Taranto – Ruba in farmacia e la polizia interviene. Ora però il ladro va risarcito. Ecco perchè.
Per il giudice è colpevole per non aver inserito la sicura all’arma una volta entrato in Questura ed ora il Ministero dell’Interno dovrà risarcire un ladro con quasi 7mila euro.
I fatti risalirebbero a 20 anni fa quando un ladro fu sorpreso a rubare in una farmacia di Taranto. Il malvivente fu arrestato e portato in Questura dove su ferito ad una gamba da un sovrintendente della Polizia di Stato che aveva estratto la pistola d’ordinanza nel momento in cui il malvivente aveva iniziato a minacciare di infettare gli agenti presenti, essendo ferito ad una mano, asserendo di essere sieropositivo.
Nella notte del 3 ottobre 1995, dunque, una pattuglia delle Volanti della questura di Taranto sorprese il ladruncolo (32enne alla data dei fatti), mentre tentava di entrare nella farmacia “Quaranta” di via Cesare Battisti. Subito bloccato, l’uomo fu dunque accompagnato negli uffici della polizia.
L’agente a cui partì la pistolettata, nel corso del processo, ha sostenuto di non avere inserito la sicura all’arma perché, lavorando sulle Volanti ed essendo molto impegnato a causa delle lotte fra clan, voleva “essere pronto in caso di necessità”. E che la decisione di inserire la sicura non è regolata da alcuna direttiva, ma è a discrezione di ogni agente.
La pretesa risarcitoria del ladro ferito sarebbe caduta in prescrizione se solo il Prefetto, una decina di anni dopo i fatti, non avesse “offerto” al malcapitato 800 euro per il ristoro dei danni. Così facendo, però, ha interrotto l’iter prescrittivo. Ed il Ministero, pertanto, è stato condannato a pagare.