In queste condizioni a Manduria il turismo non si svilupperà mai!
La litoranea manduriana dagli anni ’50 ad oggi non ha visto praticamente cambiare nulla se non i connotati del paesaggio, aggredito da un’edilizia selvaggia e senza regole che ha malamente deturpato un lungomare che molti avrebbero invidiato. Al contrario di quanto promesso negli anni da tutti i politici che si sono avvicendati a Palazzo di Città, la litoranea di Manduria – che si estende per ben 18 chilometri – non ha mai assunto il ruolo di esempio e di modello per un ipotetico sviluppo turistico, malgrado la presenza di un mare da fare invidia, un paesaggio dunale con rigogliosa macchia mediterranea e riserve naturali.
Al contrario altre località non molto lontane, come Porto Cesareo e Gallipoli, pur avendo delle spiagge meno ampie e spazi più limitati, hanno saputo ben valorizzare il proprio patrimonio naturale creando luoghi di villeggiatura noti e nominati ormai anche a livello internazionale.
Non si può pretendere di parlare di turismo su una litoranea con strade impraticabili e dissestate, cumuli di rifiuti e strutture abbandonate come ad esempio fabbricati fatiscenti e ruderi che giacciono – dimenticati da anni – ai bordi delle spiagge. Fatto sta che le lamentele dei proprietari di case di villeggiatura crescono a dismisura per aver visto precipitare vertiginosamente le quotazioni dei loro investimenti immobiliari, mentre albergatori e ristoratori appaiono sempre meno ottimisti, considerato che il “turismo” attualmente sulla costa manduriana è costituito preminentemente da pendolari, i cosiddetti “turisti sporca e fuggi”. Inoltre da sempre è latente una vera organizzazione per ciò che riguarda il commercio ambulante e nel frattempo si assiste alla più sfrenata anarchia da parte delle migliaia di bagnanti che quotidianamente invadono senza regole le spiagge, improvvisando tendopoli stile immediato dopoguerra. Questo tipo di “vacanzieri della domenica” non soltanto portano poco utile ma usufruiscono di quei pochi servizi che vengono pagati con soldi dei manduriani. Infatti il comune di Manduria provvede alla pulizia delle spiagge, alla rimozione delle tonnellate di rifiuti che vengono ammucchiati ai bordi delle spiagge e delle strade, senza nulla ricevere in cambio da codesti “pseudo turisti” che non fanno altro che rovinare l’immagine del territorio e scoraggiare chi, dopo avere visto le potenzialità della zona, aveva abbozzato una minima intenzione di installarvi strutture ricettive. A condire malamente il tutto si aggiungono i soliti piromani che appiccano incendi distruggendo flora e fauna della macchia mediterranea, mentre le maestose dune – ricostruite con investimenti notevoli – vengono scambiate per bagni pubblici di cui la litoranea manduriana è completamente sguarnita.
Al danno si aggiunge anche la beffa di dovere sopportare, a poche centinaia di metri dalla spiaggia, la presenza di un enorme impianto di depurazione dei reflui in cemento armato. Per quanto ci si voglia sforzare ad offrire spettacoli di animazione e attività di accoglienza durante l’estate, spendendo altri soldi dei manduriani, nelle condizioni attuali il problema principale resta il degrado che si crea su tutta la litoranea che non è affatto edificante. Nel frattempo, sono certamente confortanti e bene auguranti le promesse di cambiamento e l’attenzione verso il territorio sciorinate dai vari candidati sui palchi in campagna elettorale. Se è vero che nessuno possiede la bacchetta magica per risolvere tutto e subito, sarebbe auspicabile che almeno il 20% di quanto si sta ora promettendo possa essere attuato: ciò costituirebbe già un bel passo avanti verso quel turismo che per ora rimane ancora un miraggio.
Gianluca Ceresio