Gianfranco Chiarelli: con la Lega la vittoria è a portata di mano
L’ex deputato e consigliere regionale ai pugliesi: “Dateci la possibilità di agire concretamente per il bene di questa Regione”
Siamo entrati nel vivo della campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio regionale della previsto per il 20 e il 21 settembre. Le liste sono state presentate. Non sono mancate sorprese dell’ultima ora su alcuni nomi di candidati, tra illustri esclusi e sconosciuti in corsa.
Uno dei maggiori esponenti della provincia di Taranto per la coalizione del centrodestra, guidata dal candidato presidente Raffaele Fitto, è l’On. Gianfranco Chiarelli, il quale nelle competizioni elettorali – di vario tipo – ha sempre spiccato, attestandosi fra i destinatari di maggiore consenso in terra di Puglia.
Avvocato cassazionista nato e operante a Martina Franca, Chiarelli ha seduto tra i banchi del Consiglio regionale pugliese per ben due volte, venendo eletto sia nel 2005 che nel 2010 nelle fila del centrodestra, in opposizione ai due governi regionali a guida Vendola.
Nel 2013 è approdato alla Camera dei Deputati, svolgendo prestigiosi incarichi tra i quali quello di presidente della Commissione Giustizia, componente della Giunta per le Autorizzazioni, del Comitato parlamentare per i procedimenti d’accusa e del Collegio d’Appello. Nella XVII legislatura la sua firma è comparsa su ben 30 disegni di legge e una cinquantina d’interpellanze e oltre 80 interrogazioni, occupandosi principalmente del territorio pugliese e particolarmente di quello tarantino.
Nel 2018 è nuovamente candidato alle elezioni politiche ma nonostante l’altissimo consenso personale, il collegio va al concorrente del M5S. Nel corso degli ultimi anni si è confermato quale punto di riferimento del centrodestra. Recentemente è investito del ruolo di vice segretario regionale della Lega. Lo incontriamo alla presentazione della lista della Lega in provincia di Taranto.
Onorevole Chiarelli, Lei non ha avuto mai la possibilità di stare al Governo, né regionale né nazionale, pur essendo stato eletto diverse volte e avendo ricoperto incarichi istituzionali di primaria importanza
Penso sia utile ricordare come nel 2005 alla mia prima elezione fui il primo degli eletti. Perdemmo per una manciata di voti contro Nichi Vendola. Idem per le elezioni regionali del 2010; poi nel 2013 sono stato eletto come deputato con il Popolo della Libertà. Quale esponente della minoranza, in Regione Puglia, ho ricoperto l’incarico di presidente della Commissione affari istituzionali, poi alla Camera nella XVII legislatura sono stato capogruppo in Commissione Giustizia, membro della Giunta per le Autorizzazioni, del Comitato parlamentare per i procedimenti d’accusa e del Collegio d’Appello. Un lavoro ricco di impegno e soddisfazioni, ma pur sempre in minoranza.
Avv. Chiarelli, nel corso degli anni è sempre rimasto coerentemente nel Centrodestra, sebbene siano cambiate le sigle. Oggi rappresenta la Lega nel territorio. La sua storia politica racconta anche un grosso risultato elettorale a Martina Franca che potremmo definire storico
Sì, avvenne alle politiche del 2018. Nel mezzo dello tsunami politico nazionale targato 5 stelle, per la prima volta a Martina Franca fui gratificato con un consenso straordinario.
Gli elettori mi attribuirono circa 12mila voti. Il mio comune fu il primo della provincia e l’unico in Puglia a superare sia in percentuale che numericamente i voti del Movimento 5 Stelle. Nonostante questo però non riuscii ad essere eletto poiché il M5S fece presa su una serie di promesse politiche che poi, dopo due anni, si sono rivelate chimere senza nessuna attuazione. Il Movimento 5 stelle viene quotidianamente sbugiardato ed ha sostanzialmente tradito giorno dopo giorno i propri principi ispiratori che sembravano dovessero rinnovare la politica italiana.
Onorevole, parliamo della sua decisione di passare alla Lega. È stata una scelta di pancia o di testa?
La mia è stata una scelta fatta con il cuore e frutto di riflessione. Ho apprezzato molto in Parlamento la tenacia di diversi colleghi della Lega, a questo si aggiunge la profonda ammirazione per il modo in cui questo partito ha amministrato nel corso degli anni i territori dove ha governato. La motivazione della mia adesione è semplicemente questa.
Ora il primo obiettivo è quello di avere finalmente una rappresentanza della Lega in Consiglio regionale e poterci ispirare alle buone pratiche realizzate dai nostri amministratori in altre regioni d’Italia: dalla agricoltura alle politiche per il lavoro, dalla burocrazia alla sanità.
Non possiamo parlare di sondaggi, però sicuramente sareste fondamentali per l’eventuale vittoria del vostro candidato alla presidenza della Regione. Dopo 15 anni il centrodestra ha la reale possibilità di andare al governo della Puglia.
Spero ciò avvenga. Ci tengo però a sottolineare che se questa unione del centrodestra è avvenuta lo si deve esclusivamente a Matteo Salvini. Sapete infatti che c’erano delle giuste pretese in ordine alla candidatura di un esponente della Lega che avrebbe potuto guidare la Regione.
Matteo Salvini ha avuto il buon senso e la lungimiranza di fare un passo indietro: ha dimostrato veramente di tenere alla Puglia ed ai pugliesi con questo gesto.
Non ha voluto creare strappi come avvenuto in legislature passate con inamovibili prese di posizione, ma ha smussato gli angoli, ha ceduto il passo e quindi ha dato la possibilità all’intero centrodestra pugliese di ricompattarsi giocando ad armi pari questa partita con il centrosinistra.
Possiamo farcela sia per l’esperienza che Raffaele Fitto ha maturato nel corso del tempo ed anche per l’incapacità amministrativa che ha dimostrato Emiliano in questi cinque anni di governo.
Si è scongiurato per voi un accordo tra Emiliano e il Movimento 5 Stelle che poteva esservi fatale.
Sarebbe stato l’accordo della disperazione. Va anche detto che la sommatoria di due forze non necessariamente porta al risultato sperato. È chiaro come il M5S abbia tradito tutti i suoi principi ispiratori: uno su tutti la deroga sul doppio mandato.
Possiamo poi considerare una lunga serie di cose promesse e non realizzate anche nel nostro territorio, problematiche annose non risolte.
Il disastro che il centrosinistra lascia in questa terra, dopo 15 anni, è sotto gli occhi di tutti: ospedali chiusi e reparti depotenziati, agricoltori in ginocchio a causa di una pedestre gestione della xylella, politiche strategiche per il rilancio della produttività – ad esempio attraverso un significativo rilancio dell’operatività dei Distretti Produttivi – del tutto assenti.
Alla luce di tutto questo in conclusione, onorevole Chiarelli, perché la Lega?
Perché rappresenta una speranza, forse l’unica per il Sud, per la nostra provincia di Taranto ma anche per la regione intera. La dimostrazione è data dalla grande attenzione che i leader nazionali della Lega stanno dedicando alla Puglia attraverso la propria presenza: c’è la voglia di stringere un patto con gli elettori guardandoli negli occhi, raccogliendo le loro istanze per trasformarle in azione di governo.
La Lega non ha mai governato in Puglia. Non ha ancora rappresentanti in regione pur essendo una forza rilevante sull’intero territorio. In queste elezioni vi è la possibilità concreta di poter portare alla Regione competente impegno e straordinaria abnegazione: questa è la cifra caratteristica dei nostri candidati.
Ci auguriamo di poter portare al governo la fermezza e la concretezza necessaria per affrontare tante problematiche, già risolte in altre regioni guidate dalla Lega. Vogliamo dare il contributo determinante al presidente Fitto nella vittoria del centrodestra. Ai pugliesi chiediamo di darci la possibilità di agire concretamente per il rilancio della nostra Regione. Lo dobbiamo ai nostri figli.
La presentazione dei candidati della Lega nel collegio di Taranto è avvenuta martedì scorso alla presenza del vicesegretario federale della Lega On. Andrea Crippa ed oltre all’On Chiarelli, vice segretario regionale e coordinatore provinciale, ha presenziato l’Europarlamentare Massimo Casanova. La squadra che Salvini schiera a Taranto vede: Patrizia Boccuni, Giacomo Conserva, Luigi Laterza, Stefano Liuzzi, Antonio Tramonte, Francesco Turco e Giovanni Ungaro.