Taranto – Il boss Catapano gestiva l’attività usuraia di famiglia direttamente dal Carcere. I dettagli delle indagini.
Emergono i dettagli relativi all’ordine di custodia cautelare di arresto, eseguite dalla Guardia di Finanza nei confronti di moglie e figlio di un noto volto della criminalità tarantina.
Il boss – ora in carcere – Cataldo Catapano, da quanto rivela l’ordinanza del Gip Benedetto Ruberto, avrebbe trovato il modo di farsi portare in carcere una chiavetta per navigare in internet, e con questo sistema sarebbe poi riuscito a creare un profilo Facebook, grazie al quale pareva desse indicazioni alla moglie Lucia Labriola, età 59 anni, e al figlio Emanuele Catapano, di 27 anni, su come, di volta in volta, dovesse essere gestita l’attività usuraia di famiglia.
Dall’indagine, due sono i casi di cui sono trapelati dettagli. Nel primo, la riscossione di un debito di 25 mila euro di due fratelli, che sarebbe salito con gli interessi che i richiedenti erasno costretti a versare – anche con metodi vessatori e minacce – a 120 mila euro. Interessi che avrebbero condotto al fallimento di uno dei due fratelli, e obbligato l’altro a versare anche 1000 euro al mese, sotto minaccia fisica da parte di Emanuele Catapano, che detenendo una pistola illegalmente, pare costringesse l’uomo a versare questa “rata” mensile”.
Il secondo caso è quello di una donna che avrebbe richiesto direttamente a Lucia Labriola, la somma di 5000 per pagare le cure mediche del proprio marito, con interessi che avrebbero fatto arrivare il debito a 30.000 euro e con la richiesta di un secondo prestito di 1000 euro, salito alla cifra di 6000 euro, con la motivazione da parte della moglie del boss, che il prestito fosse avvallato dal boss in persona e che gli interessi servissero a lei e suo figlio per i viaggi di visita a Cataldo Catapano, detenuto nel Carcere Nord di Taranto.
Le intimidazioni sarebbero arrivate ad atti di vandalismo nelle abitazioni di alcune delle vittime, ad appostamenti e minacce ripetute, naturalmente sotto l’egida del marito, il boss Cataldo Catapano, che non sembrava gradire alcun ritardo nelle riscossioni.