Impegno Civico a difesa dei martinesi che desiderano diventare proprietari di casa
Un’annosa questione quella sollevata da una interpellanza di alcuni consiglieri ieri in consiglio comunale: quella dei proprietari di unità abitative realizzate con interventi di edilizia residenziale pubblica.
A tale proposito si è segnalato per tecnicismo e pragmaticità l’intervento di un consigliere del movimento Impegno Civico, Giuseppe Chiarelli: «la maggior parte dei martinesi, che ha presentato istanza tesa all’ottenimento della trasformazione del diritto di superficie in diritto di proprietà, hanno i propri procedimenti da tempo bloccati perché gli uffici competenti sono significativamente impegnati in altre attività ed inoltre non hanno la documentazione necessaria per dare avvio all’istruttoria in quanto si tratta per lo più di edifici costruiti da cooperative più di 35 anni fa».
In riferimento a quanto fin qui riportato, il consigliere Chiarelli ha richiamato la legge n. 241/90 avente ad oggetto le “norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi” e più specificatamente si è concentrato Sulla nuova norma introdotta con il “decreto semplificazioni”, ossia il comma 2-bis dell’art.1 che recita “i rapporti tra il cittadino e la pubblica amministrazione sono improntati ai princìpi della collaborazione e della buona fede”.
«Questa legge, ed in particolare questo articolo, ha introdotto il principio di leale collaborazione tra il cittadino e la Pubblica Amministrazione» ha proseguito il prof. Chiarelli. «È chiaro che non ci sarebbe dunque nulla di erroneo o anomalo, ai sensi e per gli effetti di questo principio, se la pubblica amministrazione intendesse richiedere al cittadino l’esibizione o la produzione dei progetti originari, delle autorizzazioni in originale. Sono certo che i presidenti delle cooperative costruttrici conservino quanto necessario al Comune per consentire agli istanti di trasformare il proprio diritto di superficie in diritto di proprietà».
La ratio è quella di semplificare i procedimenti amministrativi, di consentire dunque ai cittadini di ottenere le opportune risposte nei termini di legge. Altrimenti si configurerebbe per il Comune di Martina Franca un silente inadempimento punibile con una sanzione pecuniaria pari a € 30 per ogni giorno di ritardo per un massimale di € 2.000.