Brindisi- Cacciatori di tartufi rimessi in libertà. Lo sfogo dopo la revoca dei domiciliari: “Non abbiamo commesso alcun furto”
Giuseppe Lolli, il 56enne di Corigliano D’Otranto, e il suo amico e compaesano, Stefano Donno, 30enne, arrestati il 15 gennaio scorso per un presunto caso di furto di tartufi a Oria, sono tornati liberi. Il giudice ha revocato la misura cautelare dei domiciliari cui erano sottoposti. “Non abbiamo commesso alcun furto” è stato lo sfogo dei protagonisti.
“Per raccogliere i tartufi in Puglia è necessario possedere uno specifico patentino. Io ho il numero 1.- spiega lo stesso Lolli in un comunicato- La raccolta dei tartufi è libera nei boschi naturali e nei terreni incolti, ma il proprietario del terreno può riservarsela con la semplice apposizione di cartelli o tabelle, esenti da qualsiasi tassa o imposta, posti ad almeno tre metri d’altezza dal suolo, lungo il confine del terreno, a una distanza tale che essi siano visibili da ogni punto d’accesso, e che da ogni cartello sia visibile il precedente e il successivo, con la scritta a stampatello e ben visibile da terra “Raccolta di tartufi riservata.
Il testo che segue è la trascrizione dell’Art. 3 della LEGGE REGIONALE 25 agosto 2003, n. 13 “Disciplina della raccolta, conservazione e commercializzazione dei tartufi” qui il testo completo http://www.regione.puglia.it/index.php?page=burp&opz=getfile&file=2.htm&anno=xxxiv&num=99
Una legge che ho contribuito personalmente a scrivere come dimostrano i seguenti documenti:
Autorizzazione alla raccolta di funghi ipogei… per scopi scientifici e didattici su tutto il territorio regionale in deroga alle zone vietate http://www.menteculinaria.it/file/autorizzazione-alla-raccolta-funghi.pdf”
La gogna mediatica cui il 56enne è stato sottoposto dopo l’arresto ha avuto ripercussioni anche sulla sua vita privata. Per questo, il ristoratore di Corigliano usa tutti i mezzi in suo possesso per respingere ogni sorta di accusa e gridare la sua verità.
“La foto che segue- continua la nota- mostra, oltre la strada, il terreno ad Oria dove sono entrato alla ricerca di tartufi.
Come si può notare non vi sono né recinzioni di sorta, ne cartelli che indicano la presenza di una tartufaia. Per questi motivi sono stato rimesso immediatamente in libertà.”
Nell’intervista esclusiva che ci ha concesso, Lolli grida la sua innocenza in quanto il tesserino in suo possesso è valido su tutti i terreni nazionali e incolti. Nulla è servito speigarlo ai militari che hanno proceduto comunque al suo arresto. Inoltre, ci spiega l’intervistato, nonostante il proprietario del terreno di Oria abbia proceduto con il ritiro della denuncia, sembrerebbe che le manette siano scattate comunque.
“Sarà mia premura avvalermi contro chiunque infanghi il mio buon nome in merito ad un arresto che, secondo il mio modesto parere, mi è sembrato oltre modo eccessivo e che verrà chiarito nei tempi della giustizia italiani davanti alle autorità competenti verso le quali ripongo la mia fiducia.”