Antonella Laricchia: “Se si fosse fatto l’accordo con il PD di Emiliano avrei ritirato la mia candidatura”
Modi gentili e garbati, toni decisi e fermi: così si presenta nella video intervista a Puglia Press TV Antonella Laricchia, la giovane capogruppo del Movimento 5 Stelle nel Consiglio regionale della Puglia, approdata fra gli scranni di via Capruzzi a Bari nemmeno trentenne, giunta seconda sul podio delle elezioni regionali del 2015, alle spalle di Emiliano, superando – seppur di poco – il candidato del centrodestra Schittulli.
Cinque anni a capo della “pattuglia gialla” che certificano un’alacre e ininterrotta attività. Alla data odierna risultano 41 proposte di legge e 11 ordini del giorno presentati, 222 interrogazioni consiliari e 83 mozioni. Attività, questa, affiancata da una costante presenza sul territorio che l’ha portata a essere indicata per la seconda volta dalla base pentastellata quale candidata alla Presidenza regionale della Puglia nello scorso mese di gennaio, nonostante il Movimento si sia spaccato in Puglia con la rottura con Mario Conca che si presenterà anche lui alla Presidenza della Regione.
Dalla rinnovata designazione alla candidatura, avvenuta nei mesi scorsi. Di acqua sotto i ponti ne è passata già parecchia e fino alla seconda metà di settembre, quando le cittadine e i cittadini di Puglia saranno chiamati alle urne, di strada da percorrere ce n’è.
Antonella Laricchia, nell’intervista televisiva sulla nostra emittente, ha ripercorso le fasi salienti della consiliatura ormai agli sgoccioli e illustrato le principali tematiche di questa campagna elettorale, non risparmiando amare stilettate all’intero Consiglio regionale per quanto accaduto lo scorso 28 luglio in merito alla possibilità di esprimere la seconda preferenza di genere facoltativa, saltata per la mancanza del numero legale in fase di votazione. Non abbiamo voluto affrontare in questa intervista la questione ex-Ilva o ArcelorMittal che è probabilmente quella che ha fatto perdere consenso all’intero movimento, soprattutto nella provincia di Taranto negli ultimi due anni. Ci riproponiamo di organizzare una trasmissione monotematica su questo argomento.
Parliamo della lunga notte in Consiglio regionale, consigliera Laricchia. Ho letto e condiviso il suo comunicato
Avremmo dovuto approvare l’introduzione della doppia preferenza di genere nella legge regionale in aggiunta alla quale avevamo chiesto di rendere obbligatorio il requisito per cui i candidati della stessa lista dovevano essere equivalenti, distribuiti tra uomini e donne, nella misura del 60% – 40%, indicazione già presente. La pena, in caso di mancato rispetto, consiste in una multa che molti partiti scelgono di pagare perché sappiamo che tanto i soldi sono sempre i nostri; noi invece avremmo voluto che in caso di mancato rispetto la lista non fosse ammessa alla competizione elettorale. Nell’ultima seduta del Consiglio regionale al riguardo è successo di tutti: gli uomini di Fitto hanno presentato 2000 emendamenti per costringerci a stare lì un paio di settimane… perché di quello si sarebbe trattato; gli uomini di Emiliano invece hanno abbandonato l’aula facendo mancare il numero legale, si sono spaccati. La verità è che queste cose si fanno e anche noi le abbiamo fatte ma per fermare le cose pericolose, gli sprechi, gli abusi. Le donne non sono pericolose in politica, sono preziose! Per questo credo che la corsa si sia conclusa nel peggiore dei modi possibili, offendendo le donne, ma se vogliamo in perfetta coerenza con i modi in cui è stata portata avanti la legislatura in 5 anni.
Mi è sembrata una discussione ipocrita quella fatta in Consiglio regionale. Sapevamo infatti che ogni lista, composta prevalentemente da uomini, stava facendo già campagna elettorale
Sì, l’ho capito quella notte. Vedere chi non vuole introdurre l’obbligo delle liste formate al 60% massimo da uomini e il restante 40% riservato all’altro genere, mi ha fatto capire come loro siano pronti con liste illegali che non rispettano la legge. Per loro non è un problema pagare una multa, avrebbe avuto un problema Emiliano con le sue 14 liste che poi effettivamente 14 non sono. Sembravano d’accordo con la preferenza di genere a parole ma poi al voto avrei voluto vedere. È facile volere la doppia preferenza se non ci sono donne in lista.
Secondo lei cosa accadrà ora?
Ora il Governo nazionale dovrebbe intervenire. Sarà un intervento storico, so che ci stanno lavorando ma sarebbe la prima volta che interviene sulla legge elettorale regionale. Immagino che tecnicamente abbiano fatto le loro analisi possibili. Non doveva accadere politicamente. E’ emblematico di come Emiliano sia scappato dall’aula e dica che a pensarci debba essere il Governo Nazionale; Ha sempre fatto scarica al barile, in tutti questi cinque anni. Penso alla stabilizzazione dei professionisti nella sanità.
Secondo lei, le elezioni potrebbero slittare a dicembre?
La vedo dura e difficile, Direttore. Siamo comunque pronti a tutto. Sappiamo che il rinnovo dei 5 anni è diritto costituzionale, già siamo in proroga per via dell’emergenza sanitaria causata dal Covid-19; non andrei oltre perché rischiamo di creare precedenti pericolosi per la democrazia.
Non ha mai nascosto le problematiche dall’amministrazione Emiliano; quando si è ipotizzato un accordo fra il Movimento 5 Stelle e il PD l’ho vista imbarazzata… Si sarebbe tirata fuori?
Sì, lo confermo: ero inorridita dall’idea. Questa cosa l’accetto a livello nazionale perché in un certo senso lo richiede la legge elettorale.
All’inizio della scorsa amministrazione Emiliano avete rinunciato ad entrare nel Governo della Regione, avevate capito già con chi avevate a che fare
Emiliano ha corteggiato mezza destra. Noi gli abbiamo subito detto no. In televisione affermò che mi avrebbe offerto l’Assessorato all’Ambiente e in cambio si sarebbe accontentato di un’astensione sulle altre materie. Questo perché cercava l’astensione, né sì né no ossia quasi un “stai zitta, prendi i soldi e stai zitta”. Per questo ho potuto sollevare gli scandali riguardanti la nuova sede del Consiglio regionale; criticare e proporre la gestione del PSR in agricoltura, considerando un crimine l’aver speso il 33% del miliardo e mezzo a disposizione dei nostri agricoltori; ho criticato la gestione delle liste d’attesa in sanità. Tutto questo non avrei potuto farlo stando all’offerta di Emiliano che ha preso il settore dei centri per l’impiego dove s’incontrano domanda e offerta e l’ha affidato a Massimo Cassano, una figura a suo parere in grado di allargare il bacino del centro destra. Ha inoltre preso un settore dell’Acquedotto pugliese strategico e lo ha dato a Simeone Di Cagno Abbrescia. Ha fatto lo stesso con i consorzi di bonifica: piuttosto che scegliere le persone migliori che ci sono in Capitanata ha cercato esponenti del centrodestra per allargare il bacino elettorale. I cittadini hanno avuto disservizi, lui ha avuto bacini elettorali che si allargavano. Ci ha provato con noi ma noi non ci siamo stati.
Antonella Laricchia, sono perplesso di quanto sta avvenendo, con Lopalco, pagato ancora oggi come consulente dalla Regione che fa campagna elettorale sotto il marchio del PD. E’ in programma infatti una manifestazione a Grottaglie con lui ed il Direttore Generale dell’ASL di Taranto Rossi. È possibile questo?
Purtroppo l’estromissione di Lopalco non è più diventata legge. Ve lo vedrete candidato.
Come si fa a fare campagna elettorale sotto gli ombrelloni?
Abbiamo una particolare dimestichezza con i social network che ci permette in maniera virtuale di raggiungere le persone. Ci muoviamo inoltre in località turistiche, approfittandone sì per ammirare i nostri paesaggi. Siamo determinati e molto motivati.
Se lei potesse tornare indietro… di questi cinque anni che cosa non rifarebbe?
Avrei investito ancor più nella comunicazione che abbiamo comunque curato in maniera capillare e innovativa. Mi rendo conto che dobbiamo fare comprendere ancor meglio alle donne e agli uomini pugliesi quanto abbiamo realizzato. Ricordo lo scandalo delle “plafoniere d’oro” che abbiamo scoperto noi e per il quale cui abbiamo fatto risparmiare 600mila euro ai pugliesi. Siamo pronti a migliorare.
Antonio Rubino