Peluso (CGIL): “Si salvano le aziende delle Nord e al Sud nessuna risposta”
Il tavolo interministeriale del primo aprile scorso ha deciso: a salvare la Corneliani e i suoi 140 lavoratori saranno fondi dello Stato.
A dispetto della data non si tratta di un pesce d’aprile ma di una vera e propria scelta operata dal Ministro per lo Sviluppo Economico, Giorgetti, che all’inizio di questo mese ha infatti scelto di salvare la storica azienda di abbigliamento di Mantova e così il suo cartello produttivo, mettendo addirittura ben 17 milioni di euro sul tavolo (tra Invitalia e Investcorp) e lasciando, invece, senza risposte altre vertenze, come quella che insieme a CISL e UIL, da questi meridiani avevano posto, partendo ad esempio dall’annosa vicenda dei 130 lavoratori ex Isola verde.
Così il segretario della CGIL di Taranto, Paolo Peluso che richiama l’appello alle istituzioni che le confederazioni sindacali solo qualche settimana fa lanciò per accendere un faro sulle vertenze occupazionali tarantine.
Lo Stato che interviene con fondi pubblici sul salvataggio di aziende in profonda crisi è di per se una buona notizia – continua Peluso – l’importante che il buon proposito non riguardi solo le imprese del Nord.
Non a caso avevamo chiesto, in sede di incontri in task force regionale e in Prefettura di verificare presso Invitalia e presso il Governo il possibile utilizzo dei 23milioni di euro che Invitalia ha ancora a disposizione per il reinsediamento industriale a Taranto. Non sappiamo neanche se quella verifica sia mai stata compiuta.
Le vertenze che oggi premono alle porte sono tante ed oltre ai lavoratori ex Isola Verde impegnati fino a qualche settimana fa nel progetto Verde Amico, ora ci sono anche quelli dell’Albini di Mottola. Cartelli produttivi – dice ancora il segretario della CGIL di Taranto – che meritano soluzioni simili a quelle individuate per la nota marca di abbigliamento del Nord.
Siamo convinti che queste difficili storie di disoccupazione e abbandono industriale abbiamo anche nell’inerzia politica una parte del loro male – conclude Peluso – pertanto non ci arrendiamo e rinnoviamo l’appello a Provincia, Comune e Regione affinché si attivino immediatamente e salvare oltre al lavoro, anche la dignità di un territorio che oltre al danno rischia di beccarsi la beffa delle risorse dirottate altrove.