Taranto – ArcelorMittal, cassa integrazione per 1400 lavoratori: le reazioni dopo l’annuncio
TARANTO – Nella giornata di ieri, ArcelorMittal ha annunciato in una nota stampa ( il comunicato a questo link) il provvedimento per 1400 dipendenti dello stabilimento di Taranto, della CIGO – Cassa integrazione guadagni ordinaria. In mattinata si terrà un incontro tra le sigle sindacali e i vertici aziendali, intanto però. le reazione delle sigle sindacali e del sindaco Rinaldo Melucci, rispetto a questa decisione, sono state molto dure: “Numeri, cicli, condizioni di mercato, lettere comunitarie, si legge tanto nei comunicati di ArcelorMittal, ma ancora non si capisce che quella non è una fabbrica come tutte le altre, che qui non possono valere prioritariamente le regole dell’economia, Taranto non è un insediamento produttivo qualunque e dei miliardi di investimenti, che periodicamente vengono riproposti nelle note stampa, noi non vediamo ancora beneficio, visto che basta qualche mese di congiuntura negativa per far assorbire il colpo dai lavoratori e le loro famiglie, già provate da anni difficilissimi. Qualcosa ancora non sta funzionando lì dentro se, a sentire le organizzazioni sindacali, nei frequenti incontri con il management la notizia di questa misura temporanea di cassa integrazione, e speriamo sia davvero così, non era stata annunciata, nemmeno prevista. I cicli dell’acciaio per loro natura, con una certa approssimazione ovviamente, sono prevedibili da un colosso mondiale del genere, un operatore che sta prospettando una idea di sviluppo a Taranto che ancora non viene percepita e questo ragionamento sarebbe estendibile alle sorti dell’indotto tarantino. Oggi discutiamo del loro core business, delle quote di mercato, delle tonnellate da esportare, se questo approccio permane non so cosa aspettarmi su temi più delicati, come l’ambiente e la salute. Io che un gigante del genere non sappia prevedere una fase negativa e non sappia fare autonomamente fronte a una situazione limitata nel tempo non ci posso credere, voglio e devo avere ancora fiducia nell’investitore ma deve dare segnali importanti ai cittadini e ai lavoratori. “
Per l’USB, la misura adottata dall’investitore non è accettabile, a fronte poi di un accordo ( Al MISE ndr.) stipulato solo alcuni mesi fa: ” Non si comprende perché, dopo soli otto mesi di gestione dello stabilimento, ArcelorMittal cambi le carte in tavola rispetto all’accordo sindacale stipulato presso il Ministero ed a fronte di una produzione, rispetto allo scorso anno, non variata dopo i 2700 lavoratori posti in Amministrazione straordinaria annunci la cassa integrazione per ulteriori 1400 lavoratori.
“Ancora una volta si gioca sulla pelle dei lavoratori tarantini – dichiara il coordinatore provinciale Francesco Rizzo – che oltre alla pressione fisica a cui sono sottoposti a causa delle emissioni inquinanti devono anche essere umiliati dal punto di vista lavorativo. Questa per noi è una vera presa in giro. La linea del sindacato USB sarà una dura battaglia, sino alla fine, in difesa dei diritti e della dignità dei lavoratori”.
Anche UGL, in una nota stampa, attacca i vertici aziendali sulla decisione della CIGO: ” Con la richiesta della CIGO, probabilmente l’azienda aveva pianificato sin dall’inizio, di lasciare in CIGS i lavoratori eccedenti gli 8200 a carico dell’amministrazione straordinaria Ilva, cioè dello Stato ed utilizzare in base alle proprie esigenze, ulteriori ammortizzatori sociali come la CIGO richiesta per i propri dipendenti, neo assunti, mentre la terzializzazione è in crescita costante. Il tutto ci rende sospettosi sulla casualità di questi eventi e la totale assenza del Ministero che dovrebbe controllare quanto sottoscritto, si ricorda peraltro che per il 10 giugno p.v. era già previsto un incontro al Mise per valutare l’andamento di ArcelorMittal per quanto sottoscritto il 6 settembre. E’ delirante – aggiunge la UGL – pensare ad una azienda di entità mondiale che analizza erroneamente l’andamento di mercato nel mondo della siderurgia del tutto prevedibile sin dal mese di settembre 2018 mentre sottoscrivevamo l’accordo nazionale dato che la Word Steel Association – associazione mondiale dei produttori siderurgici di cui ArcelorMittal ne è componente – pubblica quotidianamente le notizie nel mondo in ambito “acciaio”. La W.S.A. infatti ha ben rappresentato l’andamento dell’acciaio negli ultimi anni e ipotizzato scenari futuri a seguito dell’aumento produttivo della Cina. Quello che pare una decisione giustificabile dalla mancata produzione per la UGL di Taranto è un’assurdità che chiunque avrebbe potuto prevedere in un piano a lungo termine e ribadisce che la stessa associazione mondiale dichiara essere l’India il secondo Paese al mondo produttore di acciaio che nel 2018 ha avuto un incremento della produzione del 4,9% superando il Giappone. Se l’analisi del mercato solo 9 mesi fa è stata svolta in modo cosi superficiale, non inserendo la mancata vendita prevedibile nelle eventuali perdite, spaventa il dover pensare che nel medesimo metodo sia stato presentato e concordato il piano ambientale e industriale. “