Taranto – Finto padre per una neonata. In tre in tribunale
Nell’estate del 2009 una donna di cittadinanza rumena ha dato alla luce una bambina nell’ospedale di Taranto. Essendo la donna non residente a Taranto, e non essendo coniuge del vero padre della piccola, non ha potuto procedere con la registrazione della nascita in ospedale, e avrebbe dovuto effettuare la stessa presso l’ufficio anagrafe del comune entro dieci giorni. Nel frattempo però, tra la neomamma e una coppia di amici tarantini (fratello e sorella) era in corso un accordo: la bambina sarebbe stata registrata come figlia di questo tarantino, affidata a lui, e la madre rumena sarebbe sparita dalla circolazione. Dunque si sarebbe configurata per la giurisprudenza, un’alterazione di stato civile della neonata, reato perseguibile legalmente. La coscienza di entrambe le parti, mediante intercessione della sorella del “finto padre”, ha voluto che l’accordo saltasse in quanto sia la mamma che il finto padre, hanno desistito, spinti, la prima, dall’amore di madre; il secondo perché si è reso conto in tempo di quello che stava facendo. La storia, attraverso vociare e scambi di pettegolezzi, è arrivata all’attenzione delle Forze dell’Ordine che hanno, a loro tempo, avviato una indagine. Il desistere di entrambe le parti, ha portato il giudice che li ha processati, ad assolverli perché “il fatto non costituisce reato”.