Taranto, amore malato – Costretta a prostituirsi. Calci, pugni, mangiava dal pavimento quando i guadagni erano scarsi.
Credeva di aver trovato l’amore della sua vita invece ha vissuto da prostituta tra Taranto e Brindisi subendo maltrattamenti di ogni genere, tanto da perdere il feto a causa dei pugni e calci ricevuti durante una esplosione di ira.
E’ quanto accaduto ad una ragazzina di 22 anni di Taranto che solo qualche mese fa ha trovato il coraggio di denunciare tutto alla Polizia permettendo poi di portare a processo il suo aguzzino.
Ieri si è conclusa, almeno a livello giudiziario, la triste vicenda della giovane donna davanti al GUP del Tribunale di Taranto che ha condannato ( rito abbreviato) Plai Ghiorghit Emanoil, 23enne rumeno ma residente in Italia, a 7 anni 2 mesi di carcere, all’ interdizione perpetua dai pubblici uffici, all’interdizione genitoriale fino a fine pena e ad un versamento di una provvisionale di 50mila euro.
La ragazza era andata a convivere con il suo compagno convinta di aver trovato l’amore della sua vita e le dovute attenzioni da quello che sarebbe dovuto essere il suo Principe Azzurro. Ma non è stato così perché il nido d’amore si è trasformato piano piano in una gabbia orrenda.
Lui l’ha subito costretta a prostituirsi tra Taranto e Brindisi accompagnandola e prelevandola a budget giornaliero raggiunto. Quando i soldi dell’attività non erano quelli preventivati allora le percosse e le offese erano la giusta ricompensa: pugni, calci, schiaffi, mozziconi di sigarette spenti sulla carne viva. Ma non solo. In più circostanze, il 23enne per punire la ragazza, la costringeva a mangiare dal pavimento fino a farla abortire a causa delle continue percosse.
La malcapitata, difesa dall’avvocato Rosa Albano del foro di Taranto, è riuscita così a far condannare il suo aguzzino per induzione alla prostituzione, per maltrattamenti e lesioni, quello che sarebbe dovuto essere il suo unico amore.