerciali con le più grandi fabbriche del mobile, prevalentemente di stile classico tanto caro al Mobilificio Carbotti. Fabbriche provenienti da Cantù della Brianza, del Veneto e della Toscana che a Bari presentavano le anteprime delle lori produzioni. E’ il 1960 il quando il mobilificio si trasferisce nella grande e definitiva sede di Via Taranto, sempre a Martina Franca, con un volume espositivo esteso su ben cinque piani. Il brand cresce in maniera esponenziale, tanto da essere sempre presente come espositore alla rinomata “Fiera del Levante” durante la quale in una edizione lo stand fu visitato da Aldo Moro. E’ il 1968, quando i Carbotti sono i promotori a livello regionale di “Mobilevante”.
Nasce in Puglia una esposizione di numerose aziende produttrici, provenienti da tutto il territorio nazionale che presentano ed espongono le novità più rilevanti nel campo dell’arredamento. Ma il fiore all’occhiello dei fratelli Carbotti rimane l’attribuzione della prestigiosa onorificenza “Caravella d’Argento” con Diploma d’Onore. Una onorificenza di grande rilevanza e lustro per la fervida attività commerciale distintasi negli anni per serietà e competenza.
Antonio Rubino