Taranto – Sanità ionica al collasso: la decisione scellerata di chiudere i Punti di Primo Intervento della provincia
A partire dal 30 aprile, come deliberato dalla Giunta Regionale il 12 aprile, saranno 39 i Punti di Primo Intervento che chiuderanno in Puglia e, nella Provincia tarantina, 5 i presidi a rischio chiusura: Ginosa, il “San Marco” di Grottaglie, l’ex “Ospedale Pagliari” a Massafra, Mottola e il “G. Moscati” di Paolo VI – diventato, Punto di Primo Intervento (a metà tra un ambulatorio e un Pronto Soccorso) con una capienza di posti letto 199.
In considerazione di una popolazione di 580 mila abitanti e, della emergenza sanitaria in cui versa la provincia ionica – che in seguito al Piano di riordino ospedaliero regionale ha subito un impoverimento dell’offerta sanitaria, vedendosi ridotti inizialmente i presidi da 6 a 5 ospedali, di cui tre di base, uno di I livello e uno di II livello – la riconversione dei 5 PPI in Presidi medicalizzati aggraverà la già precaria situazione vissuta dai cittadini dei comuni limitrofi al capoluogo.
Il governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, in occasione della proposta di delibera di riordino dei PPI – secondo previsione del decreto ministeriale n.70 del 2015 – il 12 aprile ha dichiarato: “La conversione dei Punti di Primo Intervento in presidi medicalizzati 118 è stata la conditio sine qua non attraverso la quale ci hanno approvato, ai tavoli romani, il piano di riordino ospedaliero. Se a fine 2018 i Ministeri dovessero riscontrare una inadempienza in tal senso, non è escluso che possano utilizzare la circostanza per mandarci, per un altro triennio, in Programma Operativo. Non solo. Non avremmo le premialità che invece ci spetterebbero. Ricordo che a fine 2015, ci hanno mandato in Programma Operativo per molto, molto, ma molto meno. E comunque la riconversione dei PPI è scritta e dettata dal DM70 e, mi preme dirlo e sottolinearlo, non comporta nessun nocumento per i cittadini in termini di assistenza sanitaria perché comunque i cittadini troveranno la loro risposta sul territorio, in alcuni casi, anche con l’auto medicalizzata che invece prima non era presente. Non cambia nulla. Stiamo solo razionalizzando le risorse”.
La riconversione dei PPI è uno degli obblighi cui deve far fronte la Regione Puglia, essendo previsto dal Programma Operativo concordato dai Ministeri: “La struttura tecnica – ha specificato Emiliano – ha illustrato la sua proposta in base allo stato dell’arte e alle predisposizioni elencate dal DM 70. Ora questa proposta sarà verificata con gli assessori e con i territori, prima di tutto con i sindaci, in un percorso di confronto e condivisione già iniziato nel 2017. Nel processo di condivisione degli interventi che caratterizza questa amministrazione, era importante illustrare lo stato di attuazione del riordino. Successivamente, e prossimamente quindi la delibera di riconversione dei PPI sarà ridiscussa in una giunta ordinaria. Non stiamo smantellando nulla e non stiamo tradendo nessuno – ha continuato Emiliano – dobbiamo attuare una riconversione che ci chiede il Ministero, sempre nell’ottica della messa in sicurezza i cittadini e nell’ottica di condivisione degli interventi con i territori. Ma ripeto, per i cittadini non cambia nulla. Dobbiamo imparare ad utilizzare meglio i presidii sul territorio e ricorrere alla emergenza urgenza solo per affrontare casi più gravi. Per i problemi di minore impatto non dobbiamo rivolgerci né al Pronto soccorso, né ai PPI. Si deve andare dai medici della continuità assistenziale, ovvero presso i presidi territoriali che stiamo attrezzando e rafforzando. Tra l’altro il 70 per cento degli accessi ai Punti di primo intervento finora ha riguardato proprio i codici bianchi che, vorrei ricordare, da normativa del 2007 (la DGR 2289 del 29/12/2007 ndr) è un codice che va gestito dai medici di continuità assistenziale mentre i gialli e i rossi vanno gestiti dall’emergenza urgenza, quindi dal Pronto soccorso”.
Nella provincia tarantina, questa decisione e – ulteriore gambizzazione sanitaria – è inaccettabile, considerato che l’unico Pronto Soccorso attivo, il SS. Annunziata, non riesce a fronteggiare le emergenze del territorio – tanto da rendere necessario per la Asl Taranto, riunire l’unità di crisi per via dell’enorme flusso di pazienti (incrementati del 15% rispetto alla media abituale degli accessi) e che in quella circostanza provvedeva ad integrare letti di degenza presso le strutture del “San Marco” di Grottaglie e del “Moscati” di Paolo VI.
Il Consigliere regionale di Sinistra Italiana/Liberi E Uguali Mino Borraccino: “Negli ultimi venti giorni al Pronto Soccorso del S.S. Annunziata di Taranto si sono verificati due decessi improvvisi di pazienti giunti con il codice giallo,e che tali episodi devono portare la politica e le istituzioni a riflettere su sulle condizioni in cui è stata ridotta la sanità a danno dei cittadini. Pertanto ho presentato un’interrogazione urgente al Presidente, Michele Emiliano, nella sua qualità di Assessore alla Sanità, per conoscere quale iniziative intende intraprendere la Regione Puglia, affinché possa essere garantito il diritto alle cure in Puglia e nello specifico a Taranto, dove a causa degli indiscriminati tagli del Piano di riordino ospedaliero non si riesce più a garantire l’assistenza sanitaria ai cittadini, costringendo il personale medico e paramedico di lavorare in un costante clima di pressione e affollamento che nuoce alla salute pubblica.”
Cgil Spi: “Il Piano di Riordino Ospedaliero, per non sguarnire i territori interessati dalla chiusura dei P.P.I, ha previsto l’attivazione dei C.P.T e P.T.A. Cosa che le ASL non hanno attivato, così come non hanno completato la prevista “rimodulazione” della rete ospedaliera, assegnando , solo sulla carta, al territorio un ospedale di 1° livello (Castellaneta) che, di fatto, non è mai decollato per la totale indifferenza delle Istituzione . Inoltre, l’attivazione dei P.T.A (Presidi Territoriali Assistenziali), dei C.P.T. (Centri Polifunzionali Territoriali) e delle Case della Salute resta un’ incompiuta. La risposta a tutto questo non può essere la riconversione dei Punti di Primo Intervento in Presidi Medicalizzati dotati di ambulanza o auto medica fissa o mobile che sia.”
Il Piano di Riordino Ospedaliero ha stabilito nuovi standard, come indicato dal decreto ministeriale n.70 del 2015 e dalla legge di stabilità 2016. Secondo quanto previsto, i posti letto sono stati redistribuiti tra Ospedali di II livello, Ospedali di I livello e Ospedali di basi (detti Hub).
Il SS. Annunziata rientra tra gli Ospedali di II livello, il “Giannuzzi” di Manduria e “Presidio ospedaliero Valle d’Itria” di Martina Franca rientrano tra gli ospedali di base, mentre l’Ospedale civile di Castellaneta è tra quelli di I livello.
Nel piano di riordino, il “San Marco” di Grottaglie è stato uno degli 8 stabilimenti ospedalieri pubblici avviati alla riconversione, destinato al supporto “post acuzie”, cioè tutte le cure successive alla fase acuta, ossia alla lungodegenza e alla riabilitazione, con dotazione di 1 posto letto per 1000 abitanti.
Con questo provvedimento, il Governo regionale ha stanziato 400 milioni di euro di fondi FESR – Fondo Europeo di Sviluppo Regionale – che in via prioritaria servivano a rifunzionalizzare e potenziare gli Ospedali oggetto di riconversione.
Come se non bastasse, la provincia ionica è sfornita di Sten – trasporto neonatale in emergenza – che dai punti nascita di I livello trasporta i neonati in emergenza alle terapie intensive neonatali, con ambulanze attrezzate e che ha visto la completa esclusione di Taranto, a favore dei 3 hub pugliesi, con un conseguente aumento dei tempi di trasferimento all’hub più vicino, il Policlinico di Bari.
Una situazione anacronistica se si considera che Taranto rientra tra i comuni dell’area di crisi ambientale e che ancora deve concretizzarsi l’impiego, da parte della Asl di Taranto, dei 70 milioni di euro stanziati dal Governo per l’ammodernamento tecnologico medico diagnostico destinati al Moscati e al SS. Annunziata. Per completare il quadro sanitario, anche il personale medico, già sotto organico, con un conseguente allungamento delle liste di attesa per le visite specialistiche, è una conseguenza del disastroso Piano di Riordino Ospedaliero regionale, che ha stabilito una riallocazione del personale medico. Andando nel dettaglio, basta immaginare che nel PPI del “Moscati” sono presenti 1 medico e 6 infermieri, con il restante personale trasferito a potenziamento del SS: Annunziata; 6 infermieri del Pronto Soccorso di Grottaglie sono stati invece assegnati alla gestione del 118, mentre le altre risorse umane di Grottaglie, sono state accorpate al S. Annunziata.
Intanto in queste ore, il Consigliere Comunale Massimiliano Stellato ha organizzato, in collaborazione con gli amministratori del gruppo Facebook “Per un quartiere migliore (PAOLO VI)” Massimo Cassano e Giuseppe D’Ippolito, una petizione popolare in favore della riattivazione del servizio del Pronto soccorso degli ospedali “San Marco”di Grottaglie e “Moscati” di Paolo VI.
La raccolta di firme avverrà nei giorni, negli orari e nei luoghi come di seguito riportato:
– VENERDÌ 20 APRILE dalle ore 17.30 alle 21.30 in Piazza della Vittoria angolo Via Giovinazzo;
– SABATO 21 APRILE dalle ore 17.30 alle ore 21.30 in Piazza Garibaldi angolo Via Cavour;
– DOMENICA 22 APRILE dalle ore 17.30 alle ore 21.30 in Piazza della Vittoria angolo Via Moro.