Foggia – Lotta alla criminalità mafiosa nel foggiano, intervista esclusiva all’Avv. Marcello Mariella, responsabile dell’associazione “POPULUS”
FOGGIA –
Mafia, illegalità, malaffare. Questi i temi al centro dell’evento “Giornata provinciale contro le mafie e la corruzione” che nella giornata di martedì 20 febbraio ha avuto luogo nella Sala del Tribunale della Dogana a Foggia. Organizzato dall’associazione “POPULUS”, organizzazione da diverso tempo operante nell’ambito delle problematiche attinenti il territorio di Capitanata e zone limitrofe, l’avvenimento ha riscontrato un grande seguito di pubblico, denotando ancora una volta l’apprezzamento che la comunità della Capitanata riserva verso manifestazioni finalizzate alla sensibilizzazione per un contrasto sempre più forte al malaffare, in una provincia ancora scossa dai tanti gravi atti criminali avvenuti in tempi recenti.
Diverse le personalità illustri intervenute nel corso della manifestazione, tra le quali Franco Roberti, ex Procuratore Nazionale antimafia e antiterrorismo, Elio Veltri, giornalista e politico, e Don Aniello Manganiello, sacerdote da anni in primo piano nella lotta alla criminalità e alla illegalità di ogni genere.
Si riporta nel seguito l’intervista esclusiva all’Avv. Marcello Mariella, responsabile dell’associazione “POPULUS”, che ci ha rilasciato le sue dichiarazioni ufficiali sull’evento in questione, sui passi futuri dell’associazione, sottolineando anche i possibili mezzi di contrasto ad un fenomeno ritenuto anche da altre parti, ancora decisamente cruento in tale territorio.
L’evento “Giornata Provinciale contro le mafie e la corruzione” ha ottenuto un notevole successo. Ci racconti tutte le sue considerazioni su questo avvenimento:
“Veramente è stato un successo per la popolazione foggiana, anche perché si trattava di una giornata provinciale,la prima giornata provinciale di questo genere organizzata anche con il patrocinio della Provincia. Mi viene in mente di dare un prosieguo a tale attività, ipotizzando già una seconda giornata provinciale sull’argomento, naturalmente a cadenza annuale. C’è stata una grande rispondenza: la sala era piena, la gente era in piedi, i corridoi fuori dalla sala erano pieni, l’attenzione nei confronti dei relatori era veramente alta, tutti relatori d’eccellenza. Quindi noi, come Associazione POPULUS, siamo soddisfatti. Sono anni che lavoriamo nell’interesse della collettività, e quotidianamente, con un lavoro costante nel tempo. I risultati evidentemente stanno arrivando.”
“La mafia nel foggiano è una delle più cruente e radicate nel territorio e condizionante per tutto il tessuto economico, sociale e politico” affermò tempo fa per Pugliapress il Segretario Generale del SAP, Gianni Tonelli. Si trova d’accordo con tale affermazione? Quanto è davvero potente, a suo avviso, la criminalità mafiosa nella Daunia?
“Sono assolutamente purtroppo d’accordo. Questo però dimostra,da un punto di vista in un certo senso anche sociale, un’ulteriore arretratezza del tessuto criminale del territorio, perché in altre situazioni dove la mafia magari ha una più lunga tradizione, essa è meno cruenta, perché ha capito che se ne parla e quindi si fanno azioni meno eclatanti e si lavora di più nell’ombra. La mafia anche dei colletti bianchi è una mafia che lavora senza omicidi eclatanti, senza azioni di sangue. Il sangue alla mafia fa male, perché richiama l’attenzione su di essa. A Foggia, invece, la cruenza è proprio data da un tessuto criminale che vede nell’attività,anche violenta,un modo per dimostrare la propria potenza. Le risposte che ci ha dato lo Stato sono risposte importanti. Sono convinto che la stessa attenzione che si è alzata negli ultimi mesi nei confronti delle mafie in Capitanata, perché non dimentichiamoci che in questo territorio vi sono varie tipologie mafiose, più cruente anche delle classiche mafie,come la ‘ndrangheta,la mafia siciliana e così via, riuscirà a limitare il potere mafioso o a ridimensionarlo.”
Secondo lei è possibile debellare del tutto il fenomeno criminale in questo territorio?
“Non so se si riuscirà nell’immediato a debellare la mafia. Sicuramente le mafie sono un fenomeno umano, e come tutte le cose umane hanno una nascita e una morte. Mi auguro che si possa parlare della morte della mafia del foggiano e dell’Italia a breve,però non la vedo una cosa di facile realizzazione. Sicuramente bisogna togliere ossigeno alle mafie,eliminando l’omertà, perché esse si reggono sull’omertà. Ecco,per esempio,il precedente questore,il dott. Silvis, sottolineava come a Foggia non ci fosse nessun pentito di mafia. Oggi ce n’è uno solo che si è dimostrato tale, ma questo,evidentemente,la dice lunga sull’omertà che regna sovrana proprio all’interno del tessuto sociale foggiano. Dice qualcuno: “l’importante è che non tocchino me, poi facciano quello che vogliono”.Questo è il comune sentire, il comune parlare: “si uccidessero tra loro, tanto…”. Ma non è possibile ragionare in questi termini, perché la mafia è un danno per tutta la collettività, e allora ci deve essere un impegno forte contro l’omertà,a tutti i livelli. Bisogna dire sempre quello che si vede, dire quello che si sa, perché abbattendo questo muro di omertà togliamo ossigeno alle mafie ed esse automaticamente scompaiono, e si dissolvono come la neve al sole.”
Il ministro Minniti aveva auspicato la realizzazione di un Reparto Prevenzione Crimine a San Severo. A suo avviso, tale struttura può essere determinante nella lotta alla criminalità in questa provincia?
“Sicuramente assume una valenza particolare, perché il controllo del territorio è qualcosa che normalmente paga. Noi come Associazione POPULUS abbiamo messo su,da oltre un anno,un’iniziativa che riteniamo lodevole,perché fatta sempre con il coinvolgimento della popolazione,vale a dire una raccolta di firme, siamo arrivati a circa 5.000 – 6.000 firme, poi siamo rimasti un pò lì nel campetto per mille motivi di carattere burocratico, per chiedere a vivavoce l’istituzione dell’unica cosa tecnicamente realizzabile per quanto riguarda la provincia di Foggia, vale a dire una sezione staccata da Bari della Direzione Antimafia. Altre cose sono tecnicamente irrealizzabili:non è possibile,in una situazione qual è quella odierna, pensare di portare una Corte di Appello a Foggia, perché la politica delle sedi giudiziarie va in senso assolutamente contrario. Tecnicamente, a differenza di quanto pensa qualcuno,non è possibile avere neanche una sezione staccata della DDA perché non è previsto dalla legge. Invece,va benissimo quanto auspicato da Minniti e quanto si sta realizzando,perché è notizia di questi giorni che è stata trovata la sede per l’istituzione di questo reparto operativo a San Severo. Ma ci troviamo anche di fronte alla necessità di altri strumenti essenzialmente investigativi. Una sezione distaccata della Direzione Investigativa Antimafia si può affiancare ad altri strumenti di controllo e di presenza sul territorio, investigativi e quindi preventivi e non repressivi, per fare in modo da avere un reparto multiforze. Quello della Dia è un reparto che deve evidentemente lavorare a stretto contatto con la Guardia di Finanza, perchè diceva qualcuno “segui il denaro e vedi dove sta la mafia”, in quanto evidentemente è quello anche il canale utilizzato. Un ufficio interforze che veda Guardia di Finanza, Carabinieri,Polizia, collaborare con strumenti investigativi di grosso spessore. Tutte queste cose messe assieme servono ad andare verso la soluzione del problema stesso.”