Taranto Jazz Festival, manifestazione coraggiosa
Taranto Jazz Festival: manifestazione coraggiosa.
Nata da poco, è secondo anno della rassegna, il Taranto Jazz Festival ha già ha assunto le sembianze delle grandi manifestazioni nonostante il periodo di restrizioni causa Covid, che ha bloccato rassegne ben più storiche e navigate. Il merito va alla giovane associazione Taranto Jazz Festival, degnamente rappresentata dal direttore artistico Antonio Oliveti: nel giro di 2 anni ha fatto passi da gigante proponendo oggi, oltre alle 3 date importanti (21luglio Paolo Fresu, 22 luglio Fabio Concato e 23 luglioStefano Bollani), anche una serie di eventi e concerti minori dislocati in varie location della città, tra cui il concerto dell’alba che quest’anno vedrà come protagonista JoeBarbieri l’8 agosto, alla banchina Contrada Cimino-Manganecchia. Tutto questo è stato possibile anche grazie alla totale collaborazione del comune di Taranto tramite ilvice sindaco Fabiano Marti che ha contribuito non poco, a realizzare i progetti proposti all’amministrazione, definendo Taranto la città dei festival vista quantità e qualità di manifestazioni che hanno invaso e invaderanno la città.
Giorno 21 luglio si è esibito Paolo Fresu, con una formazione di tutto rispetto: Petra Magoni (voce), Filippo Vignato (trombone e tastiere), Francesco Diodati (chitarra), Francesco Ponticelli (contrabbasso) e Christian Meyer(batteria), presentando un progetto dedicato interamente al grande David Bowie. Brani famosi e non, arrangiati da tutti quanti i musicisti, che hanno evidenziato capacità e valore del gruppo che insieme creava atmosfere rock miste a sonorità jazz e si fondeva in un sound a primo impatto risultato ostico, ma col passar del tempo piacevole, grazie alla capacità del grande Fresu di fare da collante con il suo inconfondibile sound di tromba. La mattatrice della serata è comunque stata Petra Magoni, che da vera rocker, ha movimentato un pubblico inizialmente titubante (magari pronto ad un concerto con sonorità completamente jazz), ma che poi si è tuffato nel flusso del sound, cantandoinsieme brani tra i più famosi: Heroes, This Is Not America, Life On Mars, Warszawa, When I Live My Dreams e tante altre. Tutti soddisfatti avendo assistito ad uno spettacolo eccellente durato per ben due ore. “Credevate di essere a un concerto di jazz” ha detto Petra Magoni ironiamente, notando la staticità partecipativa iniziale del pubblico.
Il 22 invece è toccato a Fabio Concato esibirsi con il Paolo Di Sabatino Trio (Paolo Di Sabatino, Marco Siniscalco e Glauco Di Sabatino), che oltre ai brani più conosciuti come Fiore di Maggio, Rosalina e Domenica Bestiale, ha eseguito pezzi meno noti narrando temi ambientali, sociali e civili, interpretati in chiave jazzistica. Piacevolissimo e molto elegante, il pubblico ha cantato assieme all’artista i brani più famosi della sua lunga carriera.
Il 23 è stato il turno del grande Stefano Bollani, abituato ai sold out com’è stato in questa occasione. Concerto strepitoso, al solito, nel quale ha rivisitato, arrangiandola e interpretandola, l’opera “Jesus Christ Superstar” di Lloyd Webber e Rice, raccontando aneddoti e particolari sconosciuti ai più, anticipando ogni brano con una spiegazione dettagliata storica, senza far mancare un pizzico di ironia.
La capacità di coinvolgere il pubblico Bollani ce l’ha nel sangue, e riesce a dimostrarla a pieno quando a fine concerto la platea diviene protagonista, scegliendo diecibrani da fargli suonare, riuscendo a fonderli tra loro: questiminuti di puro divertimento valgono l’intero prezzo del biglietto. Your Song, Summer Time e persino la sigla del cartone animato Jig Robot, questi alcuni dei brani che ha fuso, mixandoli ironicamente come lui solo sa fare. Pubblico in visibilio, applausi scroscianti: geniale Stefano Bollani come pochi in Italia.
Antonio Pisani
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