“Azione del Governo insufficiente per i fidi delle banche”
UPALAP è un’associazione e un sindacato di categoria che riguarda le micro e medie imprese pugliesi. E’ praticamente una sigla autonoma, rispetto alle più importanti come Confartigianato e Casartigiani. Il dott. Giorgio Guacci, presidente dell’UPALAP e direttore Commerciale di Lucania Fidi, è un esperto del settore bancario, soprattutto della nostra regione.
Dott. Guacci l’80% delle attività sono chiuse in Italia, con tante incertezze e soprattutto con un forte indebitamento. Ne risentono soprattutto le piccole e medie imprese della nostra regione, già da anni in difficoltà. Come cambia il rapporto con le banche d’ora in avanti?
Di vero c’è che lo Stato ha allargato la possibilità della garanzia pubblica, incrementando la percentuale, ma in realtà non ha fatto nulla di nuovo. Le imprese potevano già ricorrere a queste linee di finanziamento, ovviamente concesse dalle banche direttamente o indirettamente, tramite il sistema Cofidi già erano operativi. L’averle allargate, incrementando i valori massimi, è poco importante per il nostro sistema delle PMI
Mi faccia capire meglio, se un imprenditore va in banca e chiede un finanziamento, questa lo concede più facilmente con la garanzia dello Stato?
La banca non può astenersi nel dare un credito senza valutare il rischio dell’imprenditore
Quindi, se si è iscritti a una centrale rischi lo Stato in pratica non garantisce nulla?
La garanzia dello Stato è sempre sussidiaria. Non consente il finanziamento. L’azienda deve avere i requisiti. Magari l’ottiene più facilmente se, oltre a quella di Cofidi, ha anche quella dello Stato
Un valore aggiunto ma non determinante?
Diciamo no, per gli imprenditori che non hanno garanzie indirette proprie, fermo restando che se hanno aziende valide, quelle dello Stato e di Cofidi che può assicurare garanzie del fondo centrale, aiuta ad avere più reddito e migliori condizioni di credito, ma non sostituisce il merito critico
Dott. Guacci, se ho una pizzeria e non sto pagando i miei fornitori, vista la situazione attuale, come mi aiuta oggi la Banca?
L’imprenditore che fino ad oggi è stato corretto e la sua azienda è andata bene, deve recarsi presso gli istituto di credito e i Cofidi e richiedere il supporto creditizio. Io questo momento c’è una maggiore disponibilità a supportarlo con linee straordinarie improntate sulla liquidità e la copertura, almeno stando alle dichiarazioni politiche degli istituti. Noi con Artigiancassa stiamo mettendo in piedi delle operazioni di liquidità che la banca ci sta deliberando in termini d’urgenza, fatte salve le premesse di prima. Per i nostri associati che avevano un regolare ammortamento da un paio di anni, stiamo dando dai 20 ai 50 mila euro di liquidità con una procedura semplificata. Ricorrendo al Fondo di garanzia l’operatività è veloce, ma, ripeto, bisogna avere i requisiti e non sono determinanti le garanzie enunciate dallo Stato
Ma quelle aziende che nel frattempo sono diventate morose ed iscritte negli elenchi delle centrale rischi cosa succede?
Esistono, per ciascuna banca, delle procedure di sospensione delle rate. BNL ne ha fatta una semplificata, a semplice richiesta per sei mesi. Basta che si sia stati sempre in regola nei pagamenti. In alternativa esiste la moratoria ABI 2019, aggiornata con la situazione Cura Italia, . Consente la sospensione di dodici mesi delle rate. Anche il Decreto recente ‘Cura Italia’, prevede la sospensione fino al 30 settembre. Dal mio punto di vista ritengo che l’intervento pubblico non sia stato sostanziale. Il Governo avrebbe dovuto fare un decreto molto più semplice. Avrebbe dovuto dire al sistema bancario “alle aziende morose, per i prossimi dodici mesi”, invece dei sei. In questo modo tutti avrebbero potuto continuato a lavorare più serenamente. Il secondo aspetto da cadottare è quello di intervenire su banche dati e centrale rischi, per evitare che le irregolarità di questi giorni pesino in futuro
Questo può accadere?
Accade. Riceviamo molte telefonate di aiuto in ufficio. Sono di imprenditori che hanno dato fondo alle proprie risorse e sono stati costretti a non pagare delle rate fine febbraio. Questo peserà nella valutazione di credito perché risulterà in Crif il ritardato pagamento. Per questo, sarebbe stata efficace la manovra se fosse stato spostato il pagamento come ho già detto a dodici mesi, facendo una moratoria d’ufficio e sterilizzando le segnalazioni alla banca dati, per non penalizzare l’imprenditore.
Dott. Guacci, da oggi siamo praticamente tutti più indebitati e non sappiamo quanto perdurerà questa situazione. I negozi hanno pieni i magazzini merce e non possono pagare i fornitori. L’aiuto delle banche con la garanzia dello Stato è inesistente
Leggevo delle previsioni che, se la cosa si risolve in due mesi, si avrebbero comunque 200 miliardi di fatturato in meno, nel settore agricolo e in altri. Se si va oltre i numeri diventano impronunciabili: Una vera e propria débâcle finanziaria. La Germania ha varato una manovra di 500 miliardi, la Spagna 200. Bisogna avere il coraggio di fare operazioni di finanza strutturale che diano risorse nell’immediato, senza complicazioni e burocrazia, per rilanciare le attività che hanno subito danni importanti, mettendo soldi in tasca dell’imprenditore in maniere semplice e dall’altra pianificare in maniera strutturale una ripresa e rinascita economica, cosa che in Italia non abbiamo da anni
Molte aziende turistiche hanno già deciso di non aprire le loro strutture in estate, perché si perderebbe di meno che aprendole. Cosa dobbiamo aspettarci?
Intanto sperare che questa situazione finisca al più presto. C’è comunque una superficialità del Governo: anziché prendere esempio dalla Cina di come ha affrontato il problema, ha agito con leggerezza ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Se la pandemia non dovesse esaurire i suoi effetti entro maggio o giugno, noi avremo un crollo del turismo pari all’80%. Questo significherebbe perdere migliaia di posti di lavoro con tutto l’indotto.
Ma c’è un rimedio a tutto questo?
Occorrono manovre massicce che abbiano effetti immediati e nel tempo. Abbiamo bisogno che le aziende sopravvivano per poi tornare a funzionare. Bisogna ripartire con coraggio, fare una politica fiscale adeguata per costruire una riresa. In pratica una sorta di piano Marshall. La Comunità Europea deve darci i soldi che ci ha promesso. Il Governo avere il coraggio di chiederli per pianificarli e di programmare
Secondo la sua esperienza finanziaria ritiene sia una crisi più importante rispetto a quelle precedenti del 1929, del 1973 e del 2008?
Assolutamente sì. E’ come se fosse scoppiata la terza guerra mondiale che coinvolge tutto il mondo. Una guerra che non si combatte contro un altro esercito, ma contro un nemico viscido e oscuro chiamato Covid 19, sembra una bomba atomica di ampia potenzialità. Avvenendo dopo una crisi economica ha ancora più effetti devastanti.
Concludiamo con una sua frase: Bisogna avere coraggio
Coraggio ed aggiungo fede