Bari – Riconoscimento della cittadinanza, sentenza storica del Tribunale di Bari per INCA e CIGL Bari
Con un Comunicato Stampa la CIGL Bari esulta per il riconoscimento della cittadinanza italiana a due giovani di origine filippine nati in Italia vent’anni fa da due genitori all’epoca dei fatti irregolari. Il testo del comunicato:”Nonostante sia oramai consolidata, la giurisprudenza che riguarda l’acquisizione di cittadinanza da parte di figli di immigrati irregolari al momento della nascita, presenta più di un elemento di difficoltà nel riconoscimento. Chi, 18enne straniero nato in Italia, entro un anno dal compimento della maggiore età, fa richiesta di acquisizione della cittadinanza italiana, deve rivolgersi al Comune di residenza. In questi casi non sempre si ha la possibilità di ottenere una risposta ufficiale visto anche la nebbia che avvolge le decisioni degli uffici di Stato Civile da condividere con il Ministero dell’Interno. I problemi possono addirittura trasformarsi nella difficoltà di avere un rifiuto ufficiale da poter impugnare.
Il tribunale di Bari ha deciso di riconosce il diritto alla cittadinanza per due figli di filippini nati e vissuti da sempre in Italia, il cui caso era seguito da INCA e CGIL di Bari, nonostante 20 anni fa, al momento della nascita, i loro genitori fossero presenti in Italia senza regolare permesso di soggiorno.
Ci stupisce come si possa ancora mettere in discussione il diritto ad acquisire la cittadinanza italiana “scaricando” la responsabilità su una remota situazione temporanea dei genitori. Ragazzi nati in Italia, cresciuti nelle scuole italiane, che al pari dei loro coetanei hanno l’italiano come lingua madre e il dialetto come lingua “del cuore”, che studiano e partecipano con profitto alla vita sociale della loro città, possano essere considerati stranieri a vita. C’è bisogno di un cambio di registro nella cultura del diritto e del buonsenso che sembra non trovare sempre le migliori condizioni per attecchire in settori della Pubblica Amministrazione costringendo chi può far valere diritti a rivolgersi ai giudici per ottenerne il riconoscimento.
E’ importante fermare questa “apartheid dei diritti” che ha come vittime chi non ha i connotati lombardi, veneti, pugliesi, liguri, ecc. e che costringe loro a dover superare continui ostacoli burocratici per ottenere il riconoscimento dei propri diritti siano questi la cittadinanza o le prestazioni assistenziali sempre messe in discussione per chi ha cognome e colore del viso diversi dagli italiani.”