Taranto – La casa avvolta da minerale e PCB e il giudice condanna ILVA al risarcimento.
(photo credit – © Manna/Peacelink)
Il 12 maggio il Tribunale di Lecce – Sezione distaccata di Taranto – ha riconosciuto in appello la richiesta di un cittadino, proprietario di un appartamento in Via Mannarini, zona Tamburi, che aveva intentato una causa civile contro Ilva Spa, Emilio Riva e l’ex direttore Ilva Luigi Capogrosso, per il deprezzamento commerciale dell’immobile, a seguito delle immissioni inquinanti.
Il proprietario dell’immobile, assistito dagli avvocati Annamaria e Filippo Codemi, si era visto riconoscere in primo Appello dal Tribunale di Taranto, le sue richieste. In quella occasione, infatti, il Tribunale aveva condannato Ilva Spa, Emilio Riva e Luigi Capogrosso al pagamento, in via di risarcimento, di 13.880,40 euro.
Sentenza a cui la Società si è poi appellata, sostenendo che il proprietario dell’immobile avesse presentato tardivamente questa azione (motivazione non accolta in Appello dal Giudice, che nella sentenza spiega: “Solo in anni recentissimi le problematiche ambientali legate alle immissioni Ilva ed alle ripercussioni sull’adiacente città di Taranto, hanno formato oggetto di attenzione mediatica e si è creata la coscienza della loro presenza nell’uomo medio”).
In questa sentenza, che fa riferimento alle risultanze dei procedimenti giudiziari come “Ambiente Svenduto” ed anche ai Rapporti Arpa, il Giudice afferma il diritto del cittadino al riconoscimento del danno subìto, considerata la vicinanza dei parchi minerari Ilva all’immobile, anche a seguito di rilevamenti effettuati nella via in cui l’immobile è situato. Rilevamenti che mostrano presenza di sostanze inquinanti (Pcb) provenienti dei parchi minerari, posti a 1200 metri dall’abitazione.
La Corte d’Appello, con la motivazione secondo cui le continue emissioni dello stabilimento abbiano non solo degradato e corroso l’immobile – per via della nube inquinante di gas e polveri che avvolge l’intero edificio – ma che abbiano anche procurato limitazioni al godimento per il proprietario del suo appartamento (in ragione del quotidiano fenomeno immissivo, con spargimento delle polveri sul balcone e sul davanzale, e la chiusura obbligata delle finestre) e che, allo stato attuale, nessuno investirebbe in un immobile in zona Tamburi, ha quindi riconosciuto al richiedente un risarcimento di 11.104,32 pari al 20% del valore attuale di mercato dell’immobile, più le spese da lui sostenute nella causa.
(photo credit – © Manna/Peacelink)