Taranto – Ex Ilva, rigettata istanza: confermato lo spegnimento di Afo2
TARANTO – Il Tribunale di Taranto ha rigettato l’istanza di revocare il sequestro di Afo2. ArcelorMittal ha commentato la decisione, diramando una nota stampa: “ArcelorMittal prende nota della decisione del Tribunale di Taranto, recapitata a ILVA in AS, di rigettare la revoca del sequestro dell’altoforno 2. La Procura aveva disposto l’avvio della procedura di spegnimento dell’Altoforno 2, sottoposto a sequestro preventivo dopo l’incidente mortale nel 2015 occorso ad un operaio investito da una colata incandescente. La disposizione della Procura era stata la conseguenza del rigetto del Gup dell’istanza di dissequestro. ArcelorMittal, gestore del polo siderurgico, non è parte nel procedimento legale, ma sta comunque approfondendo le ripercussioni che da questa decisione possono derivare per l’operatività dello stabilimento di Taranto.
L’Azienda ha preparato un calendario per la chiusura dell’altoforno 2 come richiesto. Tuttavia ArcelorMittal spera che una soluzione alternativa sia trovata in quanto il funzionamento dell’altoforno 2 è parte integrante della sostenibilità del sito di Taranto.”
USB Taranto si è detta soddisfatta della decisione di revoca: “Come USB esprimiamo il nostro apprezzamento per la tenacia della magistratura tarantina. Le ragioni del rifiuto non possono che trovarci totalmente d’accordo: il rischio per la sicurezza dei lavoratori è troppo elevato per posticipare nel tempo quelle misure chieste ormai molti anni fa e che non sono state attuate. È evidente che questa giusta decisione, oltre a testimoniare la gravità della situazione dello stabilimento come da mesi denunciamo, apre una prospettiva del tutto nuova. Attendiamo di capire quali reazioni avrà la multinazionale, considerato che con la chiusura dell’afo2 lo stabilimento tarantino perde un pezzo rilevante della sua capacità produttiva, ma è evidente che non si può più attendere oltre. Occorre da subito progettare un piano straordinario per Taranto e per i lavoratori. Occorrono ingenti risorse ed il governo è chiamato ad un ruolo decisivo.Chiederemo un incontro urgente al governo per porre al centro della discussione politica l’alternativa sociale ed ecosostenibile all’attuale acciaieria.”