Taranto, concerto Uno Maggio – Riondino: “La manifestazione non potrà mai offrirsi a nessuna campagna elettorale”
Posted On 16/03/2017
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Molte reazioni ha provocato la decisione del comitato dei cittadini e lavoratori liberi e pensanti di non organizzare #unomaggiotaranto. Sul web piovono commenti di ogni tipo: da quelli realmente toccati dalla notizia che ancora non vogliono crederci che quest’anno non ci sarà il consueto bagno di folla, l’atmosfera di festa che regna per giorni in città, la possibilità di incrociare per le vie del centro o nei ristoranti i migliori artisti della scena rock italiana. Altri invece che consumano polpastrelli per digitare ogni tipo di provocazione e offese nel tentativo di dimostrare più che conoscenza della materia e competenza giornalistica solo livore personale e pochezza di ingegno. C’è chi ci scrive che pur sostenendoci non comprende il reale motivo che sta dietro la definizione “strumentalizzazione politica”, chi invece ci prega di cambiare idea perché Taranto non può permettersi questa ennesima sconfitta. “in questo modo hanno vinto loro, chi vi ha sempre ostacolato” cosi ci dicono, spronandoci ad andare avanti.
Ovviamente è un dibattito che seguo con interesse e non posso nasconderlo, anche con un po’ di piacere. Già, sadico piacere.
Ho come a volte la sensazione di aver tolto il giocattolo a un bambino un po’ troppo capriccioso e prepotente. Un bimbo che ha dato troppo per scontato certe associazioni tipo: #unomaggio-concerto dei liberi e pensanti.
Nel variegato dibattito post conferenza stampa ovviamente non poteva mancare un riferimento alla chicca di cui ci ha fatto dono il sindaco Stèfano, il quale ha dichiarato che “non bisogna criminalizzare chi vende panini senza licenza ai concerti”, venendo meno in questo modo all’ordinanza da lui stesso firmata che vietava la vendita di birre in bottiglia e lattine all’interno del parco archeologico. Insomma un sindaco che sulla carta vuole dimostrare di far rispettare la legge ma all’atto pratico sta con l’illegalità e non solo la giustifica, ma evidentemente la agevola visto che oltre alle dichiarazioni di oggi c’è stato l’impegno concreto di ieri a non disturbare nessun ambulante con il controllo dei vigili preposti a questo incarico.
Un ringraziamento speciale però va al direttore dell’Aci di Taranto il signor Pino Lessa, il quale dimostrando di non aver assolutamente capito l’imprescindibile valore simbolico della nostra manifestazione e la motivazione che ci spinge a non farla mi offre l’occasione per essere più chiaro e spiegare che cosa intendiamo per strumentalizzazione politica.
Partiamo proprio dalla sua proposta signor lessa.
Allora, noi abbiamo sempre dichiarato che la nostra manifestazione non potrà mai offrirsi a nessuna campagna elettorale, per essere estremamente chiari su questo abbiamo anche detto che noi stessi non useremmo mai quel palco per promuovere nostri rappresentanti, ne tantomeno per dare indicazioni di voto riguardo le amministrative. Abbiamo dichiarato ai quattro venti quanto siamo stupidi nel portare avanti questa idea, ma le spiego di nuovo il perché. L’ #unomaggiotaranto nasce per far sentire la voce dei tarantini circa la condizione che sono costretti a vivere giorno dopo giorno, nasce per far lavorare negozianti, albergatori e ristoratori, perfino gli ambulanti, che dio solo sa quanto ci abbiamo provato a organizzargli un aria decente nella quale poter lavorare. Uno maggio Taranto nasce per mostrare la città in tutta la sua bellezza, nasce per mostrare ai tarantini quanto si può essere orgogliosi di far parte di questa comunità. Per questo ci teniamo, perché non vogliamo che quel giorno sia macchiato da interessi privati. Lei invece cosa pensa di consigliare? Esattamente il contrario. Cioè di trasformare una manifestazione libera in un mega comizio elettorale dove tutti possono parlare e godere dei famigerati 5 minuti di notorietà. Mi spiega cosa può importargli a un turista, a un ragazzo di Lecce, Bari, Potenza, Foggia, Napoli, Roma, Bologna, Firenze, Venaus del comizio di tizio o caio candidato a sindaco di Taranto? Mi spiega a cosa può servire racchiudere in dinamiche esclusivamente nostrane una manifestazione che è una realtà nazionale? In questo dimostra, mi perdoni il termine, una sorta di provincialismo tipico di chi non sa vedere la luna oltre il dito. Noi offriamo un’occasione alla città e lei, risulta in questo momento, mi creda, l’ennesimo politico che vuole marciarci sopra. Mi chiedo come mai in tutti questi anni non abbiamo mai ricevuto da lei una dichiarazione di vicinanza, di sostegno, un aiuto economico magari, una semplice approvazione che avrebbe dimostrato con i fatti ciò che oggi si spinge ad affermare della nostra creatura:
“un appuntamento atteso da tutti gli italiani e, per la nostra città, un appuntamento turistico di grande portata. Interromperlo ora vorrebbe dire frenare gli entusiasmi di quanti, fino ad oggi, sono giunti a Taranto per questa iniziativa, iniziando a guardare alla nostra città non solo come la terra dell’Ilva e dell’inquinamento, ma anche come una città capace di offrire qualcosa di grande”.
Sono contento però di questa sua proposta, perché ci mostra in realtà quanto efficaci siamo stati nella scelta di non fare il concerto, mi dà una mano a far capire meglio cosa significa strumentalizzare un evento in chiave politica. E sono soprattutto contento che lei abbia dimostrato attraverso dichiarazioni di stima e di affetto la sua vicinanza al nostro evento. La saluto quindi rimandando questa discussione al prossimo anno, dove senza tema di essere respinto verrò da lei a chiederle di sostenere, magari anche solo con una offerta, quello che lei definisce un grande appuntamento per Taranto. –
Ovviamente è un dibattito che seguo con interesse e non posso nasconderlo, anche con un po’ di piacere. Già, sadico piacere.
Ho come a volte la sensazione di aver tolto il giocattolo a un bambino un po’ troppo capriccioso e prepotente. Un bimbo che ha dato troppo per scontato certe associazioni tipo: #unomaggio-concerto dei liberi e pensanti.
Nel variegato dibattito post conferenza stampa ovviamente non poteva mancare un riferimento alla chicca di cui ci ha fatto dono il sindaco Stèfano, il quale ha dichiarato che “non bisogna criminalizzare chi vende panini senza licenza ai concerti”, venendo meno in questo modo all’ordinanza da lui stesso firmata che vietava la vendita di birre in bottiglia e lattine all’interno del parco archeologico. Insomma un sindaco che sulla carta vuole dimostrare di far rispettare la legge ma all’atto pratico sta con l’illegalità e non solo la giustifica, ma evidentemente la agevola visto che oltre alle dichiarazioni di oggi c’è stato l’impegno concreto di ieri a non disturbare nessun ambulante con il controllo dei vigili preposti a questo incarico.
Un ringraziamento speciale però va al direttore dell’Aci di Taranto il signor Pino Lessa, il quale dimostrando di non aver assolutamente capito l’imprescindibile valore simbolico della nostra manifestazione e la motivazione che ci spinge a non farla mi offre l’occasione per essere più chiaro e spiegare che cosa intendiamo per strumentalizzazione politica.
Partiamo proprio dalla sua proposta signor lessa.
Allora, noi abbiamo sempre dichiarato che la nostra manifestazione non potrà mai offrirsi a nessuna campagna elettorale, per essere estremamente chiari su questo abbiamo anche detto che noi stessi non useremmo mai quel palco per promuovere nostri rappresentanti, ne tantomeno per dare indicazioni di voto riguardo le amministrative. Abbiamo dichiarato ai quattro venti quanto siamo stupidi nel portare avanti questa idea, ma le spiego di nuovo il perché. L’ #unomaggiotaranto nasce per far sentire la voce dei tarantini circa la condizione che sono costretti a vivere giorno dopo giorno, nasce per far lavorare negozianti, albergatori e ristoratori, perfino gli ambulanti, che dio solo sa quanto ci abbiamo provato a organizzargli un aria decente nella quale poter lavorare. Uno maggio Taranto nasce per mostrare la città in tutta la sua bellezza, nasce per mostrare ai tarantini quanto si può essere orgogliosi di far parte di questa comunità. Per questo ci teniamo, perché non vogliamo che quel giorno sia macchiato da interessi privati. Lei invece cosa pensa di consigliare? Esattamente il contrario. Cioè di trasformare una manifestazione libera in un mega comizio elettorale dove tutti possono parlare e godere dei famigerati 5 minuti di notorietà. Mi spiega cosa può importargli a un turista, a un ragazzo di Lecce, Bari, Potenza, Foggia, Napoli, Roma, Bologna, Firenze, Venaus del comizio di tizio o caio candidato a sindaco di Taranto? Mi spiega a cosa può servire racchiudere in dinamiche esclusivamente nostrane una manifestazione che è una realtà nazionale? In questo dimostra, mi perdoni il termine, una sorta di provincialismo tipico di chi non sa vedere la luna oltre il dito. Noi offriamo un’occasione alla città e lei, risulta in questo momento, mi creda, l’ennesimo politico che vuole marciarci sopra. Mi chiedo come mai in tutti questi anni non abbiamo mai ricevuto da lei una dichiarazione di vicinanza, di sostegno, un aiuto economico magari, una semplice approvazione che avrebbe dimostrato con i fatti ciò che oggi si spinge ad affermare della nostra creatura:
“un appuntamento atteso da tutti gli italiani e, per la nostra città, un appuntamento turistico di grande portata. Interromperlo ora vorrebbe dire frenare gli entusiasmi di quanti, fino ad oggi, sono giunti a Taranto per questa iniziativa, iniziando a guardare alla nostra città non solo come la terra dell’Ilva e dell’inquinamento, ma anche come una città capace di offrire qualcosa di grande”.
Sono contento però di questa sua proposta, perché ci mostra in realtà quanto efficaci siamo stati nella scelta di non fare il concerto, mi dà una mano a far capire meglio cosa significa strumentalizzare un evento in chiave politica. E sono soprattutto contento che lei abbia dimostrato attraverso dichiarazioni di stima e di affetto la sua vicinanza al nostro evento. La saluto quindi rimandando questa discussione al prossimo anno, dove senza tema di essere respinto verrò da lei a chiederle di sostenere, magari anche solo con una offerta, quello che lei definisce un grande appuntamento per Taranto. –
Michele Riondino
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