Taranto – Primo caso positivo al covid-19 in Ilva: operaio ricoverato al “Moscati”
TARANTO – E’ positivo al Coronavirus un operaio di ArcelorMittal, che venerdì sera, mentre era in fabbrica sugli impianti, ha accusato malore e febbre. Il 28 marzo, durante il turno di lavoro, l’operaio aveva accusato i primi sintomi ed era stato portato in infermeria, dove la temperatura corporea segnava 37.9.
L’azienda ha così deciso di far rientrare a casa l’operaio, che è stato portato in taxi nella propria abitazione intorno alle ore 3.00 di notte. Nelle ore successive è stata allertata la guardia medica, seguendo le procedure indicate.
Il tampone sarebbe stato effettuato nella notte appena passata, quando dopo diversi colloqui telefonici, si è individuata la possibilità concreta di una infezione da covid-19 coronavirus. L’uomo è stato prelevato dalla propria abitazione con un’ambulanza e trasportato all’ospedale Moscati. Solo poche ore fa sono arrivati i risultati del tampone, che hanno dato esito positivo.
L’operaio si troverebbe attualmente ricoverato nel reparto di Pneumologia del nosocomio tarantino.
Il sindaco Melucci ha commentato la notizia chiedendo al Prefetto Demetrio Martino di rivedere il decreto che stabilisce la prosecuzione delle attività nello stabilimento ArcelorMittal.: “Invochiamo decisioni immediate e definitive a tutela dei lavoratori dello stabilimento siderurgico e delle loro famiglie. Il provvedimento prefettizio potrebbe non essere sufficiente, l’attività dell’ex Ilva non è essenziale e, per altro, entro poche settimane ArcelorMittal deve comunque provvedere al fermo di molti impianti per effetto della nostra ordinanza sindacale sulle emissioni inquinanti. Non c’è davvero alcun motivo valido per andare avanti.”
USB Taranto : “La notizia del primo caso di contagio da Covid-19 confermato ufficialmente purtroppo era ampiamente prevedibile e, se non si interverrà energicamente, rischia di essere solo la prima di tante altre. Determinante a questo proposito la decisione del Prefetto di mantenere in attività nello stabilimento 3.500 lavoratori, 500 in più rispetto al numero faticosamente raggiunto grazie ad accordi tra noi sindacati e Arcelor Mittal. Da qui si evince che la vita degli impianti dello stabilimento è più importante della vita delle persone. Atteggiamento irresponsabile e superficiale della multinazionale, sostenuta nostro malgrado dalle scelte istituzionali.
Obbligare i dipendenti ad andare a lavorare in condizioni come quelle attuali è tutt’altro che un atto di responsabilità di cui i rappresentanti istituzionali si fanno carico. E’ piuttosto il contrario. Si tratta di una decisione pesante, i cui effetti ricadono sugli altri. Da settimane ripetiamo in maniera insistente che bisogna tenere i lavoratori a casa, diretti e indiretti non fa differenza, preservando gli stessi dal rischio di contagio da Coronavirus che ovviamente aumenta in luoghi di lavoro particolarmente affollati come quello della fabbrica. Ci aspettiamo ora una presa di posizione decisa che metta l’azienda nelle condizioni di adottare tutte le misure utili a contenere il diffondersi del virus nell’acciaieria tarantina. In caso contrario agiremo in autonomia, anche a costo di uscire dalle regole. Il nostro obiettivo è la tutela della salute e della vita di lavoratori e relative famiglie.”